Agente del Mossad mette in soffitta mitra e rapimenti di Stato per diventare parrucchiere in quel di New York. Sogno americano per la temibile spia che e’ costretta a nascondere le riviste di acconciature come fossero giornaletti pornografici: con un papà che ha fatto la Guerra dei sei giorni sarebbe vergognoso confessare le aspirazioni non proprio militari. Scurrile al limite del sopportabile e politicamente scorretto, “Zohan” è una commedia sgangherata che si affida al talento comico di Adam Sandler per riportare un po’ di pace tra israeliani e palestinesi. Perche’ l’odio tra popoli si trascina persino nel paese più democratico se la paura dell’undici Settembre e l’avidità di uno speculatore ci mettono lo zampino. Tra gag volgari ed amplessi mimati ad ogni piè sospinto, l’eroe superdotato (in tutti i sensi!) e con una propensione per le donne attempate a cui regala qualche ora di felicità, si ritrova innamorato della sua datrice di lavoro che è pure palestinese. Sandler scrive la sceneggiatura e diventa protagonista di un film che mette tutti d’accordo ricordando al pubblico che bisognerebbe ridere e prendersi meno sul serio: la guerra è stupida ma si può convivere con il vicino se le bombe vengono messe da parte e la conoscenza subentra all’ostilita’. Messaggio pacifista condito da analisi feroce: il denaro di un Paese democratico non è meno insanguinato di quello mediorientale quando ci sono molti interessi in gioco.
Concordo con chi ha scritto che questo è un film che divide, o piace da matti o fa schifo...io propendo per il secondo giudizio. l'ho trovato noioso e volgare e avrei voluto avere il comando avanti veloce per arrivare prima alla fine...rispetto il giudizio di chi l'ha apprezzato, il senso dell'umorismo è soggettivo ed è difficile accontentare tutti. anche se mi devono spiegare cosa ci sia di divertente nel vedere un tizio che si fa una che potrebbe essere sua nonna in un retrobottega...