FilmUP.com > Opinioni > Il nastro bianco
HomePage | Elenco alfabetico | Top 100 - La Classifica | Scrivi la tua Opinione


Il nastro bianco

Opinioni presenti: 27
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

Scrivi la tua opinione su questo film


Altre risorse sul film:
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.

Ordina le opinioni per: Data | Voto | Età | Città

Attenzione: nei testi delle opinioni, potresti trovare parti rivelatorie del film.



il mitico bianco e nero in una storia quasi noir

(8/10) Voto 8di 10

Dietro la faccia impenetrabile da asceta medioevale, il regista propone una visione dell’uomo che non contempla riscatto alla sua disperante malvagità, spesso celata nell’apparenza normale del quotidiano e che non risparmia nessuno, neppure i bambini. Siamo in un villaggio nella Germania del nord, ai primi del secolo. La locale comunità di agricoltori è dominata da un barone di stampo medioevale che la sfrutta, nonché da un’atmosfera rigida e glaciale legata al rigore protestante. C’è un pastore che non conosce esitazioni o dubbi nel fare applicare la legge divina anche ai suoi bambini; c’è un medico che dietro la sua scienza nasconde un pullulare di vizi e un sostanziale disprezzo della donna, tratto del resto comune a tutta la società del tempo che riconosce come unica autorità il padre. Le donne non esistono se non come carne da violare o come macchine per fare figli; unica eccezione a tale rigida stratificazione nel film la baronessa, un personaggio che accenna una qualche ribellione nei confronti del marito tronfio e insignificante. Accanto ai padri, veri protagonisti nella storia sono i figli bambini o appena affacciatisi all’adolescenza. Sui loro volti biondi, sui nasetti camusi, negli occhi verdi e spesso cerchiati di nero, nessuna espressione di calore e di partecipazione. Essi vivono nella paura delle punizioni corporali, nel rispetto totale dell’autorità paterna, covando frustrazioni e inconfessabili sentimenti. Solo a momenti nei volti dei più piccoli compare l’orrore di quello che intuiscono senza capirlo (vedi scena in cui il figlio piccolissimo del dottore “scopre” le pratiche incestuose del padre verso la sorellina). Si materializza qua e là la vendetta, supponibile ma non dichiarata, dei più grandicelli, sfogo di vittime su altre vittime. Nella parte più bassa della piramide sociale si agitano miseria e rassegnazione: l’unico tentativo di rivolta allo sfruttamento ad opera di un giovane agricoltore sfocerà nel suicidio del padre anziano, privato del lavoro e della possibilità di mantenere i suoi. Intanto nell’ordinata casa del pastore la minima trasgressione dei due ragazzi adolescenti viene stroncata con insopportabile durezza. E al loro braccio ricompare il nastro bianco (da cui il titolo), simbolo in passato della purezza e ora segnale di peccato. Il tutto è realizzato in un bianco e nero bellissimo, denso di forti chiaroscuri negli interni, mentre la stagione luminosa fuori è angosciante quasi quanto il silenzio della neve invernale. Figurine di donne e ragazzi sembrano uscite da quadri fiamminghi, i volti delle comparse sono scelti con cura come quelli dei protagonisti, gli attori sono bravissimi, professionisti e non (come i bambini). Sullo sfondo aleggia il cinema in bianco e nero del grande Bergman col suo linguaggio denso e cupo.



Olga, 64 anni, Perugia.




polpettone inconcludente

(1/10) Voto 1di 10

Dire che il film ritragga impietosamente il clima cupo e rigido del primo '900 in un villaggio tedesco è corretto, ma certo non basta a farne un capolavoro. Si cerca di superare la noia mortale sperando che alla fine si sveli l'arcano e si individui l'autore (o gli autori) delle violenze avvenute, ma si resta con dubbi e sospetti senza nessuna spiegazione logica. Nonostante la lunghezza resta un racconto sospeso e incompleto, contorto e a volte incongruente e alla fine ci si chiede il perché di aver resistito fino ai titoli di coda. Forse meriterebbe di più dell'uno che gli assegno (magari un 3), ma francamente definirlo un capolavoro è un'esagerazione che bisogna controbilanciare.



Mauro, 61 anni, Torino (TO).




