Davvero un bel film, ultimamente sto davvero apprezzando Eastwood molto più come regista che come attore (che rimane sempre un grande in entrambi i ruoli comunque); Gran Torino non spicca di sicuro per originalità, ma la capacità di Clint di fare un film con una sceneggiatura che non cade mai nel ridicolo è unica; do 8 in quanto non lo reputo ovviamente un film di livello superiore..8 è un buon voto ma quì ogni volta molti esagerano e danno dei 10 a caso (o viceversa con gli 1)! Per cui non fatevi strane idee, Gran Torino è un film da vedere e imperdibile per passare una piacevole serata
Forse non l'ho capito fino in fondo, forse è una questione di gusto, forse sono troppo critico ma sono sicuramente perlesso. L'idea è bella, all'inizio il film diverte e coinvolge. Rievoca molto il cambiamento che sta vivendo l'Italia in questi ultimi anni e tocca tutte le tematiche care a Eastwood, ma progressivamente tutto si fa prevedibile, il ragazzo che dovrebbe avere sedici anni ne dimostra dodici, il rapporto tra clint e il mong è banale e scontato, "l'addestramento" ridondante e particolarmente lungo. Si salva solo il finale che se non fosse stato quello avrebbe reso il film ridicolo. Ci mancava solo che clint e il bambino entrassero con i fucili a pompa nella casa della baby-gang e facessero fuori tutti. Gli apprezzamenti non li comprendo, Clint ha fatto film molto più belli, basta pensare a Gli Spietati e a I ponti di Madison County. E' la sua ultima apparizione per carità ma è un po' debole. Peccato.
Quando la semplicità diventa genialità!Non perdetelo,questo è il mio consiglio!Chi se ne frega se gli oscar vanno ad altri,chi se ne frega se qualcuno non percepisce la sensibilità e la profonditò di clint...è un capolavoro!
78 anni e non farseli pesare. Per quello che, a quanto riportano le cronache, potrebbe essere il passo d’addio al cinema come attore, Clint Eastwood sceglie un soggetto “come al solito” poco consigliabile a chi smania di affogare nel buio di una sala per accordare la libera uscita al cervello. Film da vedere con lo stato d‘animo sintonizzato sulla giusta frequenza, allora? Non proprio, dal momento che Gran Torino è, anche, opera parecchio divertente. Sì, proprio così: si ridacchia e non difetta la risata di gusto. E non potrebbe essere diversamente, dal momento che il magnifico Clint convoglia nello scostante e apertamente razzista (ma è difesa, solo e soltanto alla fine sgretolabile difesa) Walt Kowalski, uno che la guerra in Corea ha “onorato” di una medaglia che da tempo, o forse dal primo giorno, ha come unica valenza quella di accompagnare le sue notti e i suoi giorni tenuto per mano da fantasmi che un tempo avevano volto e carne del “nemico”, una eccitante sintesi dei personaggi incarnati nell’arco di cinquant’anni di luminosissima carriera, ispettore Callaghan in testa. Ed è cosa nota che Harry la carogna non si morde di certo la lingua.
Pellicola, come gran parte della filmografia eastwoodiana, implacabilmente destinata all’empireo dei classici, Gran Torino rifulge di una trascinante mezz’ora finale ritmata sulle suggestioni di una (im)possibile riconquista di un altro ieri frequentato da muli suscettibili che sempre pensavano si ridesse di loro e da poliziotti che esortavano delinquentelli di mezza tacca a farli contenti e culminante in una “resa dei conti” di struggente lirismo.
Semplicemente geniale! ricco e profondo nella sua semplicità. un film che insegna. la parte finale imprevedibile e super emozionante. assolutamente grande!