Quasi comico, anzi tristemente comico. Per quanto gli attori siano stati tutti piuttosto bravi, dimostrando in maniere evidente la loro abilità artistica, non sono riusciti a colmare il vuoto della trama decisamente assurda, arruffata e spesso ridicola.
Le risatine nella sala del conema comfermano questa mia opinione.
Film "tosto", sconsigliabile a chi non ha lo stomaco forte e a chi dal cinema pretende solo evasione e consolazione. amaro, spregiudicato, dissacrante "closer" è una grande prova di regia e un'occasione d'oro per un attore che voglia dimostrare quello che vale. che mike nichols (non per niente il regista preferito di meryl streep) fosse un maestro nel dirigere gli attori lo aveva dimostrato dal lontano 1966 ("chi ha paura di virginia woolf?") ma qui supera se stesso, con un lavoro difficile, interamente basato sul dialogo e sui gesti le espressioni gli stati d'animo dei protagonisti di cui coglie ogni minima sfumatura: quattro personaggi emblematici del mondo d'oggi, rappresentanti delle virtù (poche) e delle miserie (tante) di tutti noi. un film che non piacerà a molti ma che vale senz'altro la pena di vedere, una film che porta inevitabilmente alla discussione e al chiedersi chi siamo veramente e che tipo di vita andiamo costruendoci. la performance di julia roberts natalie portman jude law clive owen è da manuale (e della prima va lodato il coraggio di partecipare ad un film in cui non è la star assoluta e di un genere a cui i suoi fan non sono abituati, della seconda va detto che è una vera e autentica rivelazione).
E' la trasposizione cinematografica poco riuscita di una pièce teatrale. Il tema è l'antico girotondo dell'amore, con le sue contraddizioni (scontatezza delle situazioni acquisite, gelosia, desiderio di trasgressione, paura di perdersi).
La narrazione è lenta e procede a scatti in modo assai poco cinematografico. Evidente il contrasto fra i dialoghi e il contesto ambientale. Il linguaggio, scurrile, vorrebbe essere intimo, ma è pieno di ammiccamenti narcisistici e di inutile desiderio di stupire. L'intimità si perde nel contesto scenico, con risultati talora grotteschi.
In sintesi: amore e sesso con poca passione esistenziale in un film freddo e senza ritmo.
L'ultimo dell'anno sono andato a vedere "closer", sia spinto dalle 5 nominations ai golden globe: miglior regista, miglior film, migliore attrice non protagonista (natalie portman), migliore attore non protagonista (clive owen), migliore sceneggiatura; sia anche incuriosito dal fatto che questo film abbia battuto in usa ogni record di abbandoni in corso di visione con conseguente richiesta di rimborso del biglietto (gli ipocriti bacchettoni sono stati certamente scandalizzati da un linguaggio così esplicito).
la storia è decisamente banale: due coppie che si scambiano in quasi tutti i modi possibili, compresa una esilarante chattata su internet dei due maschi (che da qui in avanti userò come esemplificazione del mito della caverna di platone). il racconto è molto (troppo?) esplicito sul piano verbale e abbastanza casto sul piano visivo, la cosa si spiega considerando che si tratta di una fedele trasposizione di una piece teatrale.
in pratica si tratta di una lunga dissertazione sulla sincerità e la menzogna nella vita di coppia, che porta avanti, con esempi, la (ragionevole) ipotesi che, nel rapporto a due, solo i bischeri cercano e dicono la verità.
julia roberts è, come al solito, splendida e bravissima (regge da sola praticamente tutto il film, una interpretazione da oscar).
molto bravo anche clive owen aiutato anche dal fatto che il suo personaggio è decisamente simpatico.
jude law (che aveva fatto il fessacchiotto imbecille in "i love you i love you not") qui fa invece la parte del fesso imbecille, dopo hugh grant abbiamo un nuovo talento naturale per questa tipologia di personaggio.
natalie portman è invece una delusione totale, lanciata dalla parte della regina amidala nei primi (ultimi in ordine di tempo) episodi di star wars, alle prese con una parte drammatica crolla miseramente esibendo la stessa insipida espressione facciale per tutto il film, sia che pianga, che rida o che mostri le sue non molto opulente bellezze (che comunque noi non vediamo).
Teatralmente impostato riesce a trasmettere l'enfasi della passione, l'intreccio dei sentimenti e della fisicità dei personaggi. mai volgare, spesso "forte", ma sempre reale. anche la chattata tra i due uomini è assolutamente verosimile. talvolta claustrofobico, il colpo di scena finale fa capire quanto la vera realtà sia la proprio la menzogna su cui la giovane protagonista basa tutto il suo rapporto.
pagina 1 di 79
(6.5/10)
