Film che poteva dare davvero tanto, poteva essere molto interessante da tanti punti di vista, per vedere un film di magia alla the prestige che attrae molto per il suo mistero ma sopratutto per raccontare le imprese del grande houdini, mago che merita delle attenzione particolari da parte del cinema mondiale. Il film invece si basa quasi per intero neanche sul personaggio diretto di houdini ma su una truffatrice di quel tempo che fortunatamente incontro houdini, possiamo inoltre dire che questo lungometraggio racconta le vicende o meglio l'ultima vicenda di houdini prima della sua morte. Viene raccontato molto bene c'è da dire però a volte molto noioso per niente confusionario ma con qualche sbalzo di trama nel corso del film, la trama centrale quindi racconta la storia d'amore l'unica che ebbe nel corso della sua vita, infatti il film si scusa nel finale indirettamente facendo capire che il film è basato sulla conoscenza della realtà e non dell'illusione del mago, mentre invece il publico si aspettava un film più sulla storia e delle sue imprese e dei suoi trucchi che metteva in atto nella sua vita. Il cast davvero ottimo con una bravissima e di esperienza catrhine zeta jons ma anche con un ottimo guy pearce facendo capire che la sua parte non era proprio da protagonista dunque svolgendo a pieno la parte che doveva recitare, del resto un buon film da vedere e passare un po il tempo ma niente di eccezionale in effetti sprecato per quello che poteva dare sin dall'inizio andando alla fine al di sotto delle aspettative!
Storia carina ma film totalmente noioso,mai avvincente come i film sei predecessori maghi The prestige e The illusionist decisamente più accattivanti.La sufficienza solo per la storia romantica dei due protagonisti ma nient'altro.
Questo film è una vera magia: attori importanti, bei costumi, ambientazione impeccabile, fotografia elegante ecc.... ma poi, come per magia, aprendo l'invitante involucro ci si avvede che all'interno non c'è nulla. Eh già, perchè questo film l'ho trovato godibilissimo sotto il profilo estetico ma ahimè a conti fatti risulta tremendamente scialbo e noioso. La storia non avvince e non convince, Guy Pearce fuori ruolo e anche la Zeta Jones è preferibile in parti più brillanti. Si salva solo la bambina!
Peccato, poteva essere un'opera quanto meno interessante che, invece, è giustamente risultata un flop planetario, denso di apatia e decisamente insipido.
"Houdini" mette in scena due facce di una stessa medaglia, due truffatori: lei un'indovina che imbroglia vedovi e vedove in uno spettacolo pubblico insieme alla figlia, lui mette in scena magie e illusioni con il trucco e con l'inganno di fronte a milioni di persone; lei, costretta a vivere in un cimitero, in miseria, agisce in questo modo per sopravvivere, lui, allo stesso modo, vive della sua maestria, ma è trattato come un re; lei lavora a stretto contatto con la morte, lui la sfida di continuo con i suoi "giochi"; lei è alla ricerca di tranquillità,interiore ed esteriore, di pace nell'animo, di agiatezza, di una vita non necessariamente regale, ma almeno normale, lui, apparentemente solare, compiaciuto, non è in pace con sé stesso, è turbato nel profondo, nell'anima e nel corpo; lei rappresenta il passato di lui, lui i desideri, il futuro, di lei. E' chiaro fin da subito che queste due figure speculari debbano prima o poi incontrarsi, e il pretesto è la morte della madre del mago: egli consegnerà un cospicuo premio in denaro a colui o colei che, dimostrando reali capacità medianiche, riuscirà a mettersi in contatto con la defunta e a pronunciare le esatte parole che questa avrebbe detto al figlio sul letto di morte. Da qui in avanti seguiranno una serie di situazioni che permetteranno ai due protagonisti di incontrarsi e di avviare un rapporto sentimentale-amoroso che non è svilppato nel migliore dei modi, non tanto a livello di scrittura, ma di recitazione: se all'inizio la freddezza e l'insicurezza dei due è plausibile perché entrambi non vogliono impegnarsi, quando scatta l'innamoramento l'atteggiamento non sembra cambiare (quando invece dovrebbe); non manifestano un reale coinvolgimento emotivo-passionale, per cui anche lo spettatore fatica a essere partecipe della love-story. Forse questa è l'unica pecca di un film che si colloca all'interno della media produzione cinematografica.