Anche a me sembra troppo severa la recensione ufficiale e molto più azzeccate le opinioni di molti, sopratutto quelle dei calabresi.
In effetti i piani da osservare sono due: il film in quanto tale, è una storia poco credibile, un pò ingenua e surreale, veramente amtoriale ed entusiasta nelle intenzioni, forse come voleva essere il film dei tre ragazzi. Che Colapresti sia così presuntuoso da non avere capito questo rivendendo il montaggio del suo film , mi sembra impossibilie visto che è un serio professionista che ha già fatto ottimi film.
L'altro piano è quello della Calabria che lui, da calabrese vuole rappresentare, a modo suo naturalmente. Chi non è calabrese non può capire quanto dolore faccia vedere la distanza di "civiltà" di un paesino, appunto come Diamante, dalla società cosìdetta civilizzata: l'impatto con Roma ed il suo traffico lo testimonia e traumatizza i ragazzi, ma fino a quando non cominciano a prendere "confidenza" con il mondo del cinema, al punto da convincere niente meno che Valeria Bruni Tedesco, a...conoscere il sud e Deapardieu a tornarci. Chi è calabrese, ma anche chi non lo è, sente un profondo dolore nel vedere quel mare, le sue onde che consumano il calcestruzzo del molo, l'isola di Dino così vicina ma così lontana ed in vendita, e l'accoglienza struggente riservata dal paesino al "grande" Depardieu. Conoscere l'ingenuità e la dolcezza di quelle persone, di quel paese, la bontà del cibo e la forza del peperoncino e di quel mare, possono fare morire Depardieu, più dell'abbuffata?
la stroncatura mi sembra eccessiva
ci sono in giro tanti film pessimi che non vengono stroncati allo stesso modo ...
sì, è vero che la storia è un pò "accozzagliata", ma la mia impressione (non avendo mai avuto modo di sentir parlare il regista) è che qualcosa di buono sia stato detto, al di là di qualche qualunquismo che tuttosommato si può perdonare.
credo che il film possa tranquillamente essere visto
soprattutto per la bella descrizione di diamante e della semplicità dei suoi abitanti
eppoi anche per il turbamento e la voglia di fare delle giovani generazioni che vivono in piccole realtà con poche opportunità a disposizione
"mipiaceandarealcinema53"
Concordo pienamente con la recensione Altobelli... storia al limite del paranoico, dialoghi raffazzonati con audio a volte inafferrabile, sceneggiatura imbarazzante e tremolante... mi sa che c'era qualche sovvenzione da sfruttare e con un paio di ottimi amici attori il regista ha condotto in porto questo vaneggiamento di film.
L'ho visto comunque per intero perchè sono trent'anni che villeggio a Diamante e mi ha divertito rivedere posti che conosco come il palmo della mano oltre che vari personaggi del posto prestati al cinema ( o no?)
Non esco mai da un cinema prima che il film finisca. Questa volta ho fatto un'eccezione. La noia rischiava di uccidermi.
Film che vive solo di paesaggi estivi, con una trama debole e sciatta, con Abatantuono a cui del film non gli frega niente. Un'improbabile accozzaglia di giovani senza pensieri e senza parole, un corteggiamento sfilacciato tra 2 ragazzi con lei che o ci fa o ci è. Insomma, pessimo
Più che abbuffata... pasticcio!
un film discontinuo, sfuocato, insomma un pasticcio troppo condito. Le premesse del tag lancio (la storia di 4 aspiranti moviemakers calabri che, armati di coraggio e passione, affrontano la capitale in cerca del protagonista del loro film autoprodotto) si sfaldano, disperdendosi in una serie di "divagazioni" poco credibili ed inefficaci. Un suggerimento al buon Calopresti: o ci risparmia la sua presenza attoriale nei suoi film, o almeno si faccia doppiare. Film presuntuoso ed autocompiaciuto.