E' quasi imbarazzante scrivere di un film quando il film, semplicemente , non c'è. Perché è questa la desolante sensazione che si prova uscendo dalla visione di "te lo leggo negli occhi"; che manchino gli ingredienti per fare il film. Le intenzioni sono le migliori; c'è un'idea di storia non originale ma sufficientemente strutturata; c'è un'ambientazione interessante (Napoli e Roma piovose, private della loro sensazionale solarità); ci sono attori potenzialemnte bravi. E poi, drammaticamente, tutto questo non quaglia. Il film non si accende, non parte, resta ancorato ad una sceneggiatura impacciata e noiosa, con lunghi passaggi inutili, scene goffe (la manifestazione dei senzatetto è la più finta mai vista al cinema), in cui lo spettatore non riesce minimanete a entrare. Vengono in mente -forse per l'ambientazione simile- due eccelsi film italiani "L'amore molesto" di Martone e "L'imbalsamatore" di garrone; e se ne sente l'abissale distanza. La Sandrelli è ai suoi minimi storici di espressività, come le accade spesso quando non è diretta da bravi registi. La Teresa Saponangelo è legata e impaurita, e nemmeno quando piange riesce a dare forza al personaggio. Cosa resta? due bellissime canzoni, che aprono e chiudono il film, e qualche cameo di rilievo (Moretti, Mahieux). Si intuisce che la regista ha delle potenzialità, ma deve ancora fare tantissima strada.