Il film è il racconto narrato da Paul Edgecomb all'amica Elaine Connelly. L'uomo ora vive in una casa di riposo, ma sessant'anni fa lavorava come capo delle guardie del braccio della morte nel penitenziario di Cold Mountain. Durante la grande depressione, nel vecchio carcere del sud degli Stati Uniti, Edgecomg (Tom Hanks, reduce dal doppiaggio di "Toy Story 2") si occupava di quattro assassini in attesa di compiere la loro ultima passeggiata lungo il "Miglio Verde", un corridoio rivestito di linoleum verde che doveva condurli alla stanza della sedia elettrica.
Da quando lavorava a Cold Mountain, aveva percorso quel tragitto accompagnando uomini molto diversi. Eppure non aveva mai incontrato nessuno che somigliasse a John Coffey (Michael Duncan, "La colazione dei campioni", "Armageddon"), un ragazzone nero condannato a morte per l'omicidio di due gemelline di nove anni.
Il suo modo di comportarsi era in netto contrasto con il suo aspetto fisico: infatti oltre a un carattere semplice e ingenuo e a un'infantile paura del buio, il ragazzo possedeva un dono soprannaturale. Con lo svolgersi degli eventi, Paul Edgecomb avrebbe scoperto che a volte i miracoli accadono nei luoghi più impensati.
Diretto da Frank Darabont ("Le ali della libertà") e candidato a quattro premi Oscar tra cui "Miglior film" e "Miglior attore non protagonista", il film è tratto dal romanzo in sei puntate scritto da Stephen King che ha entusiasmato il regista fin dall'inizio. Darabont ha impiegato otto settimane per scrivere la sceneggiatura, poi insieme ai collaboratori si è dedicato alla realizzazione del set del "braccio della morte", creato grazie al preziosissimo aiuto di Terence Marsh, che aveva progettato la prigione nel film "Le ali della libertà". Cercando la località più adatta alle riprese, Darabont e Marsh si sono recati al Tennessee State Penitentiary, oggi non più utilizzato e che rappresenta una sorta di istituzione del cinema, visto che ha ospitato molte produzioni tra cui il recente "Difesa ad oltranza" con Sharon Stone.
La scelta è caduta su questo penitenziario anche perché gli ambienti con finestre allungate simili a quelle delle cattedrali danno una dimensione mistica come effettivamente il film richiede. Nel set non poteva mancare l'oggetto più macabro e simbolo della cupa e misteriosa atmosfera della vicenda: la copia di una sedia elettrica di rame e mogano realizzata dopo aver compiuto delle ricerche a Sing Sing e nelle prigioni della Louisiana, del Tennessee e della Georgia: quindi sono stati selezionati alcuni elementi degli esemplari visionati e costruito tre copie del sinistro strumento di morte.
Però, davvero bello, un po'strano, ma molto molto drammatico e profondo, secondo me meritava qualche premio, sopratutto l'attore che faceva John Coffey, insomma proprio bello, ma comunque anche molto crudo, come la scena della sedia elettrica senza la spugna bagnata, e c'è sempre Tom Hanks a dare emozioni nell'interpretazione, e dietro la cinepresa si ritrova un ottimo FRANK DARABONT (LE ALI DELLA LIBERTA') però la prossima volta speriamo che i suoi film non siano più ambientati nelle prigioni..
Credo che questo film tocchi il cuore anche a chi non ce l'ha. Personalmente provo delle emozioni indicibili,
tanto da scoppiare ripetutamente in lacrime, restando con un nodo in gola che si trascina fino all'indomani.
Bravissimi tutti.
Carlo, 1 anni, di Valenza probabilmente non ha visto il film.
Si è espresso in modo abominevole, senza neppure controllare gli errori ortografici. Non è questa la sede per esprimere le giuste reazioni al commento assolutamente delirante di chi non ha capito il senso vero del film.
Ma la sua arroganza e scoraggiante inadeguatezza a sostenere opinioni,
unite al disprezzo e al disgusto per il film, mi costringono a farlo.