Se, come dicono è un capolavoro, io non l'ho capito

(4/10) Voto 4di 10

Giudizio estremamente negativo su “Il nastro bianco” di Haneke. Forse non l'ho capito, ma sia che venga interpretato alla lettera come fotografia di un microcosmo in un preciso momento storico, sia che lo si voglia leggere come metafora di un popolo che accetta passivamente tutto quanto venga proposto dall'autorità (orrori del nazismo inclusi) il film non mi convince. Il bianco e nero claustrofobico marchia tutta la vita del villaggio anche prima che comincino ad accadere i delitti e gli attentati, mentre, al contrario, questi avvenimenti terribili non sembrano creare un minimo di paura o angoscia o anche solo di tensione. La vita continua come prima e la gente si stupisce del fatto che la levatrice spranghi porte e finestrer, “perchè in questo villaggio non si usa”. L'occhio impietosamente gelido del regista fotografa il tutto in una maniera che più che al distacco caro ai naturalisti fa pensare ad una sovrana indifferenza. La cupa angosciosa atmosfera luterana (presente, anzi forse accentuata nei momenti di festa) ricorda le cose meno riuscite di Bergman (personalmente considero “Fanny ed Alexander” un mattone invedibile... E' un film da prendere o lasciare (io personalmente lo mollerei...) sul Coriere un critico gli ha dato una stella ed un altro gliene ha date cinque, qui su “filmup” che di solito condivido è stato valutato da 4 spettatori: due gli hanno dato come voto 1, uno gli ha dato 9 ed uno gli ha dato 10. Io gli do 4 per la ricostruzione degli ambienti e per i costumi.



Silvano, 60 anni, Cormano (MI).




Gelido, implacabile, terribile capolavoro

(9/10) Voto 9di 10

Haneke, come al solito, non può lasciare indifferenti. Sotto la sua guida implacabile ed accurata, scorrono immagini che "graffiano" lo spettatore. Attori sublimi e fotografia che dilata l'angoscia di un'atmosfera cupa, priva d'amore, dilatata dalla malvagità degli uomini. Ricostruzione perfetta degli ambienti. Molta emozione e sconcerto in chi assiste all'evolversi degli eventi. Davvero un gran bel film, originale e profondo!



Andrea, 58 anni, Bologna (BO).




Un nastro per avvolgere il cuore

(8/10) Voto 8di 10

Pagine di poesia in bianco e nero sui grandi temi dell'esistenza, sull'interiorità dell'uomo spogliato di ogni maschera.Un invito allo spettatore,ad andare al di là delle letture superficiali della realtà e a soffermarsi piuttosto sui suoi significati profondi e sulle motivazioni che la sottendono. Una salutare ventata d'ossigeno contro la sterile e puerile civiltà dei telefonini e dell'apparire.La trama,a sfondo giallo,del film finisce col perdere di significato rispetto alla potenza dell'immagine e delle parole che piombano, come macigni,nella profondità dell'animo evidenziando,in modo inequivocabilmente crudo,la durezza dei rapporti e la tragicità del momento storico descritto.Un esempio magistrale di film coinvolgente ove anche lo spettatore è interprete attivo del copione.



Homer, 56 anni, Cesena (FO).





Sfoglia indietro   pagina 1 di 6   Sfoglia avanti

Scrivi la tua opinione su questo film


FilmUP
Trailer, Scheda, Recensione, Opinioni, Soundtrack, Speciale.



Ricerca Opinioni
Elenco alfabetico:    0-9|A|B|C|D|E|F|G|H|I|J|K|L|M|N|O|P|Q|R|S|T|U|V|W|X|Y|Z

Cerca:     Titolo film     

I FILM OGGI IN PROGRAMMAZIONE:
In evidenza - Dal mondo del Cinema e della Televisione.

Il video del momento
Attenzione!
Per poter vedere questo video hai bisogno di Flash, se devi installarlo segui il link:

Installa Flash
Trailer italiano (it) per Arf (2023), un film di Simona Cornacchia, Anna Russo con .

Tra i nuovi video:
Cerca CINEMA
Film:
Città:
 
Provincia:

I film al cinema nelle sale di: Roma, Milano, Torino, Napoli, Palermo, Bari, Genova, Firenze Bologna, Cagliari, tutte le altre città...
Oggi in TV
Canale:
Orario:
 
Genere:
Box Office



© 1999-2020 FilmUP.com S.r.l. Tutti i diritti riservati
FilmUP.com S.r.l. non è responsabile ad alcun titolo dei contenuti dei siti linkati, pubblicati o recensiti.
Testata giornalistica registrata al Tribunale di Cagliari n.30 del 12/09/2001.
Le nostre Newsletter
Seguici su: