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Lettere da Iwo Jima

Opinioni presenti: 24
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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E gli oscar?

(10/10) Voto 10di 10

Un film stupendo che a mio parere è impreziosito dalla chicca della lingua originale. "Ho promesso che sarei morto per il bene del mio paese e della mia famiglia ma proprio il pensiero della mia famiglia rende così difficile mantenere questa promessa" Clint si conferma straordinario anche nei panni di regista. Stupende le musiche, eccellenti i dialoghi, pensate che a Napoli questo film è stato mandato in una sola sala perchè ritenuto "poco commerciale". Hanno ragione a dire che siamo una città di ignoranti.



Francesco, 26 anni, Napoli (NA).




un capolavoro. punto.

(10/10) Voto 10di 10

Attraverso gli occhi impauriti del soldato Saigo, la parabola descrittiva si dipana in maniera perfetta, raccontando in maniera asciutta e con un incredibile senso orientale l'attesa tutt'altro che impavida del nemico. Eastwood sceglie la strada del flashback per raccontare il passato di alcuni dei protagonisti, mostrando a noi uomini veri, privi di fanatismo e con storie di affetti normali come tutti noi o come qualunque americano("Prima che leggessi la lettera di Sam credevo che gli americani fossero delle persone infami, invece hanno delle mamme come noi che ci aspettano a casa"). Il fanatismo e il senso del dovere viene mostrato in maniera lucida e senza enfatismi, il coraggio folle o ragionato dei kamikaze o del senso del servigio di antico retaggio era innegabile e sarebbe stato ingannevole non mostrarlo, ma ci vengono mostrati anche alti ufficiali che amano i loro uomini, non li vorebbero mai sacrificare senza senso e sono nonostante questo coraggiosi e pronti al sacrificio personale ("Io sarò sempre davanti a voi!"). Eastwood genialmente si avvicina alla storia con un senso orientale parametrabile al senso americano della prima parte del dittico, raccontando la storia in una maniera che avrebbe fatto molto piacere a Kurosawa, esplicando con precisione la gerarchia e mettendo come protagonista l'ultimo degli eroi che sul campo si dimostra sensato e ha la sua parte nel rendere l'iconografia del girato e del pensiero(strepitoso il pezzo del secchio pieno di escrementi che si ribalta, dove si vuol sottointendere che la cosa sta sfuggendo al controllo e le difficoltà sono insormontabili a ogni livello). Parlando della fase iconografica vediamo come le rivalità della guerra sono solo dovute al periodo bellico, in fase post o pre ci sarà spazio sia per le riconoscenze e le onoreficenze, dimostrata con la medaglia alle olimpiadi del 1932, la cena dopo la collaborazione con dono della pistola in manico d'avorio, con la stretta di mano tra il soldato(zio)Sam e il gerarca nipponico. Per non parlare della figura del soldato deciso a tutti i costi al sacrificio portandosi un carro armato con sè ma che alla fine dovrà arrendersi al concetto che un sacrificio inutile non vale poi molto di più di una resa con onore, dove anche i nemici hanno rispetto per la tua vita e diversamente da altri che hanno lasciato il campo non verranno comuqnue sacrificati in barba alle convenzioni di Ginevra. Eastwood con un incredibile coraggio cinicamente ci fa vedere una faccia dei soldati americani non pulita, pronti ad agire contro ogni logica umana. Superparter fino in fondo come nel primo film, anche in questo riesce a conferire il giusto onore senza dimenticare il percorso infernale lastricato di difetti(le costrizioni ai soldati, le umiliazioni e le eccessive prove di fedeltà come quella del cane nel flashback), con un lavoro praticamente perfetto di correlazione tra il primo film e questo nei momenti salienti(la bandiera issata, l'attesa del primo fuoco).



Pietro, 42 anni, Gessate (MI).




Il mio Oscar

(10/10) Voto 10di 10

Rimango convinto che questo era il vero film da Oscar. Questo film racchiude almeno 10 momenti topici, intensi, di pura commozione. E poi è anche tanto delicato, amaro, vero....... Un film che difficilmente dimenticherò!



