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Elizabeth the golden age

Opinioni presenti: 32
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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La regina "vergine"

(10/10) Voto 10di 10

Dieci anni dopo il film sui primi e difficili anni di regno di Elizabeth Tudor, giovane e "ribelle" erede al trono, "Elizabeth - The Golden Age" continua l'affascinante storia della "regina vergine". Dal film emerge l'immagine di una donna determinata e dalla forte personalità, che ha dedicato la sua vita all'Inghilterra ed è riuscita a conquistare il suo popolo. Dietro la perfetta ricostruzione storica, il regista vuole sottolineare l'aspetto interiore della Sovrana. Due secoli prima della giovanissima regina di Francia Marie Antoinette, Elizabeth rappresenta una donna indipendente e "moderna" per i suoi tempi, una donna pronta ad affrontare le difficoltà e a battersi per il destino della sua Terra. Mi hanno colpito in modo particolare la scenografia, le colonne sonore, i dialoghi e naturalmente la splendida interpretazione di Cate Blanchett; tutto questo ha rievocato l'atmosfera di quell'epoca, tanto lontana, facendola sentire più vicina a noi.



Ivan, 30 anni, Monteriggioni (SI).




Capolavoro magistrale

(10/10) Voto 10di 10

Ormai è ben evidente la mia predilizione per i film storici e in costume. Non posso dunque che apprezzare Elizabeth: una ricostruzione dettagliata di alcuni anni della vita della grande regina. La cosa più coinvolgente è che si resta affascinati, quasi attoniti dal suo fiero carattere, dalla sua forza, dal suo essre regina, guerriero ma anche donna. Il personaggio è molto particolare: è una donna che rinuncia al suo essere donna per votarsi al popolo d'Inghilterra, con anima, cuore e anche corpo. Infatti verrà chiamata la regina " Vergine" proprio per questa peculiarità. Crede di poter vivere senza un uomo, ma l'amore la scalfisce ugualmente. Non un Re, un principe o un nobile, ma un " pirata" avventuriero che solca i mari d'oltreoceno. Ma per lei non può esistere l'amore tanto che lo vive trasponendolo nella sua prediletta che addirittura diventa moglie e ha un bambino da lui. Ben presto però sussistono problemi ben più gravi per l'incolumità della Regina: Filippo di Spagna vuole distruggerla e spodestarla in nome di " Dio". E' il periodo della Santa Inquisizione e una regina Protestante è un elemento scomodo in Europa anche perchè ha in mano l'unico tassello di terra che manca a Filippo per divenire padrone e sovrano assoluto. Sarà il suo grande coraggio, il suo essere poliedrico a darle speranza e ad affrontare Filippo degnamente anche se con una grande inferiorità di uomini.



Davide, 16 anni, Reggio Calabria.




Cate è meravigliosa....

(10/10) Voto 10di 10

Un film fantastico pieno di passione, amore, sentimento, guerra, realtà storica e poesia fuse alla perfezione per dar vita ad un opera d'arte...A questo si aggiunge una protagonista eccelsa ed insuuperabile capace di esprimere qualsiasi sentimento che sia paura, rabbia, forza interiore. La regia è magnifica e le riprese, soprattutto quelle dall'alto, donano una magnificenza incomparabile al film! Ovviamente Cate meritava un'altro oscar e lo avrebbe meritato anche per Elizabeth I!



Francesco, 25 anni, Venezia (VE).




