insopportabile smorfiosa la Streep.
Insopportabile il doppiaggio del suo personaggio.
sembra quasi una presa in giro.
troppo monotematica la vicenda, per quanto siate appassionati di cucina!!!
Una commedia senza troppe pretese, ricalcata su due storie vere di donne che hanno trovato se stesse nell'arte culinaria. Ho sentito molti critici soffermarsi sulla solita grande Meryl Streep, che invece a me sembra chiaramente impegnarsi qui come lo farebbe a casa sua mentre si prepara un caffè. Merita attenzione invece la vera protagonista, la carina e dolcissima Amy Adams, un'attrice giovane e sempre più brava, nella parte realistica di una ragazza della quale sarebbe difficile non innamorarsi.
Ma leggendo i commenti mi sn convinto di vedere questo film, era meglio evitare, una pellicola cosi stupida non l'ho mai vista, non so, penso che il regista fosse ubriaco come Meryl Streep, madoooo una palla al piede, non ha una storia che attiri per un istante lo spettatore a osservare i minimi particolari è vago, stai ad osservare due pazze sclera te che lottano per cucinare. Non condivido completamente qeusta pellicola, soldi buttati sia per produrlo che a livello di fantasia... Peccato altra pellical bruciata, non lo consiglio
Una commedia con Meryl Streep mi era sembrato un degno rientro dopo una lunga influenza e invece no, perché stavolta uno dei miei idoli mi ha deluso. Sarà un doppiaggio infame, sarà l’idea che per essere brillanti bisogna essere bamboleggianti tipo semialcoolizzati, sarà una storia senza storia, non ho ritrovato niente di godibile in questo film sostanzialmente noioso, ripetitivo, recitato male. Forzosa l’operazione immaginata dalla giovane protagonista (Julie) che inventa un blog (tributo ai tempi), dove rifà le ricette contenute nel libro della protagonista anziana (Julia), condendole con qualche pettegolezzo da diario adolescenziale sul suo privato. Quest’ultima rivive nel film tramite lunghi flash-back, ma tali trovate non servono a movimentare la sostanziale inerzia del racconto e anche l’aver messo di mezzo Parigi e una scuola di cucina, non accende l’interesse per l’inesausto pigolare anni ‘50 e anni 2000 di donne, tutto sommato, banalizzate il giusto. Per uscire da vite insoddisfacenti (l’anziana per la mancata maternità, la giovane per la pochezza del suo lavoro) non trovano di meglio che dedicarsi come invasate vestali alla cucina. Lo spunto della commedia viene da una storia reale, quella di Julia Child, nel film Meryl Streep, che sentì, pubblicando un libro di successo al riguardo, l’esigenza di far conoscere negli Usa le raffinatezze della cucina francese, dopo un soggiorno a Parigi al seguito del marito diplomatico, interpretato da uno scolorito Stanley Tucci. Questa esperienza nella finzione cinematografica, è vista attraverso il personaggio di Julie Powell (Amy Adams già in coppia con la Streep nel Il dubbio). La giovane frustrata dalla routine e dalla sua vita grigia e ripetitiva impara così piano piano a cimentarsi con le ricette dell’ “antenata”; poi la cosa diventa una vera ossessione e la trasferisce in un blog personale, dove alle ricette aggiunge qualcosa della sua vita. Così, tramite una quasi identificazione con Julia riesce a vivificare la sua quotidianità e conosce un certo successo mediatico, riconquistando il maritino.
Tra incongruenze e qualche sbadiglio si arriva alla fine, chiedendosi cosa sia accaduto alla vivacissima interprete, ballerina-cantante nonché solare matriarca di Mama mia o all’algida stilista superbamente interpretata dalla Streep in Il diavolo veste Prada.
Se la storia è vera, è a dir poco improbabile: oltre a fare mediamente più di una ricetta al giorno, fra facili e difficili, la Julie del film deve anche fare le cose dei comuni mortali, e cioè uscire, lavorare, dormire, lavarsi, lavare, stirare, fare la spesa...Il doppiaggio di Meryl Streep è a dir poco ignobile, renderebbe antipatico anche il più gradevole dei personaggi. Dopo un inizio che, benchè non esaltante, non lascia immaginare il resto del film, dopo l'intervallo, sinceramente, la platea era del tutto intorpidita.