04 Marzo 2008 - Conferenza stampa
"Grande, grosso e Verdone"
Intervista al regista e al cast.
di Francesco Lomuscio

"Questo film è stata una gran bella avventura, anche molto complicata, perché non era facile rientrare in quei personaggi e adattarli alla mia maschera attuale, ai tempi che corrono; tempi più cinici, più cattivi, e credo che nel film tutto ciò si respiri. Come saprete, 'Grande grosso e…Verdone' è nato dalla grande richiesta dei miei fan, dalle 1371 mail giunte al mio fanclub, e Aurelio non ci ha pensato un attimo, ha detto: 'Io sono il 1372simo a volere il film". Così l'attore-regista Carlo Verdone, accompagnato dal produttore Aurelio De Laurentiis e dal cast, ha aperto la conferenza stampa di presentazione di "Grande grosso e…Verdone", sua ultima fatica.

In questo film sembrano avere particolare importanza le donne…
Carlo Verdone: In genere, nei miei film il pianeta femminile ha sempre grande rilievo, quindi sono felice di avere avuto con me Geppi Cucciari, che fa molto teatro e qui è al suo primo lavoro per il cinema, Eva Riccobono, che è un po' una "Morte a Venezia" a Taormina, Anna Maria Torniai, che ha portato una ventata di vecchio stile, Martina di Pinto e Clizia Fornasier, anche lei alla prima esperienza cinematografica; di Claudia che devo dirvi, c'intendiamo con uno sguardo.

Chi ha scelto Massimo Marino?
Massimo Marino: Aho, io nun l'ho pagato, eh (ride).
Carlo Verdone: L'ho scelto perché io, dopo la morte di Mario Brega e sora Lella, sono sempre alla ricerca di caratteristi e la notte, girando i canali, l'ho visto sulle tv private.
Massimo Marino: Sì, vabbé, se guardava le spoiarelliste (ride).
Carlo Verdone: Come anche Stefano Ambrogi, con il quale già mi incontrai in "Troppo forte": secondo me ha i tempi giusti, andrà avanti, poi tengo a precisare che questo film non è una macchina da presa sparata su Carlo Verdone, ho cercato di creare una certa coralità.

Per la prima volta in un film di Carlo Verdone c'è una forte critica politica…
Carlo Verdone: Certo, scene come quella del Senato di qualche settimana fa sono molto più volgari della famiglia di cafoni del mio film, quindi ho ritenuto opportuno fare la mia critica ai politici, e l'avrei fatta anche più feroce. Perché stiamo parlando di personaggi molto più importanti di me, i quali dovrebbero essere coerenti con ciò che dicono; io sono stanco di sentire parlare il Papa, di sentire parlare di Padre Pio, quando dietro, poi, c'è tutt'altro.

Nel film i bambini sembrano essere molto più umani dei genitori…
Carlo Verdone: Infatti il film si basa sul candore contrapposto alla volgarità, quindi i bambini sono sempre la parte pura, mentre i genitori fanno la volgarità.

Cosa pensa il cast di questa esperienza?
Geppi Cucciari: Io sono una verdoniana, quindi il film lo avrei visto anche se non ci fossi stata dentro, non potete immaginare la felicità provata quando sono stata scelta. Ovviamente, poi, il teatro e la tv hanno un linguaggio diverso dal cinema, ma è stato facile essere diretta da Carlo.
Claudia Gerini: Anche io sono cresciuta a pane e Verdone e da tempo si diceva che, prima o poi, avremmo lavorato nuovamente insieme; quindi, a tredici anni da "Viaggi di nozze", mi sono risentita di nuovo a casa, non è cambiato niente e non c'è stato alcun attrito iniziale. Certo, il personaggio di Jessica era una novella sposa, Enza invece è la mamma di un teen-ager, sicuramente reattiva e che bada più alla cura estetica che all'aspetto spirituale.
Eva Riccobono: Per me è stata una sorpresa inaspettata, perché sono pessimista e non mi aspettavo niente, ricordo ancora il giorno in cui venni contattata per il cast del film di Carlo. Poi il mondo del cinema è molto diverso da quello della moda, in cui tutti sono distaccati; qui ho trovato una famiglia, tanto che quando sono tornata a casa mi sentivo un po' persa.
Emanuele Propizio: Lavorare la prima volta con Carlo è stupendo, poi l'episodio in cui sono io è quello con il cast più ricco. Carlo è un maestro, un papà, è stata una bellissima esperienza.
Clizia Fornasier: Anche io mi accodo alle verdoniane, ma, pur essendo ottimista e positiva, Carlo mi sembrava irraggiungibile. Pensate che un anno fa dissi al mio agente che, se fossi riuscita a lavorare con Verdone, sarei poi potuta andare tranquillamente in pensione; certo, forse ho parlato un po' troppo presto (ride), ma vorrei lavorare ancora con Carlo, è il mio mito.
Andrea Miglio Risi: Io invece spero di non andare in pensione e lavorare ancora (ride). Non sono un verdoniano e i film di Carlo li avevo sempre visti a pezzi, poi durante l'estate scorsa ho colmato la lacuna; mi reputo fortunatissimo per aver lavorato su questo set.
Martina Pinto: Io vengo dalla tv, un mondo completamente diverso da quello del cinema; Carlo è una persona stupenda che si circonda di professionisti stupendi.
Roberto Farnesi: Io sono dieci anni che faccio questo mestiere e tornare al cinema con un film di Verdone per me è stata una gran cosa; devo ringraziare Claudia, perché è lei che ha messo Carlo al corrente del mio entusiasmo nei suoi confronti.

Non credete che due ore e dieci minuti di durata siano troppe per una commedia?
Carlo Verdone: Questo è un aspetto che dovete giudicare voi, perché il film è effettivamente pieno di cose e il problema principale è che il terzo episodio poteva essere un film a parte. Io ho tagliato circa 40 minuti di materiale, ma credo sia una commedia densa, poi ognuno ha il suo episodio preferito.
Aurelio De Laurentiis: Se avessimo tagliato qualcosa, avremmo finito per castrare gli episodi, quindi, quando abbiamo visto il montaggio finale di due ore, abbiamo ritenuto opportuno aggiungere quegli otto o nove minuti in più.

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