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The Manchurian Candidate

Opinioni presenti: 66
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Il canditato “programmato”

(6/10) Voto 6di 10

Jonathan Demme (“Qualcosa di travolgente”, “Il silenzio degli innocenti”, “Philadelphia”) nel 2002 aveva già sperimentato la sua capacità di dirigere un remake con “The Truth about Charlie” (versione riveduta e corretta del celeberrimo film “Sciarada” con la coppia C. Grant/A. Hepburn. Questa invece è la volta del remake, tratto dal romanzo di Richard Condon, di "Va' e uccidi" diretto da John Frankenheimer nel 1962, con Frank Sinatra e Laurence Harvey. Demme ne ha ottenuto un avvincente anche se lento, nel ritmo, thriller fantapolitico che nasconde un fondo di verità: la sempre più forte e decisa influenza dei finanziatori delle campagna politiche americane. In questo caso specifico la Manchurian Global alla quale si fa riferimento nel titolo della pellicola. Il tema dell’uomo “solo contro a tutti” di fronte ad un complotto è stata già largamente utilizzata al cinema(basti pensare a pellicole come “I tre giorni del condor”) e questa volta il ruolo passa ad un attore fra i più conosciuti ed apprezzati di Hollywood, Denzel Washington (nel ruolo che in “Va’ e uccidi” fu di Frank Sinatra). Gli fa da contraltare un affascinante quanto sornione Liev Schreiber (“Scream 2” e “Scream 3”, “Kate & Leopold”, “Rko 281”, “Al vertice della tensione”). Nel cast troviamo anche la sempre brava Maryl Streep (nel ruolo della spietata madre di Raymond) e i veterani Jon Voight, Miguel Ferrer (cugino di George Clooney) e Dean Stockwell. Il risultato ottenuto da Demme non è strabiliante, ma lascia il tempo di pensare a quanto di vero ci possa essere in una pellicola così paradossale e quanto la manipolazione politica sia a stretto strettissimo contatto con la manipolazione delle menti umane. La verità è che la “cospirazione politica” è sempre di moda nel mondo del cinema.



Maddalena, 40 anni, Milano (MI).




Complotto edipico

(8/10) Voto 8di 10

Alla ricerca di quel grande successo di critica e di pubblico che da tanto tempo gli manca, Jonathan Demme, dopo il flop commerciale dell’incerto “The truth abouot Charlie”, firma con “The Manchurian candidate” il suo secondo remake consecutivo, ben riadattando il romanzo di Richard Condon, già portato sullo schermo con il titolo (in Italia) “Va’ e uccidi” nel 1962 da John Frankenheimer. Qui il protagonista è il capitano Bennet Marco (un Denzel Washington che lavora di sottrazione, riuscendo ad essere credibile pur portando un cognome chiaramente italiano, non a caso e più correttamente nell’originale la parte era stata affidata a Frank Sinatra…) che reduce da un’imboscata durante la guerra del golfo in Kuwait nella quale persero la vita due suoi uomini, tornato in patria a distanza di anni, continua ad esser tormentato da terribili incubi. Come andarono realmente i fatti durante quella maledetta missione ? Lui e il suo gruppo furono veramente salvati da un atto eroico dell’apparente mite sergente Raymond Shaw (un bravissimo Liev Schreiber) ora giovane politico in ascesa, candidato alla vicepresidenza degli Stati Uniti? Oppure avvenne anche qualcos’altro? E se fosse tutta una messa in scena, se a tutti i partecipanti a quella operazione fosse stato fatto il lavaggio del cervello? E chi è veramente Raymond Show? A tutte queste domande risponderà spesso brillantemente Demme, ben distribuendo i vari colpi di scena, affidandosi ad un montaggio alternato di elevata fattura, come ad esempio nella incalzante scena finale. Ma Demme, oltre a fare di “The Manchurian Candidate” un solido thriller fantapolitico, a tratti è vero un po’ verboso e macchinoso, ma sempre di notevole impatto emotivo, riesce anche a trasmettere un notevole senso di inquietudine per come mostra il ruolo palesemente manipolatorio che possono avere i mezzi di comunicazione, e soprattutto per la sua capacità di gettare evidenti ombre sull’odierna realtà politica americana. È infatti tristemente difficile non pensare alla ormai famigerata società Halliburton dell’attuale vice presidente Dick Cheney, quando nel film entra prepotentemente in gioco la potentissima Manchurian, pronta a tutto pur di vedere un suo uomo, anche qualcosa di più…, ai vertici della Casa Bianca. Quello di Demme è quindi un ritorno felice ai suoi tempi migliori, anche perchè non bisogna dimenticare che il film è oltretutto nobilitato dalla presenza di Meryl Streep, che nel ruolo della perfida, arrogante e quasi demoniaca madre del candidato, ci regala uno dei più straordinari ritratti della sua forse ineguagliabile carriera. Impensabile non vederla nuovamente nominata ai prossimi oscar.



BobtheHeat, 39 anni, Milano (MI).




Deludente

(4/10) Voto 4di 10

Nutrivo sincere aspettative, per il regista, il cast, la trama che mi sembrava avvincente. In realtà, il racconto è troppo caricato per essere convincente, ed a volte è davvero caricaturale (microchip impiantati sottopelle e strappati a morsi, medici pseudonazisti sudafricani, interi laboratori sgomberati in una notte, persone telecomandate al telefono, i soliti federali che arrivano alla fine ma sapevano tutto fin dall'inizio, e per finire la chicca del rapporto edipico...). E poi gli insopportabili "salti" del racconto, tipici dei film tratti da romanzi troppo complessi per essere sintetizzati, con lo spettatore che si trova a chiedersi "e quello come ha fatto ad arrivare lì?". Le splendide interpretazioni di Washington e Streep (ma a quei livelli non potrebbero selezionare un po' meglio i copioni??) non riescono purtroppo a riscattare il film, che fa pensare ad un'occasione perduta. Possibile che, con gli scenari internazionali che ci ritroviamo, non sia possibile proporre qualcosa di più credibile? Viene davvero da pensare che una simile "fuga nell'assurdo" abbia lo scopo preciso di rassicurare il pubblico (americano e non): se questi sono i complotti per manipolare la politica, tranquilli che non esistono! Restano Denzel Washington, intenso come sempre, e Meryl Steep, travolgente nel ruolo: può essere sufficiente, basta calibrare le aspettative!!



Irene, 38 anni, Bologna.




fantapolitica?

(7/10) Voto 7di 10

...non direi questo film ti lascia un po' interdetto perche' alla fine pensi che tutto questo puo' accadere: le manipolazioni genetiche, o un esercito fatto da automi son cose che cmq possono essere "plausibili". Riguardo agli interpreti menzione di merito per la Streep bravissima nel ruolo di "madre-padrona" e ovviamente il buon Denzel imponente e rigoroso con un fisico (invidia!) che non invecchia mai.



Massimo, 37 anni, Treviso.




La media del voto di questo film è scandalosa

(10/10) Voto 10di 10

complimenti per la recensione di filmup che mi ha spinto a veder questo film in dvd. Non ho letto le opinioni prima di vederlo per non lasciarmi influenzare..bene..anche se le avessi lette non ssarebbe cambiato nulla. la più efficace interpretazione di denzel W. in un film sopseso , nemmeno poi tanto , tra fantapolitica e triste realtà.Assolutamente imperdibile per tutti. Non date retta a chi vi dice il contrario, loro meritano le schifezze che tutti conosciamo ( vanzina, fantastici quattro e pretty woman ..etc etc.... ).



Davide, 37 anni, Roma.





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