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La passione di Cristo

Opinioni presenti: 1956
Media Voto: Media Voto: 6 (6/10)

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Una via crucis anche per il povero spettatore

(1/10) Voto 1di 10

Un film integralista, controriformista, "pulp", sadico, ignaro d'ogni spiritualità. a parte il fenomeno mediatico, (abbastanza repellente), la sola cosa notevole della "passione di cristo" è la capacità di far sì che ciascuno vi proietti i propri fantasmi personali: più che una seduta di cinema, una seduta di psicanalisi. se andiamo a guardare da vicino l'oggetto filmico, però, nel suo linguaggio specifico e nelle scelte di regia, troviamo ben poco. le idee di regia, anzi, latitano del tutto: a meno di voler considerare tale quella lacrimona (di dio?) che piove dal cielo durante la crocifissione. il resto è soltanto un rozzo mischione di western all'italiana del tempo che fu e inserti orrorifici, corredato di scene al rallentatore per le parti più truculente e di flashback dove si contrappone l'ora del martirio alla serenità del tempo passato. "figure" cinematografiche abusate dallo spaghetti-western ma oggi in disuso, e di cui non si sentiva proprio la mancanza. non può essere un caso che le fisionomie bestiali, teratologiche di barabba o dei torturatori del cristo evochino, assai più che i dipinti di hieronymus bosch, le facce dei messicani cattivi nella "trilogia del dollaro" di sergio leone o che belzebù e i mostriciattoli del film rimandino, anziché all'arte sacra, agli horror dello stesso periodo. o ancora che l'ultima scena, con musiche morricone-style, sembri l'inizio di "gesù 2 - la vendetta". il vangelo secondo mel gibson è "una via crucis anche per il povero spettatore": e meno per la truculenza morbosa delle torture - focalizzate non dalla parte della vittima sacrificale, ma da quella di chi le infligge - che per la straziante mediocrità di un film pretenzioso e corrivo, che non trova un solo momento d'ispirazione (vedi la maddalena di monica bellucci) nè di disperazione. troppo facile evocare la misura e l'intensità del "vangelo secondo matteo" di pasolini, la sobrietà didascalica del "messia" di rossellini: ora viviamo in tempi di cinema pulp: che in tarantino è puro gioco formalista, inoffensivo; in gibson si fa carne, sangue e brandelli di pelle mirando dritto allo scandalo. e se è vero che gli scandali devono avvenire, non crediamo proprio che i vangeli intendessero questo.



Mara, 75 anni, Como (CO).




Le origini dell'uomo

(10/10) Voto 10di 10

Il sig. gibson ci ha ricordato di quali nefandezze è capace l'uomo.tenuto conto di ciò mi vergogno di essere nato.



Giacomo, 73 anni, Napoli (NA).




Scritti Apocrifi

(10/10) Voto 10di 10

Ad alcune cose che dirò più avanti, premetto la mia ammirazione per gli attori veramente bravi con particolare stima agli interpreti del Pocuratore romano della Giudea e al Sommo Sacerdote Israelita. Alcune scende del film, quelle più discusse dallo spettatore anche fedele ma sensibile a scene di "eccessiva violenza" sono narrate dai Vangeli Apocrifi, i quali a differenza di quanto si possa credere, hanno dato a noi le conoscenze più elementari della nostra religione cattolica attraverso l'insegnamento catechistico. Così come le tre cadute sotto la Croce o la presenza della Veronica, non sono narrate dai Vangeli canonici, persino la conoscenza stessa della caduta dell'Angelo più bello del Paradiso, divenuto il Ribelle,l'Avversario,il Tentatore,il Tartaro e Satana", lo dobbiamo agli scritti apocrifi. Consiglio a quanti possono e vogliono accedervi di leggere l'Apocrifo di Bartolomeo, il quale oltre ad essere l'estensore di questa pagina malconosciuta è anche l'informatore di una vera anagrafe celeste elencando nomi di Angeli che nessun altro riferisce. La scene più violente del film che hanno sollevato da una parte proteste e incredulità per la malvagità assistita in quella proiezione, dall'altra l'accettazione del fedele che sensibile al dolore, con garbo respinge tali visioni, riguardano la Flagellazione e la Crocifissione. Dal volume "I Vangeli Apocrifi", Einaudi editore. Torino, 1969, riferisco quanto descritto alla pag. 271 tratto dai Vangeli Giudeo-Cristiani, paragrafo 36: (...) "Leggiamo nel Vangelo dei Nazarei che i Giudei corruppero quattro soldati perchè flagellassero il Signore così violentemente che il sangue scorresse da ogni parte del corpo. Essi avevano anche corrotti gli stessi soldati perchè infine lo crocifiggessero come è detto". La mia personale impressione è che non le parole di Gesù hanno provocato un rigurgito di antiebraismo. Queste parole le conoscevamo già dai Vangeli e chi non è mai stato antisemita non lo diventerà sicuramente dopo questo film. Se c'è un "anti" a qualcosa questo è l'antiromanismo così ben recitato, sia per la colpevole superlativa accidia di Pilato, che per la gratuita carneficina romana dovuta sicuramente al mal covato odio dei romani nei confronti di quel popolo che in altre occasioni ebbe a subire da parte di Pilato vere sofferenze spente nel sangue ebreo e samaritano. La distruzione di Gerusalemme e del suo Tempio, il suicidio collettivo di Massada, la dispersione del popolo ebraico nel mondo lo dobbiamo a quella Pax Romana della quale ancora oggi gli ebrei ne pagano le conseguenze.



