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La sposa turca

Opinioni presenti: 47
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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struggente

(9/10) Voto 9di 10

un film come pochi. Riesce a farti entrare subito nella storia grazie alla bravura dei due protagonisti,che emozionano fino alla fine.



Rita, 28 anni, Agrigento (AG).




Intenso, che lascia il segno

(10/10) Voto 10di 10

Ho visto "La sposa turca" in tv lo scorso sabato (purtroppo era gìà iniziato) e da 4 giorni non penso ad altro! E' diventato un' ossessione! Ho subito cercato su internet le informazioni e comprato il dvd, rigorosamente originale, su e-bay! Stavo facendo zapping e, come se evessi un sesto senso per i film che vale la pena di vedere, dopo pochi secondi mi sono fermata, piena di curiosità, nel momento in cui Cahit era seduto a un tavolo con altri ragazzi e si parlava di bordelli ecc..certo, non è una delle scene che tutti aspirano di vedere in tv ma ho intuito che, oltre alla sensazione di degrado che trasmetteva, c'era qualcosa che mi ha tenuta incollata fino alla fine. La colonna sonora veramente straordinaria, i protagonisti perfetti nei ruoli e direi affascinanti, il sentimento che nasce tra loro tenerissimo all'inizio, passionale ed esplosivo poi, la rabbia nello sfogo quasi fatale di Sibel dopo aver toccato il fondo, la forza e la voglia di rialzarsi e vivere, il messaggio infondo positivo che ne deriva..(uno dei momenti che preferisco è quando Cahit dice a Selma che prima di conoscere Sibel era morto e che senza di lei non ce l'avrebbe mai fatta..) è tutto molto intenso e struggente. Lo rivedrei infinite volte ancora! Molti hanno parlato di violenza..io ho visto altrove in tv (anche in prima serata) molta più cattiveria e perversione e penso che perfino il telegiornale a volte è più scioccante di questo splendido film! Più che violenza (a parte quando Sibel viene stuprata nel bar) c'è molto sesso, droga, tentati suicidi..ma penso comunque che il regista abbia creato un capolavoro, un film vero e un po' duro ma che dà emozioni estremamente positive, è grande anche nella tecnica, in alcune inquadrature dei particolari, in momenti particolari.. Assolutamente stupendo!



Diana, 31 anni, Ancona (AN).




È un film sui disturbi di personalità

(8/10) Voto 8di 10

Il film va letto in un'ottica psicologica come spaccato ben definito sui disturbi di personalità dipendente (lui) e narcisistico-borderline (lei). Su come i due disturbi si concatenino perfettamente in maniera strutturale. E su come il senso dell'amore venga travisato prorpio nell'ottica che tali tipi di disturbi comportano. Molto attuale e ben fatto.



Ettore, 37 anni, Ancona.




Due personaggi in crisi d'identita'

(8/10) Voto 8di 10

Una giovane donna turca, figlia di emigranti turchi che vivono in Germania, convince un suo connazionale a sposarla per poter evadere da un ambiente famigliare a dir poco opprimente... I due personaggi sono in forte crisi d'identità e la deriva morale che li attanaglia ne è solo l'aspetto più esteriore... I due personaggi iniziano una sgangherata vita in comune solo perchè in qualche anfratto della loro coscienza sanno di essere "turchi"...Pian piano però l'indifferenza cede il passo al piacere di stare insieme e alla riscoperta ad esempio di una casa più ordinata o della cucina tipica del loro paese... Di disavventure in disavventure il legame di questa coppia diverrà sempre più saldo ma i due personaggi per "purificarsi" dovranno affrontare un viaggio a ritroso nella loro terra di origine cercando di ritrovare se stessi... In un clima di allargamento della Unione Europea con tutte le conseguenze che comporta e che comporterà il lavoro ha un forte connotato di attualità. Ottima la scelta delle musiche.



Angelo, 42 anni, Bari (BA).




Il mio piccolo, magro, matrimonio turco

(7/10) Voto 7di 10

Se si vuol riuscire a farla finita, “la vena va tagliata di lungo, mai di traverso”. un buon incipit per il film orso d’oro al 54mo festival di berlino 2004, la sposa turca, del regista trentunenne turco, nato e cresciuto ad amburgo, fatih akin (molto apprezzati i suoi due film short sharp shock e in july). infatti, il desiderio di farla finita, del mal di vivere, emerge sin dalle prime sequenze del film. e’ la reale condizione del popolo turco, personificata dalla protagonista, sibel, una ragazza di origini turche scampata a un tentativo di suicidio. e’ lei che, per sfuggire alle severe abitudini musulmane della famiglia, decide di chiedere aiuto a cahit, anche lui turco, per farsi sposare. anche cahit ha provato a togliersi la vita e, dopo l'iniziale riluttanza, accetta di prendere sibel in moglie, forse per realizzare nella sua vita qualcosa di utile. nonostante il matrimonio, però, i due vivono separati e spesso sibel porta a casa altri uomini. a poco a poco il suo compagno s’innamora della sua coinquilina e prova gelosia per gli uomini che lei frequenta. anche sibel inizia a provare dei sentimenti, ma se ne rende conto troppo tardi. cahit uccide uno dei suoi amanti e viene arrestato. lei va ad istanbul e, quando lui viene rilasciato, la va a cercare perché spera ancora che potranno avere un avvenire insieme. film duro, che mette in bilico le persone, i caratteri, le vite dei personaggi, sempre prese dal desiderio di riscatto e di rivolta. e’ il cinema turco realista, coadiuvato da una magnifica fotografia, insistentemente buia e sporca, di reiner klausmann (ha lavorato in molti film con werner herzog) e un montaggio strepitoso. nell’anima del film c’è l’enfasi fassbinderiana, ma anche il dolore brechtiano. ma, la sposa turca è straordinariamente attuale: lo scontro culturale, la condizione della diversità, il permanere degli integralismi religiosi, il caro prezzo dell’ingresso in europa, la ghettizzazione politica e sociale delle minoranze, sono i veri protagonisti del film. la rappresentazione di istanbul, affascinante-poetica-sporca-paurosa, non ha una valenza simbolica, ma è la fotografia di una città reale, che vive l’eterno paradosso. il film ha la stessa struttura di una ballata, con tanto d’intermezzi musicali (dell’altrettanto affascinante banda turca, sulle rive del bosforo), ma tragica. a traballare non sono i personaggi, ma la cultura turco-tedesca, la vera protagonista. destabilizza la scelta musicale di un gruppo dark per eccellenza, i depeche mode, che all’inizio ben introducono gli attori e spettatori nel sentimento del “sentire, provare”: i feel you… i due attori interpreti sono perfetti, sebbene esordienti. ingordi, autodistruttivi, suicidi, relitti, ma soprattutto reali. la loro vita è un canone che straripa rabbia, passione e il masochismo di chi sceglie di farsi del male. anche solo mediante le passioni.anche senza uccidersi, specie quando è la vita stessa a provvedere a tale compito. giancarlo visitilli



Giancarlo, 30 anni, Bari (BA).





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