Ho letto dei commenti sul film di Verdone e non trovo come scrivono molti che debba essere salvato da se stesso. Il film è molto carino e fa anche riflettere come molti film di Carlo. Non è la solita comicità scontata dei film commedia che vanno per la maggiore. Il sorriso,come in Pirandello, nasconde qualcosa di più: una attenta riflessione. Nella storia con Claudia Gerini poi sono affrontati vari temi,dai problemi di coppia( risolti molto spesso con regali costosi,vedi Bulgari),all'assenza di dialogo con il figlio (in realtà così distaccato e violento,ma solo bisognoso di affetto e di persone che lo possano ascoltare; ciò si vede alla fine della storia quando socializza con la ragazza dell'albergo). Grandioso è poi quello strofinare i soldi davanti la faccia delle persone,ostentando la propria ricchezza e quel continuo ribadire che se non ti comporti così(dare copiose mance)non sei nessuno. Non siamo forse in una società dove conta far vedere la firma e l'auto più lussuosa per essere qualcuno? E poi quel professore così preciso e pignolo di giorno e di notte tutt'altra persona, di persone così ce ne sono molto e non solo di professori, basta vedere gli ultimi fatti successi in politica e non solo. Quindi per me è stato un bel film.
Un film che consiglierei a tutti. Quando ti aspetti una ripetizione del noto film "Viaggio di nozze", la riinterpretazione di 3 personaggi già visti, quando prima di vederlo credi di farti 2 risate, magari forzate, pensi che il trailer dica già troppo per un film all'apparenza semplice. Invece inizia lo spettacolo, nel vero senso della parola. Passano pochi minuti e ti ricredi.. Un film dove niente è scontato, non è la solita solfa, risate vere e tutto il merito va ad un grande Verdone. Espressioni del viso, frasi e gesti di un attore di calibro, che si rinnova in ogni film. Al nostro "Carlo" vanno tutti i miei complimenti per quello che ha già dimostrato di saper fare e ancora riesce a fare farci "ridere".
Pochi hanno capito la genialità di questo film. Esso rappresenta la maturità completa del regista/sceneggiatore/attore, che mette in scena le sue caricature più apprezzate in un opera di caratura decisamente alta. Verdone è ancora un ottimo attore e caratterista, le battute sono azzeccate e ci sono molte scene divertenti. Ma queste sono solo le caratteristiche dei precedenti "Un sacco bello", "Bianco, rosso e Verdone" e "Viaggi di nozze" (e, volendo, anche "Gallo cedrone"): "Grande, grosso e Verdone" è molto di più. Innanzitutto il film si libera degli inutili difetti degli altri film: mentre i precedenti erano semplici film a storie intrecciate, questo è un vero e proprio film a episodi, con le storie divise "ad atti" e, soprattutto, nessun tema comune che fa da ostacolo alla sceneggiatura. Anche la regia è maturata: il ritmo è scorrevole e nel complesso il film appare molto più "spigliato" degli altri. Ma il vero elemento che decreta "Grande, grosso e Verdone" il film più maturo della carriera del regista è il modo in cui descrive in modo agghiacciante (come avvenne per "Compagni di scuola") una società alla deriva, pessima e squallida, colma di fasi miti. Ci sono tutte i personaggi della nostra Italia: spicca su tutti il professore Callisto Cagnato, che rappresenta la classe politica e più in generale la situazione falsa di tutti gli uomini di potere. Molto riuscita anche la caratterizzazione dei coatti romani, stufati dalla loro vuotezza e che tentano di ricompattarsi con una vacanza, che invece li allontanerà ancora di più. Nel primo episodio è più significativa la caratterizzazione dell'uomo delle pompe funebri che quella di Leo boy-scout (forse il personaggio del film che trova meno riscontro nella realtà). Ma questo primo atto ha una vena tragi-comica assolutamente unica nella carriera di Verdone. La tenera famiglia Nuvolone lascia poi il posto all'atmosfera cupa e tetra del secondo episodio, uno dei punti più alti della filmografia di Verdone, che interpreta il suo personaggio più scuro. Altrettanto geniale (ma meno intenso) il terzo episodio, un'ampia riflessione sulla parte più popolare della nostra società. Ebbene: se Carlo ha deciso di non riproporre più i suoi personaggi in altri film, può eclissarsi a testa alta, avendo realizzato il suo miglior film a personaggi.
Ho apprezzato tantissimo la scelta di Verdone di farci conoscere le loro evoluzioni ideali, nel tempo. Che dire di questo film? Un altro piccolo capolavoro da parte del maestro,un attacco critico e comico insieme del mondo in cui viviamo, di quello che siamo o non ci rendiamo conto di essere. Si ride tanto durante la visione e ci si vergogna pure un pò ma sopratutto ci si rende conto del mostruoso talento di Verdone, finissimo,impareggiabile osservatore dei nostri tempi. Un plauso particolare va poi a Claudia Gerini, stupenda nella sua interpretazione di Enza Sessa, personaggio grottesco, caricato naturalmente all'eccesso ma a tratti "malinconico" ed a Emanuele Propizio, giovane talento in erba.
La proiezione è scivolata via, senza aver visto le volgarità sbandierate da certi spettatori pseudo-raffinati: il Verdone attore sa ancora farsi amare, e ha composto un film in cui i personaggi-sosia, come da qualche tempo accade, si allontanano dalla satira di costume per cercare accenti più intensi e drammatici. Il Verdone regista, purtroppo, si appoggia a qualche espediente forse fuori contesto (il cucù scardinato in casa di Leo è superfluo, come pure il catalogo porno-web consultato da Callisto o lo spassosissimo, ma eccessivo psicologo coatto), ma ha il merito di circondare il suo mattatore con brave attrici (ottime Geppi Cucciari e Martina Pinto, la Gerini è una garanzia; appena sufficiente Eva Riccobono), che declinano in tanti modi diversi una delle verità sotterranee suggerite dell'attore romano: la donna è un'àncora di salvezza, l'amore s'importa di tutte le raffinatezze, storture e false morali dell'universo. Forse una morale vera e compiuta, nel film, non c'è. Carlo Verdone non annoia e ci ha saputo fare bene con questo film.