Simbolismo allo stato dell'Arte

(10/10) Voto 10di 10

"Elizabeth: The Golden Age" è un’opera impregnata di [U]simbolismo[/U]. Illustra il percorso interiore dell'umano verso l'illuminazione, un discorso di aspirazione (rappresentato anche dall'intenso uso del colore blu nei costumi) che incontra il sacrificio e l'abnegazione. Un cammino che parte da un rapporto di quiete/equilibrio tra ciò che protende al divino (lo spirito: Elizabeth) e il suo lato mortale (ciò che resta terreno: Bess Throckmorton). Genialmente Kapur sposa quanto detto col tema dell'eterno, all'epoca rappresentato anche dall'aura di mistero che avvolgeva i primi insediamenti inglesi nel Nuovo Mondo. Tutti restavano estasiati e muti dinanzi a questi “sogni” di infinite impossibili immensità. L'impostazione del discorso è volutamente mitica, come può essere inteso il concetto stesso della vita. Kapur ama riprendere ampi spazi, per calare il piccolo umano in un contesto di scala epica, sottolineando così l'aspetto drammatico dei momenti in cui l'essere che non ha ancora completato la sua strada verso l'illuminazione si sente perso; per poi occuparsi del suo intimo, che figura come molto importante perché riguarda la vita. I movimenti delle telecamere hanno una funzione primaria all'interno di questo simbolismo. Esse sono vive: ondeggiano, s'innalzano, levitano verso la luce caleidoscopica delle vetrate a mosaico - ruotano, assecondando la forma di stanze a pianta circolare (delineanti il desiderio di infinito) - spesso sono posizionate come uno sguardo che osserva l'umano e la storia, da lontano, di lato. Dall'alto verso il basso - descrivono ampie arcate tra le alte navate delle cattedrali, per poi scender lungo le ripide scalinate - scrutano dalle profondità dei fondali marini, quando le navi incendiarie inglesi collidono con quelle spagnole. Come nel primo film, "Elizabeth", continuano numerose le riprese a filo tra luce/oscurità, dietro a vetrate, accarezzate da veli, fuori fuoco. La prima inquadratura del matrimonio di Bess e Raleigh, non essendo stato approvato dalla regina, è completamente sfocata. Pura poesia intrisa di nostalgia quando Elizabeth, osservando Bess e Raleigh che danzano, si rivede durante gli spensierati anni giovanili. Ricorda ciò che era e pensa a ciò che non potrà mai più essere/avere... È un salto temporale che utilizza tre brevissime "visoni" dal film precedente, sottolineate dallo stesso "Love Theme" allora composto da Hirschfelder. La decapitazione di Mary Stuart è resa al massimo dell'intensità in una sequenza impregnata di misticismo/immortalità (Mary) e senso di fallimento/mortalità (Elizabeth). La compenetrazione di Elizabeth con gli Elementi, nel finale: acqua (le gigantesche onde della Manica), aria (il temporale), terra (le scogliere, il prato sul quale cammina scalza), fuoco (le navi che ardono da lontano), è dotata di una crescente forza espressiva che vola verso la definitiva illuminazione di Elizabeth, la trasfigurazione, il divino in Terra.



Myself, 39 anni, Kapur Land (estero).




Dio mi dia la forza di sopportare questa immensa libertà

(10/10) Voto 10di 10

"mi chiamano la regina vergine, non ho uno sposo, non ho un signore, non ho figli, sono madre del mio popolo, Dio mi dia la forza di sopportare questa immensa libertà, sono la vostra regina, sono me stessa" con queste meravigliose parole si conclude un bellissimo film e si apre un'epoca di prosperità economica per l'Inghilterra. in realtà, sposandosi, Elizabeth avrebbe perso quell'immensa libertà... nonchè denaro, rendite e proprietà varie ereditate dal padre con la condizione che tutto sarebbe rimasto suo solo se fosse rimasta nubile. si può biasimare una donna che ha visto nella fede in sè stessa l'unica via per la sopravvivenza sua e del suo popolo? non dimentichiamoci che prima di essere regina è stata figlia, anche illegittima, del famigerato Enrico VIII e che finchè quest'ultimo non è morto... la nostra Elizabeth ne avrà viste di ogni. sono sempre interessanti queste figure storiche al femminile appartenenti al lontano passato. al termine di un film del genere qualunque donna ha la tentazione di immedesimarsi e di provare le stesse emozioni, paure, gioie, dolori, a ripercorrere virtualmente gli stessi passi e a chiedersi "io... cos'avrei fatto al suo posto"?



Esmeralda, 41 anni, Milano.





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