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Buongiorno notte

Opinioni presenti: 180
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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Un bel sogno

(10/10) Voto 10di 10

Più che una recenzione mi viene un pensiero: salutando una notte che viene o è venuta, con un buon giorno, Marco Bellocchio si è messo nella condizione di far dormire la sua coscienza e di avere un grande e bellissimo sogno! Il valore di questo, che è stato importante per lui che lo ha fatto, è di aver dato anche a noi tutti, eredi prima di una storia italiana, ma sopratutto compartecipi del suo sogno per far comprendere come sia possibile trasformare realtà storiche in realtà universali. Solamente l'arte può riuscire a comunicare con immagini situazioni vissute dove si possono ritrovare contenuti che contengono altri contenuti che contengono... e tutti noi (che abbiamo vissuto come lui esperienze straordinarie) ci ritroviamo grati di essere riusciti a vivere e sentire senza coscienza quello che in realtà voleva dirci. Claudio Ricciardi



Claudio, 58 anni, Roma (RM).




Ben trovato!

(10/10) Voto 10di 10

Ho visto "buongiorno, notte" qui a Monaco durante il festival di film 2004 in lingua italiana. Marco Bellocchio ha trovato la situazione politica ottimamente nel questo film.



Harry, 57 anni, Monaco baviera (estero).




Um mestre

(9/10) Voto 9di 10

Bellocchio consegue em Buongiorno Notte fazer um filme político sem partidarismo. Difícil feito já que a situação narrada é de um passado tão próximo. A interpretação dos atores, com destaque para Maya, é grandiosa. Um filme para ser visto na Itália como no mundo. Tocou-me muito.



Helio, 54 anni, Sao Paulo (estero).




delusione

(1/10) Voto 1di 10

ci si sarebbe potuto aspettare qualcosa di piu' critico politicamente, piu' nuovo, qualche tesi piu' ardita piuttosto che non quel poco che gia' tutti sapevamo...sembra una recita scolastica..una cosa fatta in casa..senza andare a toccare in profondita'..per non andare forse a ..muover puzze...deludente..non so come Bellocchio potesse avere la presunzione di vincere il leone d'oro...bene gli attori...anche se un po' troppo vestiti da "buoni scolaretti"



Nando, 50 anni, Mestre (AO).




poesia è trasgressione semantica e sintattica

(8/10) Voto 8di 10

buongiorno notte - olga di comite perchè augurare il buongiorno alla notte, rubando il titolo ad una poetessa limpida ed angosciosa come emily dickinson? perché ricorrere alla invenzione poetica per raccontare un fatto tremendo e sanguinario? forse perché caratteristica prima della poesia è l'irrazionalità, lo scavo del sentimento, l'essere al di fuori di schemi logici o affettivi prestabiliti. non cadremo quindi nel tranello di chiederci se il film è un qualcosa di bassa lega retorico-buonista o pura polemica antipolitica o beatificazione del terrorismo o se e fino a che punto è pro o contro la trattativa. a me è sembrato che il regista si sia posto su un punto d'osservazione unico e definito: il suo occhio indaga su cosa succede quando in uno spazio buio e ristretto - che si tratti di una cella della morte o di un covo di sequestratori - si trovano a convivere per due mesi carcerieri e carcerato, aguzzini e condannato, carnefici e vittima sacrificale. che tipo di rapporto si sviluppa tra i due impari ruoli, per di più in un caso particolarissimo come questo, in cui le parti sono rovesciate: i carcerieri sono feroci assassini e la vittima un innocente cittadino che nella vita non ha fatto altro che seguire le regole della vita democratica? come si sviluppa quella quotidianità di contatti che bene o male caratterizza lo svolgersi della quotidianità? come può addirittura nascere in questo clima un rapporto di complicità, che appare evidente nella stesura comune dell'ultima lettera al papa, una specie di domanda di grazia? questo lega infatti carcerieri e condannato, la consapevolezza che l'accettazione delle trattative da parte del governo significherebbe insieme la salvezza per moro e il riconoscimento politico dell'azione rivoluzionaria, promuovendo i sequestratori da assassini, già colpevoli di aver brutalmente ammazzato i cinque uomini della scorta, a legittimi interlocutori. degli sguardi inquieti, a volte da animaletto impaurito, di maya sansa (nella realtà laura brughetti, la vivandiera del gruppo), dell'atmosfera notturna e claustrofobica nel covo di via montalcini, della ferocia mischiata al quotidiano, dei sogni di ogni notte e soprattutto di quelli che precedono una condanna a morte, di tutto questo si nutre appunto l'ultimo film di marco bellocchio. in tal senso la cronaca di quegli eventi (chè la verità è lontanissima), gli altri personaggi, le ragioni politiche compaiono in flash grotteschi via tv, nudi e gelidi, come gelida è la ragione di stato, ma non sono certo al centro del racconto. l'ottica di bellocchio è intimista, spiazzante, quasi del tutto autonoma; semmai si può apparentare ad altre opere, che hanno come punto focale il rapporto vittima carnefice e la sua complessa profondità. detto questo, il film non è, a mio parere, un capolavoro, ma, questo sì, un qualcosa di ricco e significativo che fa e farà discutere e riflettere.



Olga, 50 anni, Perugia (PG).





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