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A casa nostra

Opinioni presenti: 13
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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Bello ma quante coincidenze

(7/10) Voto 7di 10

Il film è bello, vivo ricco e si fa seguire. Ogni tanto xò escono delle coincidenze un pò troppo forzate. bello il finale dove tutto si fonde e mischia col caos della metropoli e così i protagonisti non lo sono più persi nel marasma cittadino.



Pierluigi, 28 anni, San giovanni (CR).




ottimo

(10/10) Voto 10di 10

Sinceramente,non sono d'accordo neanch'io con la recensione. Il film mi sembra ben realizzato ma, soprattutto, con una storia ad intrecci che s'incastrano in maniera sorprendente. Il film non è propriamente ad episodi, le storie sono infatti un tutt'uno e ricompongono una sorta di puzzle con una serie di rimandi e coincidenze che fanno capire quanto paradossale la vita possa essere. Certo, quello della presentazione di varie storie di personaggi che finiscono per ricongiungersi è un giochetto già usato da altri ma chi è che inventa qualcosa di nuovo?...senza considerare che nel cinema, soprattutto ultimamente, si assiste a veri e propri film-plagio (a volte persino osannati) e non mi pare il caso di scandalizzarsi per lo sfruttamento di un trucco narrativo già sfuttato. Probabilmente è vero che il film non scuote lo spettatore ma ci ho fatto caso solo dopo aver letto la recensione perchè credo che non era quella l'intenzione della regista: alcuni film non vogliono emozionare ma dipingere una situazione reale con distacco con lo scopo di far riflettere!



Costa, 36 anni, Pescara (PE).




Debole Comencini...

(2/10) Voto 2di 10

Banale l'intreccio, stereotipati i personaggi, appena abbozzati, senza spessore e senz'anima, qualche spruzzatina di melenso (il vestitino dell'infante mai nato comprato dalla moglie di Ugo: che caduta di tono!): ed ecco il film. Saremmo riusciti a sopravvivere anche senza questo superfluo esercizio si stile poco felice. I bu sono da maleducati, ma perfettamente meritati. La fiducia dello spettatore è una cosa seria...



Pantalea, 44 anni, Catanzaro (CO).




mamma mia!

(2/10) Voto 2di 10

Che noia! Che tristezza! Che disperazione! Tutti cattivi (o almeno, un pò str**zi)! Fotografia pretenziosa in una Milano da incendiare. Perchè farsi del male? Perchè qualcuno parla ancora della Golino come di un'"attrice"?



Lucio, 47 anni, Roma (RM).




Ci sentiamo........... proprio a casa nostra

(8/10) Voto 8di 10

Questa volta non sono del tutto d'accordo con la recensione di Andrea D'Addio. Certamente c'è troppa carne al fuoco in questo film di Francesca Comencini, ma non è vero che si sia fermata alle buone intenzioni e non abbia approfondito i molti personaggi, le loro storie e come queste si intersecano tra loro. Se un film mi suscita emozioni, credo che il regista ha fatto centro. Certo si può fare piangere anche con una fiction o con un fotoromanzo, ma non è il nostro caso. Cominciamo dalla fine: l'ospedale è il collante di tutte le storie, chi ci arriva per una malattia....del cuore, chi per una violenza, chi perchè in attesa di una nascita, anche se non gli appartiene, chi per stare vicino al proprio caro. Ospedale può essere uguale a cura, ma anche medicina dei mali del cuore dei protagonisti? Valeria Gonino interpreta il ruolo chiave di tutto il film e "cura" i mali della società, quelli del proprio cuore e quelli del cuore degli altri, molto brava, intensa e credibile la sua interpretazione, come in tutti i suoi ultimi film. Ci sono altri collanti in questo film, il denaro certamente è uno di questi, ed è la molla che spinge verso il bene, verso il male o serve per la stessa sopravvivenza dei...sentimenti, come nel caso della coppia di vecchi ed ancora innamorati pensionati. A proposito di “collanti” del film ne vorrei consigliare ancora uno forse quello giusto, se non hanno fatto ……presa gli altri, è la maternità, forte intensa e vissuta in modo diverso da un pò tutti. E’ normale che le donne abbiano questo rapporto con la propria maternità, se la si è perduta, come nel caso della moglie del “cattivo” ex- Montalbano (Ugo), o se la si aspetta, come nel caso della Gonino, quando dice al ragazzo “vienimi dentro”, o se è involontaria e inconsapevole, come nel caso della prostituta già morta, ma in “dolce” attesa. Persino Ugo, il cattivo del film , cerca di avere una maternità adottiva ma, per non smentirsi, fuori dalla legge e dalle regole. Un po’ scontate alcune figure stereotipate, o situazioni, il ruolo della televisione strappalacrime, quello dei soldi, della coca e della prostituzione rumena che ci ripongono un mix di cose “no buone”, già viste e risapute. Quello che invece non si è visto, tranne che in qualche inquadratura del Duomo, della torre Velasca e di una fabbrica dimessa, è Milano. Si è fatto un gran parlare che Milano fosse il luogo dove tutto quello che di brutto accade nel film si sarebbe potuto verificare, ma non è così. Milano è solo lo sfondo di una società che purtroppo è solo uguale a se stessa, forte con le menti deboli, alle quali propone il soldo come mezzo per acquisire il superfluo, il superficiale e per sollevarle dal grigiore del quotidiano. C’è chi sa riscattarsi, il benzinaio, e chi no, la ex modella che non riesce ad essere anoressica come le altre, perché a lei piace cantare. Per finire un consiglio al Signor Sindaco Moratti, stia tranquilla può andarlo a vedere questo film, non rende di Milano una immagine peggiore di quella che già è …anzi!



Giuseppe, 58 anni, Milano.





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