Ho particolarmente apprezzato del film l'aver saputo riportare sulla pellicola lo stile particolarissimo di una pièce teatrale, nonostante proprio questo sia stato definito uno dei principali difetti da Diego Altobelli che ha recensito per il sito: l'atmosfera giocosa e vagamente surreale che pervade il tutto, lo stile leggermente aulico che solitamente non gradisco ma che in questo caso si sposa perfettamente col resto, l'alternarsi di poetici "sketch" con valore autonomo ma sempre intrinsecamente legati al filo della storia e dei personaggi... A sacrificio di queste scene, naturalmente, scorre lenta la "trama", l'azione è inesistente; mai lento invece il film, in cui si susseguono una dopo l'altra scene densissime.
Molti gli argomenti trattati: il funzionamento della scuola, i metodi di insegnamento, lo scopo della cultura, il senso degli esami, l'omosessualità, la pederastia, il valore umano... Il tutto con ironia e una leggera comicità. Una quantità di temi eccessiva, specialmente vista la delicatezza di alcuni e l'importanza di tutti, e questa forse è la pecca del film.
In definitiva ho visto History Boys con molto piacere.
Film lento,ke più va avanti e più nn vuole dire niente e più ti ammorba e ti ammoscia...maaaammamiaaa,proprio no!i primi dieci minuti sembrava molto simpatico ma poi il resto del film proprio nn si può guardare...metto 4 solo xkè gli attori nn erano tutti malaccio.
ma cosa voleva dire questo film? qualunque cosa fosse mi è completamente sfuggita. un groviglio di contraddizioni e pretese d'insegnamento.. vuote... giri di parole che vogliono dire tutto e niente, ma soprattutto... niente!! sicuramente il massimo per finti intellettuali... godetevelo!
Non certo un capolavoro, ma non trovo giustificata la stroncatura del critico. Il film è gradevole, gli attori sono in parte e la storia non è originale, ci sono alcuni spunti notevoli. Primo fra tutti una critica alla scuola intesa come "esamificio". Che la cultura non "serve", ma rende la vita migliore e, soprattutto, permette la vita, è un altro spunto interessante. Bellissima la scena del commento alla poesia "Il tamburino". Un po' retorica, ma davvero triste nella sua realtà la scena finale.
Peccato per alcune sbavature eccessive, quali la proposta del giovane Douglin al professore...
Diciamolo: il fatto che si parli di omofilia (non tanto di omosessualità ) disturba chi vede i film "scolastici" inglesi, laddove la cosa sembra abbastanza naturale agli studenti. Che poi l'omofobia colpisca il recensore che vede solo gay e gay nel film, tanto da chiudere con un insulso, inutile, ironico e offensivo "Gay Pride", e a lui sfugga il sarcasmo e l'ironia di Bennett sulla Istutizione Scuola inglese, questo è imperdonabile. Ok, c'è uno studente gay, è così terribile? C'è un professore che palpeggia gli studenti, è così "scandaloso"? Andiamo oltre, andiamo al piacere della scrittura e alle due lezioni del film: la cultura non "serve" a nulla se non a sapere e per andare avanti nella vita e ottenere quello che si vuole occorre mentire. Non sono due lezioni memorabili, niente di nuovo. Ma è il sarcasmo con cui Bennett le impartisce che ci piace. "Nessuno discute il valore teatrale" chiosa il recensore e si vede che pensa: "ancora un testo sui finocchi!" (povero Bennett, vedere il suo teatro, liquidato in questo modo). Il livore con cui si recensiscono questi film non ci sarebbe stato se al posto dei maschietti ci fossero state fanciulle dalla coscia aperta. Decisamente in Italia si deve ancora maturare e crescere.