19 Ottobre 2006 - Conferenza Stampa
"A casa nostra"
Intervista al regista e al cast.
di Andrea D'Addio
Alla confrenza stampa del film di Francesca Comencini presentato alla Festa del cinema di Roma, sono presenti la stessa regista, lo sceneggiatore Franco Bernini e buona parte del cast: Luca Zingaretti, Valeria Golino, Luca Argentero e Laura Chiatti. Alla fine della proiezione, da poco terminata, ci sono stati parecchi (maleducati a prescindere) "buuu" da parte di alcuni addetti "stampa", ma il silenzio quasi glaciale che accompagna l'entrata in sala dei protagonisti fa capire come gli estimatori di questo lavoro siano comunque pochi...
Quale è stata la genesi dell'idea del film? Perchè proprio Milano?
Francesca Comencini: L'idea iniziale era quella di fare un film sul denaro; poi è nata quella di girarlo a Milano, cuore della finanza e dei mercati, anche perché è una città poco presente nei film ma una parte importante della vita del Paese. La sceneggiatura è stata scritta prima delle vicende dei vari Fiorani e Ricucci. Volevamo gettare lo sguardo sull'Italia di oggi, un Paese in cui non ci riconosciamo più. L'Italia ha cambiato faccia è difficile da raccontare, è diventata l'ombra di noi stessi, da qui viene l'idea di casa, è qualcosa di nostro. Credo che la nostra epoca stia crescendo degli adolescenti meno liberi di quanto non fossimo noi negli anni Settanta, e questa è un'involuzione; in questo senso sono molto pessimista.
Franco Bernini: Il denaro è il tema principale: viene usato in vari modi, per comprare tutto. Volevamo parlarne anche per ciò che implica nei rapporti tra gli esseri umani: ogni personaggio, in riferimento ai soldi, perde o acquista una sua morale nel corso della storia.
Però la pellicola finsice col risultare un poco lenta e moralista, quasi che si cerchi per forza di dare un giudizio su ogni nostro problema quotidiano...
Francesca Comencini: Ma i giornali li leggete? Vi rendete conto della facilità con cui il denaro oggi in Italia viene giocato, rubato, usato? Merita o no di parlarne in un film? La realtà italiana è centomila volte più grave di quella rappresentata da me. Non è un film che si schiera, molte contraddizioni rimangono aperte. E' un film che cerca di comprendere più che di schierarsi. Accanto a questo tema principale ci sono poi due corollari importanti: uno è il disprezzo per le donne che spessissimo si abbina alla circolazione del denaro illecito, e l'altro è la semplicità delle cose che questi personaggi cercano davvero e che celano dietro alla rincorsa del denaro, ovvero l'amore e il desiderio di avere figli. Prima di schierarmi, voglio comprendere a fondo le nuove dinamiche che regolano l'Italia: il rapporto con il denaro soprattutto, e Milanone è corollario essendo "il manifesto" di una generazione in cui "l'eleganza è fondamentale". Io comunque ritengo di aver fatto un bel film. Tutto il cast ritiene di aver fatto un buon lavoro.
Uno sguardo femminile inusuale per il nostro cinema...
Valeria Golino: Quella scena in cui dico: questa è anche casa nostra, è una scena catartica per tutto il film. Il mio personaggio, testardo, mascolino ma anche vulnerabile, deve far capire a Luca Zingaretti che ciò che sta facendo è amorale e che se ne deve rendere conto. Rita si ritrova spesso in situazioni paradossali come quando cerca di proteggere una donna picchiata dal suo uomo e finisce quasi malmenata da lei. I rapporti umani sono più complessi di quello che si vede all'esterno. Lei è una donna con un forte aspetto pubblico di coerenza e onesta. Prova un moto di veemenza verso la giustizia nonostante sia anche lei, come tutti gli altri, un personaggio contraddittorio e vulnerabile. Non sempre ruoli così forti sono affidati alle donne, mi ha fatto enorme piacere che Francesca abbia pensato a me.
Sempre più ruoli da cattivo per Zingaretti...
Luca Zingaretti: Non si tratta di un vero cattivo, lui agisce senza consapevolezza. Non si rende conto di quello che fa tanto che ad un certo punto dice: 'Ma insomma questi sono soldi miei, questa è la mia banca non posso fare quello che mi pare?". Per me non è importante quando scelgo un film che il personaggio sia buono o cattivo, l'importante è che sia un personaggio interessante, che stimoli la mia voglia di interpretarlo. E questo lo era.
Un ruolo molto particolare per Laura Chiatti...
Laura Chiatti: Dopo un personaggio del genere sono entrata in analisi. Ho usato molto della mia introspezione per dare corpo a questa ragazza normale di provincia che si ritrova catapultata in un mondo che non le appartiene e si innamora di quest'uomo, profondamente, non lo fa solo per opportunismo. Francesca poi ha saputo che io nella realtà non volevo fare l'attrice ma la cantante e ha inserito una canzone nel film. Avrei dovuto cantare completamente nuda in quella scena, ma poi Francesca mi ha permesso d'indossare un perizoma.
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