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02 settembre 2004 - Conferenza stampa
"The Manchurian candidate"
Intervista a Denzel Washington, Meryl Streep e Jonathan Demme
di Valerio Salvi
Entrano nella sala delle interviste, accolti da un interminabile scroscio di applausi, Jonathan Demme, Denzel Washington, Meryl Streep e Liev Schreiber protagonisti di The Manchurian candidate, anche se Denzel è presente anche con Man on fire, ma non si può dire ad alta voce visto che l'incontro stampa è sotto l'egida della UIP.
Inutile dire che il tema del controllo e dell'influenza politica tiene ampiamente banco:
Mr. Demme, il film prende spunto da un libro abbastanza datato che peraltro aveva già avuto un altro adattamento (Va e uccidi del '62 - n.d.r.). Quante volte si può "tosare la pecora"?
In teoria infinite, se pensiamo a Shakespeare, adattamenti, rifacimenti ed interpretazioni non si contano nemmeno. Il tema della politica come controllo degli individui e del controllo dell'individuo direi che è sempre molto attuale. Le buone idee funzionano sempre e poi si ripensiamo al vecchio film, come Meryl, fa giustamente notare, i personaggi - a cui io tengo molto - non erano particolarmente curati. Tra l'altro tra madre e figlio (gli attori) intercorrevano solo 3 anni.
Le riprese quanto sono state influenzate dalle vostre idee politiche?
Per nulla, infatti abbiamo deciso di non parlare mai di politica per tutta la durata della lavorazione per non influenzarci tra noi.
Oggi ci troviamo di fronte ad una società post-democratica, ovvero una società in cui il potere economico influenza le decisioni politiche ed il film sembrerebbe avallare questa idea, che ne pensa Mr. Demme?
In realtà è vero. I nostri leader hanno intenzione di conquistare il mondo sotto la bandiera della sicurezza. Volete mantenere il vostro benessere, volete la sicurezza, noi ve la forniamo in una sorta di pacificazione. In realtà poi c'è dietro il potere economico.
Io penso che oggi molti americani amerebbero un ritorno a valori più saldi. Comunque mancano 4 mesi alle elezioni, si vedrà.
Signora Streep a chi o a cosa si è ispirata per il suo personaggio?
In realtà molti continuano a dirmi che rivedono nella mia senatrice la Sig.ra Tatcher o Ilary Clinton. Io non mi sono ispirata a loro, il personaggio non è la rivisitazione di nessuna di queste due figure, piuttosto ho tratto ispirazione dagli uomini politici.
Mr. Washington, lei è qui a Venezia con due film tra l'altro girati uno di seguito all'altro. La differenza tra i due è più che evidente: uno è lento claustrofobico in stile anni '70, l'altro è una sorta di videoclip adrenalinico. Che impressione ha ricavato da questa esperienza diametralmente opposta?
E' proprio questo quello che amo del recitare. Provare nuove situazioni e calarmi in personaggi molto diversi tra loro. Il Creasy di Man on fire è un uomo forte e risoluto, sebbene alla deriva, che è in grado di prendere la situazione tra le mani e risolverla. Di contro Marco è una marionetta resa insicura da quello che ha subito e guidata da altri. Questo lo metti nella recitazione, poi il regista ed il montaggio fanno il resto.
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