Davvero un grande film. Un film di attori, un film di parole, un film che senza bisogno di effetti speciali fa riflettere davvero sulla situazione in cui ci si viene a trovare nelle dittature. Bellissimo il confronto tra Sophie e Mohr. Quest'ultimo non è certamente un criminale, ma il risentimento per la guerra del 1919, le conseguenze dell'inflazione, l'indottrinamento dei Nazi e l'idea che la legge sia sopra tutto gli impediscono di capire il valore della coscienza.
Il ruolo della coscienza e la fede in Dio, questi i due elementi, ben sottolineati dal film, che permettono ai componenti del gruppo di affrontare con coraggio la situazione.
Un peccato che a volte il doppiaggio sia poco felice. Il termine tedesco "Protokoll" in italiano si traduce verbale, non protocollo! E Sophie è "evangelica", non "evangelista" (questi sono solo Marco, Matteo, Luca e Giovanni)!
Larosa bianca è,a mio giudizio, veramente un bellissimo film...film come tanti che parladel terribile periodo nazista, film come pochiche da tutti i silenzi, i colori ti fariscoprire quella metàdel film celata ad una visione superficiale ma ben chiara al cuore.Un film che insegna e cheti fa venir voglia di attivarti per rendere migliore la tua vita e quella degli altri un film che non vuol dimenticare ma soprattutto che vuol parlare ai giovani...Necessita di essere visto!
Ps: mitica Julia Jentsch...I suoi occhi parlano più di tutte le sue battute...grazie Julia...!
Ho visto questo film quasi per caso e devo dire che sono rimasto piacevolmente appagato dalla proiezione.
E' il primo film che vedo sulla resistenza studentesca tedesca ai nazisti... non ne sapevo praticamente nulla e mi è piaciuto prima di tutto per questo motivo. Ora ne so un pochino di più!
Credo inoltre che sia girato molto bene:
1. sono stato con il fiato sospeso dall'inizio alla fine;
2. il regista è riuscito non so come a non far pesare troppo il drammatico finale...
Il rischio di cadere nello scontato era grosso, ma credo che sia stato ben evitato.
Vedetevelo.
dialoghi ben fatti, scene ben costruite, il film si presenta senza dubbio come un prodotto di pregevole fattura che parla al cuore di ogni spettatore. amicizia e libertà i capisaldi di questo dialogo ininterrotto tra le due fazioni contrapposte.
in uno sfondo di fede e politica, il reich viene messo a nudo dalle brillanti osservazioni di Sophie. il film forse deficia di un ritmo che l'avrebbe reso più avvincente, ma i valori non possono esseere ridotti ai meri effetti speciali. nel complesso un buon prodotto.
1943. in piena guerra mondiale, mentre il nazismo imperversava per l'europa e gli alleati preparavano l'attacco definitivo al terzo reich, un movimento segreto cercava di diffondere messaggi di pace contro la logica di potere che la follia del fuhrer aveva impartito. il nome di tale organizzazione era "la rosa bianca". a farne parte erano per lo più giovani universitari che intravedevano a priori l'esito devastante che la guerra avrebbe avuto sul loro paese. le azioni del movimento si limitavano ad iscrizioni di protesta sui muri o alla diffusione di volantini eversivi. l'organizzazione, diffusa in diverse parte dei territori occupati contava in germania sulla presenza di hans scholl e di sua sorella sophie, figli di un politico locale dal forte temperamento che a più riprese si era opposto al regime di hitler, pagando la sua intemperanza con periodi di prigionia. i due fratelli, scoperti mentre tentavano di diffondere volantini di protesta all'università, furono arrestati, sottoposti a varie torture psicologiche e non e, infine, condannati a morte per ghigliottinamento. "orso d'argento" per la "miglior regia" e la "migliore interpretazione femminile" e "premio della giuria ecumenica" al 55mo festival di berlino, "la rosa bianca" è un film che racconta i fatti con ineffabile precisione storica, lasciando poco o nulla al romanzato ed alla finzione. il regista marc rothemund segue la protagonista, una bravissima julia jentsch, all'interno di un percorso di barbarie che lentamente si configura come fuga da un mondo visto come assurdo, dove ogni razionalità s'infrange contro la pazzia dei gerarchi nazisti propugnatori della razza superiore. da lodare anche l'interpretazione di fabian hinrichs nei panni di hans, commovente immagine di guerriero della pace che alla libertà inneggia il suo ultimo grido prima di finire nei gangli del boia. un film che spiazza e colpisce per l'essenzialità del suo narrato e per la consapevolezza che quanto vive sul grande schermo è memoria incancellabile di un passato che ci appartiene. a tutti.
pagina 3 di 5
(9/10)
