Sono rimasto davvero deluso.....salvo soltanto le performance degli skater nelle varie sequenza musicali....ma il film del paranoid park nn parla qusi niente e si vede pochissimo....film che faccio fatica a trovare un senso....conclusione, film piuttosto brutto come pochi altri.....
Più vedo film di Gus Van Sant e meno capisco da dove derivi la sua fama di genio. Probabilmente i suoi sono lavori per cinefili estremisti, quelli per cui la forma conta quanto la sostanza, se non di più; anche quando è proprio per colpa della forma se i contenuti perdono efficacia. Come Elephant, questo è un film lento e ricco di silenzi, in cui trama e caratterizzazioni sono ridotte all'osso; ciò su cui VS si concentra è lo stile narrativo, con cui tenta - riuscendoci invero - di trascinarci all'interno della vicenda. Il regista infatti con le sue scene prolungate e ripetitive non vuole "raccontare" qualcosa, ma "farci sentire" qualcosa, in questo caso l'indolenza che caratterizza la vita del protagonista, un adolescente privo di veri interessi, desideri o valori, nonché di persone che possano essere per lui un modello o un punto di riferimento. Lo vediamo trascorrere le sue giornate nella più totale apatia, finché accade qualcosa di così grave da costringerlo a scuotersi dal suo torpore... ma solo per un momento, poi - puff! - si getta alle spalle anche questo, senza che nessuno, né amici né parenti, si accorga di nulla. Detto così sembra una gran bella idea, e lo è, ma purtroppo i buoni propositi rimangono confinati nelle intenzioni. Il problema sostanzialmente è che il film è davvero tutto qui; non date retta a chi dice che è complicato, adatto a pochi eletti dall'intelletto superiore, i significati sono chiarissimi e se non li avete colti probabilmente è perché vi siete addormentati - cosa del tutto comprensibile. A VS sarebbe bastata un'oretta per dire tutto quel che doveva, invece si prende 90 minuti che sembrano il doppio perché, come al solito, deve tirarsela e far vedere quanto è figo il suo stile personale. Ed ecco quindi che piovono ralenti, pianosequenza del ragazzo che cammina, riprese sgranate degli skater, docce infinite... Certe scene sono di una prolissità e ripetitività indecente, e sembrano volte, più che ad aiutarci ad immergerci nel mondo allucinato del protagonista, al puro autocompiacimento e al desiderio di fare l'alternativo a tutti i costi, anche quando non necessario. Il risultato è che anche lo spettatore più bendisposto - in primis gli adolescenti che il film vorrebbe descrivere - abbandonerà presto le riflessioni sulla gioventù allo sbando in favore di un pisolino, anche perché spesso lo sforzo di tenere le palpebre aperte non è ricompensato visto che per ogni buona trovata (i genitori mai a fuoco) ce ne sono due altrettanto banali (il "LOL che figata!" dei ragazzini davanti alle foto di un cadavere come segno di incapacità di distinguere il bene dal male, o la lunga doccia che rappresenta la volontà di lavar via la propria colpa). Questo a meno che siate appunto dei cinefili, in questo caso potrete spellarvi le mani applaudendo le indubbie capacità tecniche di GVS. Sei, perché comunque lo preferisco a Elephant, che era solo un mero esercizio di stile popolato da stereotipi.
Che questo film non piaccia agli adulti è comprensibile. Che non piaccia ai ragazzi è sconfortante perchè trattasi di una fotografia con l'autoscatto. Ergo, il fatto che non ci si senta riflessi suona come un po' angosciante. Forse, certi commenti sono l'involontaria quanto agghiacciante conferma dello stato delle cose che il film mostra. E terribile, ma mi pare che le cose stiano proprio così.