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L'ombra del dubbio

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Media Voto: Media Voto: 9 (9/10)

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L'ombra del Maestro

(8/10) Voto 8di 10

E'il film preferito di Mastro Hitchcock,insomma,una garanzia. Inizia come un noir poliziesco anni '40 (appunto)per poi immergersi nella tranquilla cittadina campagnola americana con tipica famiglia americana di sani principi. E qui traspare il cinismo di Hitch che gode nel mischiare questi piatti così lontani. Il cattivone è Joseph Cotten,ripreso anche di sghembo per accrescerne la "pericolosità",oppure ripreso mentre si avvicina alla camera (quindi a noi). Film bellissimo anche se,a mio modesto parere,non superiore ad altri del maestro. Che dire però del doppiaggio italiano? In particolare quello dei bambini? Mistero...che ci sia anche qui lo zampino del maestro?



Michele, 37 anni, Venezia.




Shadow of a doubt

(10/10) Voto 10di 10

Questo grandioso film di Hitchcock segna una delle vette più alte del maestro del brivido. Probabilmente non è conosciuto al grande pubblico come i film degli anni cinquanta di Hitchcock o Psicho, ma qualitativamente parlando è un film bellissimo, pieno di tensione e ansia. Acclamato dallo stesso regista come il suo film preferito, probabilmente lo è davvero. L'unica pecca della versione italiana è il doppiaggio fatto (ormai parecchi decenni fa) da un gruppo di doppiatori dilettanti. Per coloro che parlano e capiscono l'inglese perfettamente si consiglia la versione originale.



Salvatore, 28 anni, Manfredonia (FG).




L'incubo del doppio

(9/10) Voto 9di 10

Uno dei più bei film di sir Alfred Hitchchock, ed il suo preferito. Pellicola ben accolta sia dal pubblico sia dai critici (anche dai più esigenti). Una tipica famiglia americana nel 1941 accoglie con grande gioia e benevolenza lo "zio Carlo", un parente, fratello della madre di famiglia, considerato quale un grande esempio da imitare, uomo d'affari di successo del quale andare fieri. In un clima "noir" ed ambiguo, infarcito anche di un pizzico di ultrasensorialità (la nipote Carla, protagonista, è un poco sensitiva, telepatica), lo "zio Carlo" si rivelerà essere completamente diverso dal personaggio idealizzato dalla famiglia, ma sarà solo la giovane Carla, la nipote che più lo ama, a scoprire i suoi terribili segreti. Splendido gioco di suspence e mistero, questo film è un gioiello quanto alla regia, alla splendida fotografia in bianco e nero che punta moltissimo sulle ombre allungate e sulle strisce-linee, tanto spesso utilizzate da Hitchchock nei suoi film, che vanno a "ferire" i protagonisti della vicenda. Carlo è spesso sapientemente inquadrato dal basso, a sottolinearne l'importanza nella storia, e spesso sulla sua testa appaiono inquadrati i soffitti, segno questo dell'atmosfera opprimente in cui egli si trova a vivere, vittima del suo stesso odio e della sua stessa ferocia. I soffitti lo tengono in trappola, ovunque egli fugga. Le linee d'ombra che tanto spesso ricadono su di lui arrivano ad intersecarsi fra loro fino a creare croci, quando egli è accanto alla finestra. La telecamera lo incastra negli angoli della casa, annunciando così la sua situazione senza uscita. Di estrema raffinatezza è la ricerca del dettaglio, con il motivo musicale della "Vedova allegra" che già compare nei titoli di testa del film ed è poi ripreso in maniera diegetica dal canticchiare della nipote-sensitiva Carla e connotato negativamente dal rovesciarsi improvviso del bicchiere dello zio allorché la giovane identifica il motivo con l'affermazione "E' La vedova allegra!". Come è tipico di Hitchchock, ci viene presentato lìinquietante, tragico confronto fra ciò che appare e ciò che è, fra ciò che si presenta all'esterno ed il suo doppio. Il tema del doppio, dell'io diviso, dell'esteriorità serena che nasconde un'interiorità negativa e complessa è il tema psicanalitico più importante per il grande regista inglese ed in questo film è ben sottolineato dal confronto fra la visione della realtà fittizia da parte di tutti e la percezione della realtà da parte della sola Carla. Carla e Carlo sono, come la ragazza dice all'inizio del film, la stessa cosa; tuttavia essi sono opposti uno all'altro: entrambi ammirevoli, amabili, dolci e benvoluti, ma mentre Carla è la verità Carlo è la menzogna, mentre Carla è l'integrità morale Carlo è la depravazione. Un bellissimo film, ben diretto, ben interpretato, ben fotografato, con buone musiche di Dimitri Tiomkin. Purtroppo la versione italiana presenta un pessimo doppiaggio.



Angela, 26 anni, Mn.





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