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Leoni per Agnelli

Opinioni presenti: 74
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Il reclutatore

(2/10) Voto 2di 10

Il finale del film è deludente, il professore si dimostra un bieco reclutatore dell'esercito! Le scene militari sono imbarazzanti...e anche se lo scopo dichiarato era quello di dimostrare l'inettitudine degli alti comandi ela loro siderale distanza dal teatro di guerra certi strafalcioni soo inamissibili. Cosa salvo? La figura della giornalista. l'unico personaggio ben costruito, l'unico che veramente si prende le responsabilità per quello che ha fatto, l'unico che riconosce d'essere diventata solo un megafono della politica. Complessivamente una grossa delusione.



Paolo, 41 anni, Varese (VA).




Forse qualcuno ha visto un altro film...

(10/10) Voto 10di 10

Impossibile non apprezzare questa piccola chicca di Redford girata in soli 3 ambienti ma con un intreccio della narrazione su più piani che ci comprende tutti. E' un coraggioso film di ipercritica della classe politica statunitense e di condanna al modo in cui la manipolazione dell'informazione orienta spesso spiriti nobili a stupidi sacrifici. Difficile trarre un messaggio univoco dal film ma, al di là della simpatia per i 2 sfortunati protagonisti, ritengo che il loro sacrficio sia usato da Redford per ricordare ai giovani che morire da leoni per colpa della leggerezza degli agnelli è sbagliato, indipendentemente dalle motivazioni. Come se non bastasse Redford fa morire i due di origine non americana e lascia a casa il giovane americano, sottointendendo che il sistema di reclutamento fa leva sul desiderio di appartenenza delle classi più deboli. Veramente dura la critica al sistema, più dura di quello che appaia ad una prima visione del film.... durissimo.



Vittorio, 40 anni, Bologna.




ecco cosa salviamo :

(4/10) Voto 4di 10

salviamo le scene di guerra per gli appassionati del "semplicemente inverosimile" salviamo i dialoghi per gli amanti del "tanto profondo quanto scontato" salviamo il finale per gli amanti del " eh ma se non resta qualcosa "per aria" .. non è un bel film" per tutti gli altri .. beh, credo sia chiaro il concetto



Aldo, 38 anni, Piepoli (AT).




Ma la trama dov'è???

(4/10) Voto 4di 10

Sì sì, per carità, ottimi attori... ma non esiste una storia! Per intenderci, è il solito film americano completamente parlato in modo molto veloce (non vorrei essere al posto dei doppiatori!). Parlano, parlano, parlano, e cosa concludono? Che la guerra in Iraq e Afghanistan è ingiusta e oppressiva. Insomma io l'ho trovato noiosissimo e difficile da seguire. L'unica parte "da guardare" è quella dei due soliti soldati americani "eroi": dico, si può essere così scemi? Siamo proprio all'abc del cinema! Insomma un film che in America può essere anche di denuncia, ma a noi in Italia fa sorridere: abbiamo ben altro a cui gridare lo scandalo. Hollywood fa sciopero e si vede!



Paolo, 38 anni, Pistoia (PT).




L'opinione di Riccardo

(7/10) Voto 7di 10

Ho visto anche questo e come per alcuni altri film anche qui non possiamo parlare propriamente di cinema, il cinema tenta la rappresentazione di una sceneggiatura dove accade qualcosa. Qui non accade assolutamente nulla. Non per questo lo sconsiglio, anzi. Diciamo che è un'opera che tenta di svegliare le coscienze addormentate degli americani. Quando il professore dice che bisogna impegnarsi, che i politici sono tutti morti e cerca di sponare il suo studente ad una vita politica attiva in realtà lo dice a tutti gli Americani. Un documento contro la guerra ma non contro l'America. Tutto questo sarebbe potuto anche essere un documento molto più coinvolgento facendo apertamente un documentario ma Redford ha volutamente e con grande maestria lavorato su 3 livelli: 1) Far capire che la stampa può essere qualcosa di più che semplice raccoglitore e distributore di notizie a servizio del Governo o del Senatorucolo arrivista di turno. La Streep fa capire con una discreta abilità tutto il malessere di una professione al soldo dei potenti che ha smesso di fare il suo lavoro, ha smesso di dare le notizie e di leggere quello che succede nel mondo e si è piegata a dare notizie utili solo a chi le fornisce ma che in realtà disinforma il cittadino che vota. 2) Far capire che la società civile non può solo pensare al proprio benessere ma che occorre un nuovo impegno, un nuovo modo di fare la politica. Questo movimento è presente un pò in tutte le nazioni e forse in futuro porterà mutamenti in politica, intanto Redford mette l'accento sull'impegno, secondo lui è impossibile essere felici con una Mercedes da 90.000 dollari mentre molti americani muoiono in guerra o soffrono la fame nel paese più ricco del mondo. A proposito ma Redford che macchina ha? 3) Far capire ai militari che lui stesso (Redford) capisce ed ammira i soldati che combattono per la patria, ritiene giuste e valide tutte le loro motivazioni ma traspare il suo disappunto per una guerra inutile, costosa, dannosa per l'immagine americana. Mi ha stupito un pò la totale indifferenza verso le sofferenze del popolo Iraqeno ed Afghano. Il documento è un'opera che sembra essere realizzata da un repubblicano pentito o quantomeno scontento della guerra. Un pezzo ragionato di coscienza civile, una chiamata alla politica attiva del popolo. Credo che in America qualcuno rifletterà mentre Redford conterà gli incassi del botteghino.



Riccardo, 38 anni, Montesilvano.





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