Francesco, 28 anni, Ancona (AN).




meraviglioso!

(10/10) Voto 10di 10

Eh sì, Clint Eastwood è riuscito a fare un grande lavoro. Non solo Flags of our fathers era un film molto ben realizzato, ma Lettere da Iwo Jima è ancora migliore. Regia impeccabile, molto bella anche la colonna sonora. Ma ciò che rimane nel cuore dopo la visione del film sono i personaggi, ognuno con la propria storia, ognuno finito in guerra per un motivo diverso e che ha motivi diversi per restare in vita. C'è l'intelligente generale Kuribayashi (Ken Watanabe), che ha vissuto a lungo negli USA e che tra gli americani ha molti amici e che tuttavia fa il proprio dovere per la Patria; c'è il barone Nishi (Tsuyoshi Ihara), medaglia olimpica, che regala momenti bellissimi nel dialogo con il ferito americano catturato; c'è Shimizu (Ryo Kase), che è stato cacciato dai Kenpeitai perchè "vigliacco"... e c'è Saigo, il giovane fornaio che vuole solo tornare a casa vivo per rivedere la moglie e incontrare la figlia appena nata, interpretato da un bravissimo Kazunari Ninomiya. Un cast di altissimo livello, un'opera realizzata con molta cura, un film originale anche nella scelta di essere distribuito in lingua (anche se forse si sarebbe dovuta dare maggiore attenzione al sottotitolaggio italiano, purtroppo non eccelso in molti punti - sospetto che i nostri sottotitoli siano stati tradotti da quelli inglesi, e non dal parlato giapponese...). Insomma, un film che vale la pena di vedere, che fa riflettere, che rimane dentro. Voto 10



Federica, 21 anni, Monticello (LC).




Lettere da iwo jima, un film da oscar!!!!!

(10/10) Voto 10di 10

Non c'è alcun dubbio....questo film è un capolavoro unico nel suo genere. per riuscire a vederlo sono dovoto andare fino a milano (perchè a como non è uscito in nessuna sala) ma ne è valsa la pena. lettere da iwo jima racconta attraverso le vicende del generale kuribayashi e altri soldati, la guerra avvenuta appunto a iwo jima, vista questa volta dal punto di vista dell'esercito giapponese. clint eastwood fa un ennesimo salto di qualità dirigendo questo ultimo capitolo riguardo la cruenta battaglia avvenuta su quell'isola. il film ovviamente non si limita a raccontare semplicemente la battaglia per quella che è(come nel precedete film daltronde...), ma mostra la mentalità dei giapponesi e ci fa comprendere le usanze e i pensieri che essi adottano,(non solo sul campo di battaglia, ma anche nella vita quotidiana) attraverso immagini crude e asciute, prive di un qualsiasi giudizzio o per meglio dire, preferenza riguardo questa popolazione pittosto che l'altra, ovviamente...(gli amercani). guardando "flags of our fathers" e "lettere da iwo jima" si comprende benissimo il messaggio che eastwood ci vole trasmettere, ovvero, che la guerra è un inutile cazzata e che in essa non vi partecipano ne soldati buoni e ne soldati cattivi, ma solamente persone, uomini di famiglia, piuttosto che studenti o altro ancora... sono dell'idea che il secondo capitolo superi di gran lunga il precedente, sia per la storia che per come è stato girato....come al solito la regia e la fotografia sono una favola, la scenografia e gli effetti speciali sono ottimi e la sceneggiatura è a dir poco perfetta. il tutto viene accompagnato dolcemente da una memorabile se non di più...colonna sonora, semplice, ma efficace. non mi stupisce affatto che il film sia candidato a 4 premi oscar e non mi sturebbe affato che il vecchio clint vincesse il suo terzo, come regista. comunque, sono molto contento di essermi potuto gustare quest'ultima opera di uno tra i migliori maestri della storia del cinema e spero di vederne altrettante altre. grande clint!!!! ps:consiglio a tutti di andare a vedere questa mera vigliosa pellicola. ciao



Sascha, 16 anni, Como (CO).





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