è uno spaccato fedele di ciò che avviene oggigiorno negli istituti bancari italiani. non riuscendo a realizzare utili dall'attività bancaria primaria (raccogliere denaro ed impiegarlo) , nè dalle commissioni rivenienti da servizi bancari (c.d. gestione atipica) , non sanno fare di meglio che abbattere i costi del personale in maniera indiscriminata . peccato però : il vero patrimonio aziendale alla fin fine sono proprio i dipendenti.
Molto bello.Le dinamiche aziendali per cui da un giorno all'altro si devono "Tagliare" molte persone sono molto realistiche e ben approfondite(io ne sono stato testimone).Il film,però, non è solo questo;i personaggi sono anche tratteggiati con ironia garbata ma pungente:il Direttore Spaccone, L'amico venditore,la collega che gli da le dritte.Forse sono d'accordo,in parte, con chi dice che la sfera sentimentale è solo parzialmente approfondita,forse volutamente dagli autori,dal mometo che il protagonista è completamente preso dalla rsponsabilità e dall'obiettivo che gli sono stati affidati,e finisce per trascurare la sua vita privata.
"volevo solo dormirle addosso" è una splendida commedia italiana, permeata di realtà! la realtà lavorativa di una azienda che è costretta a tagliare il personale e ad affidare questo compito ad un suo giovane manager. gli sviluppi di questa situazione provocheranno un cambiamento totale nelle vite dei "nuovi" disoccupati e soprattutto nella vita del protagonista, che si troverà davanti ad un incarico più grosso di lui. un film fantastico che oltre ad essere un perfetto ritratto del molto del lavoro è anke una attenta analisi della vita personale di un ragazzo di 33 anni che viene bombardato da una serie di fatti e circostanze che lo portano ad evolversi, seppur inconsapevolmente. veramente eccezionali le scene in cui lui si trova a lavorare in bagno col notebook sulle gambe e un wurstel in bocca! un alieno! eppure è ciò che la nostra società sta creando... una moltitudine di alieni che non hanno + sentimenti, ma solo doveri, desideri e compiti da assolvere nel minor tempo e nella maniera pù redditizia possibile! era da molto tempo che il cinema italiano non sfornava un capolavoro di questo calibro. voto 9: superfluo (chiedersi se andarlo a vedere o no...)
Non sono un estimatore del cinema anzi trovo sempre il modo di criticarlo per il suo provincialismo (come qualcuno ha detto prima),per il suo essere troppo teatrale poco "cinematografico" (insomma non sfrutta le potenzialità della cinepresa),per la sua suerficialità che non lo vede mai affrontare temi che vanno al di là della vita quotidiana (che offre tanti spunti ma che ormai troppo inflazionati)e per tante altre cose..ma in questo caso mi sento di dire che questo è un buon film.
Affascina subito lo spettatore per il ritmo sornione ma accattivante che ha e poi ha il merito di proporre un tema veramente attuale e interessante..se vi ricordate quel vecchio film, "l'impiegato",insomma siamo su quel filone.
Forse non riuscito benissimo il parallelismo tra vita privata del protagonista e vita lavorativa però penso che tutto sommato anche se i due temi non viaggiano proprio a fianco come avrebbero dovuto,il film riesce in pieno nel suo messaggio e lo fa con uno stile scarno,semplice nei dialoghi e azzeccato alla fine..
unica cosa,non avrei mai scelto quel titolo per questo film..non ne rappresenta l'essenza.
Pasotti mi è piaciuto soprattutto perchè è il prototipo dello stressato da lavoro,in pieno rifiuto della sua condizione attuale;rifiuto che lo porta al finale (diciamo pure prevedibile perchè l'avevo capito a metà film) in cui lascia l'azienda e raggiunge il target..se ci pensate è un bel modo per lasciare il finale un pò aperto anche se per me la voce fuori campo chiarisce il dubbio..li ha vinto sull'azienda ma non su se stesso e su questa società che ti impone i suoi sistemi meschini e concorrenziali fino all'esaurimento.
Per avere la meglio bisogna essere furbi come lui ma questo non vuol dire andare contro ilmondo del lavoro e le sue regole=pura utopia,ma entrarci dentro al massimo e da bravo allievo superare il maestro con un'azione strategica.
Jean-Claude mi stava anche sul c**o quindi sono contento ma "il Pasotti" manager comunque non ha vinto e sarà sempre e purtroppo prigioniero di quel mondo..o riuscirà ad accettarlo o impazzirà .
La cosa triste che "il Pasotti" manager rappresenta solo una piccola minoranza degli uomini d'azienda che solitamente non si fanno scrupoli e non guardano in faccia a nessuno..il dubbio rende l'uomo più umano..su questo non c'è dubbio.
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(7.5/10)