Virgilio Angelo, 73 anni, Grosseto (GR).




Demagogia maniacale

(1/10) Voto 1di 10

Ho visto e rivisto questo film e proprio non mi ritrovo nei giudizi positivi a riguardo. Qualcuno si aspetta forse di veder oggi, ieri o domani al cinema l'essenza della Passione del Cristo? Cioè il bottino percepito dalla Casa Produttrice, dal regista, dagli attori, ecc. ecc.. Chiunque abbia un minimo di realismo risponderebbe di no. L'aspetto su cui dovremmo soffermarci è che effettivamente il regista ha scandalosamente utilizzato fatti storici mai avvenuti o documentati, tratti dalla visionaria tedesca Katharina Emmerick, come è possibile leggere anche dalla critica. La violenza sì c'è stata, ma la scena della flagellazione è stata troppo magnanima, a tal punto da considerarla maniacale nella sua trasposizione. Il regista ha mostrato il lato prettamente umano di una sofferenza che non può durare così a lungo senza prima morire! Nessuno al mondo, neppure se figlio di Dio, potrebbe resistere più di cinque minuti senza prima morire! E poi ammesso e non concesso che sopravviva, dopo 30 minuti certamente non sarebbe in grado di rialzarsi, camminare ed affrontare la salita del Golgota con per giunta la croce sulle spalle: sarebbe irrealistico e assurdo! Il dolore fisico che il corpo del figlio di Dio ha dovuto sopportare per noi non poteva essere di tale entità! Chi è scandalizzato dal sangue gratuito che mostra il regista, provi a colpirsi come controprova sulla schiena con un flagello romano e, in effetti, morirebbe entro cinque minuti, dissanguato. Chi non è d'accordo confronti queste scene con quelle di Rambo, Van Damme e Swartzenegger. Non tappatevi gli occhi: le scene sono uguali, cioè assurde. Questa non è altro che nuda e cruda demagogia maniacale...



Giorgio, 71 anni, Como (CO).




Odio contro odio: non fu così nei vangeli! film da luna park!

(1/10) Voto 1di 10

Come potrei lodare un film concepito a tavolino con accurata analisi psicologica su come far presa sui mass media e sui sinceri osservanti quando lo scopo è essenzialmente quello dei dollaroni e dell'ambizione personale, costi quel che costi? i santi, i martiri, i nostri riferimenti religiosi hanno tutti sofferto, d'accordo, ma non in questo modo. gesù colla sua morte volle dare un segno di fede mentre se fosse morto così per davvero avrebbe suscitato l'odio di chi lo avrebbe così frustato per due ore (il resto l'hanno poi tagliato) e l'odio di vendetta per un cotal odio, cioè odio contro odio. ma i vangeli non narrano affatto degli avvenimenti siffatti nè danno il minimo adito ad una interpretazione così semplicistica all'insegna della violenza che si bevono gli spettatori paganti. odio contro odio prezzolato, pagato, incassato, dunque. lo so la legge dell'opportunismo non farà mai novità e gibson nonchè mel, ormai vecchio, ma ambizioso come una vecchia donna consapevole di essere stata da giovane piacente, ne approffitta all'ennesima potenza e ci riesce (gli psicologi ci prendono su un terreno così seguito), nonostante la pochezza degli attori (evidentemente tutti a buon mercato). i due ladroni, due damerini, poi salirono sulla croce come sull'albero della cuccagna, ci mancava un ascensorino e un pigiamino di lino per meglio sopportare il caldo di matera e far così allegra compagnia al robot inventato per evitare che l'attore principale si stancasse troppo. pardossalmente da luna park!



Enzo, 71 anni, Roma (RM).





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