A me è piaciuto molto, anche perchè avendo affittao il dvd ho potuto vedere anche i contenuti speciali tra cui un bel documentario in cui si parlava appunto di Radio Alice e di quel periodo storico.
Sono nata negli anni '70 ed i miei genitori hanno vissuto a pieno anche i '60 raccontandomi tutto quello che è successo, ma soprattutto come si viveva e cosa si provava in quel periodo. Purtroppo scatta spontaneo il paragone con i giorni nostri ed è davvero deludente il confronto. Gli anni '70 saranno stati drammatici sotto tanti aspetti, ma almeno erano vissuti a pieno. Ora "non ci resta che piangere".
Il 2004 sta per finire, ma posso tranquillamente dire che questo rimane il più bel film dell’anno nella mia personale classifica. E non solo perchè è italiano. Io non c'ero in quegli anni, sinceramente mi sarebbe piaciuto tanto esserci, soprattutto perchè la maggior parte delle mode, delle tendenze culturali, delle idee, degli stili di vita (in ogni senso) di oggi derivano direttamente da quello che è stato prodotto in quegli anni. Ma il film non vuole certo essere un omaggio nostalgico e melenso agli Anni 70. Tutt'altro. A me personalmente appare crudo, duro, spietato,per certi versi "incazzato"; uno spaccato di vita vera, con tutte le rabbie, le paure le insicurezze e i dubbi dei giovani ( e non solo), le lotte di classe, le periferie decadenti (che maestria in quei paesaggi; mi ricordano un pò le fotografie degli "intervalli" che andavano in onda sulla RAI ... )gli amori confusi e sgangherati (prima si inneggiava alla libertà sessuale, poi si finiva "banalmente" con l'innamorarsi e provare le normali gelosie di tutti), e via dicendo. I temi ci sono tutti. E non era facile comprenderli in un’unica narrazione senza appesantirla. Il film non ha un finale scontato, nè tanto si può dire che "finisce bene". Anzi, diciamo che non si salva nessuno.Ma un’opera è grande proprio perchè dice la verità, e la dice senza finti orpelli e senza tanti fronzoli. Ci appassiona fino alla fine, ma non per la moralità dei personaggi. E così difficile raccontare la verità con parole semplici. La canzone che ha dato il titolo al film mi torna spesso in mente... Ma dove posso trovarla? Un grazie per aver inserito un brano del mitico Rino Gaetano, e un grazie per NON aver inserito le solite canzoni che vanno ancora in voga oggi con la patetica scusa del "revival" '60/'70/'80!!!Bravissimo l’attore emergente (AIUTO! Non so il nome) che ho già apprezzato come VJ in MTV Brand: New (solo per pochi!!. Spezzare il ritmo della narrazione nei momenti salienti con l'espediente del Cinema Muto è una trovata semplice e geniale; non occorre spendere grosse cifre e roboanti effetti speciali per stupire e per stupirci. Il cinema italiano HA qualcosa in più: la poesia, e noi siamo i maestri.
Il film in sé, inteso come racconto di una storia, certamente è carino e niente più.
Del resto tutti sappiamo che raccontare la storia non è mai così semplice.
Ma il film di Chiesa una storia la racconta, però una storia vera.
La storia, ad esempio, di un ragazzo ucciso dalle forze dell'ordine con armi da fuoco, storia, come sappiamo destinata purtroppo a ripetersi diverse volte.
Si può criticare il film, ma guai a dimenticare che è un buon racconto di qualcosa che è accaduto veramente.
Il suo scopo principale è questo.
Guai, quindi, a non rimanere fino alla fine dei titoli di coda, e a non farsi colpire al cuore dalla registrazione dell'epoca che ci racconta gli ultimi, drammatici attimi di Radio Alice (nb che ho poi trovato sul sito di Radio Città del Capo nella sezione "teche sonore", ascoltatela!).
Il racconto in diretta degli ultimi dolorosi attimi di vita di una voce indipendente, noi che amiamo il cinema, non può lasciarci indifferenti.
Bello! mi sono rivisto in tanti dei giovani personaggi. Anche io in quella citta' ho provato quel cataclisma intellettuale ed interiore che ha segnato in maniera radicale la mia vita.
A mio parere, "lavorare con lentezza" non solo ritrae gli anni settanta in maniera banale, parziale e superficiale, ma tenta spudoratamente di adattarsi ai gusti dei comunistelli di oggi con fini commerciali, e se anche ideologici, di una banalità sconcertante. Cavolo, non ci credo che negli anni settanta erano tutti così c***. Oggi si, lo so che in certi ambienti sinistrorsi i cazzoni abbondando...
Tra i pochi spunti interessanti, i due protagonisti e le loro storie sicuramente più sinceri rispetto allo sfondo fin troppo costruito del film.