Autorevolezza, non autoritarismo, ma soprattutto ricerca della motivazione con amore, passione...
nel complesso un film che scorre, un film da non perdere, un film che fa riflettere: piacevole, interessante, ricco...
Dimostrazione che si può realizzare un bel film senza bisogno di chissà quali effetti speciali. Storia semplice ma non banale nonostante la trama rischi di non brillare per originalità visti i precedenti in materia, eppure ho colto in ogni scena, in ogni dialogo, in ogni personaggio qualcosa di unico che mi induce a consigliare a tutti questo "gioiello" della cinematografia che, come sempre accade, non ha ricevuto dalle sale il tributo che avrebbe meritato.
Bello. la sceneggiatura è superba, ambientazioni suggestive ti calano subito nella "scena", dialoghi ed attori sono originali, per niente patinati retorici o standardizzati. eppure la storia, di per sè, non ha niente di straordinario. un collegio per ragazzi difficili, un conflitto sui metodi, il dilemma su cosa e come è meglio comunicare. ma il regista la rende magica, deliziosa, delicata, struggente, amara...dolce. senza cadere nel patetico, senza scivolare nel retorico, senza aggrapparsi agli standard ed alle icone per i soliti motivi di cassetta. insomma senza cercare di per sè il successo. e come spesso succede, per me, ottenendolo in pieno. attori magnifici, specialmente i ragazzi. colonna sonora ovviamente "dedicata", in ogni caso inappuntabile. un film così bello che si fa perdonare qualche pausa nel ritmo (forse un coro in meno?) e un prologo-epilogo meno utile del previsto, quasi posticcio.
una cosa è certa. nessun "americano" avrebbe mai potuto girare un film così.vive le france!
Questo film di c. barratier (les choristes in francese) è ambientato in un istituto educativo del dopoguerra. emerge un messaggio positivo (a differenza di altre pellicole, tipo “magdalene” o “la mala educación” di almodovar), nonostante la povertà del periodo e la mentalità del tempo, il cui metodo repressivo e la cui rigidità è ben rappresentata dal direttore dell’orfanotrofio. l’abilità di mathieu, un nuovo insegnante e assistente del collegio, si fa spazio con dolcezza e semplicità, fino a entrare nei cuori dei ragazzi e ad offrire loro una speranza di riuscita, addirittura di successo, come effettivamente accade a pierre, che in un lungo flash back ripercorre quanto ha ricevuto da ragazzo – solista del coro in istituto - fino a diventare un musicista affermato. e’ proprio col canto che mathieu riesce a riabilitare gli alunni, a dare affetto insieme alla disciplina, e a cambiare il clima che si respira in quell’ambiente, sinistramente denominato “il fondo dello stagno”; per pepinot, il più piccolo che aspetta sempre ma invano la sua famiglia, diventa “papà per la vita” e quanto di bene ha compiuto nella sua opera educativa porta il migliore frutto, anche se perde il posto e deve continuare ad affrontare l’esistenza con le sue pene e le sue gioie. una musica delicata accompagna questa storia, che risulta commovente ma non strappalacrime, forse poco originale ma coinvolgente e diretta con finezza.
Questo film di C. Barratier (Les choristes in francese) è ambientato in un istituto educativo del dopoguerra. Emerge un messaggio positivo (a differenza di altre pellicole, tipo “Magdalene” o “La mala educación” di Almodovar), nonostante la povertà del periodo e la mentalità del tempo, il cui metodo repressivo e la cui rigidità è ben rappresentata dal direttore dell’orfanotrofio. L’abilità di Mathieu, un nuovo insegnante e assistente del collegio, si fa spazio con dolcezza e semplicità, fino a entrare nei cuori dei ragazzi e ad offrire loro una speranza di riuscita, addirittura di successo, come effettivamente accade a Pierre, che in un lungo flash back ripercorre quanto ha ricevuto da ragazzo – solista del coro in istituto - fino a diventare un musicista affermato. E’ proprio col canto che Mathieu riesce a riabilitare gli alunni, a dare affetto insieme alla disciplina, e a cambiare il clima che si respira in quell’ambiente, sinistramente denominato “il fondo dello stagno”; per Pepinot, il più piccolo che aspetta sempre ma invano la sua famiglia, diventa “papà per la vita” e quanto di bene ha compiuto nella sua opera educativa porta il migliore frutto, anche se perde il posto e deve continuare ad affrontare l’esistenza con le sue pene e le sue gioie. Una musica delicata accompagna questa storia, che risulta commovente ma non strappalacrime, forse poco originale ma coinvolgente e diretta con finezza.
Trailer italiano (it) per Martedì e Venerdì (2024), un film di Fabrizio Moro, Alessio De Leonardis con Edoardo Pesce, Rosa Diletta Rossi, Pier Giorgio Bellocchio.