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In the mood for love

Opinioni presenti: 32
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Ah,,,bello, bello...per carità...però che p***e!

(5/10) Voto 5di 10

Premetto, non sono un amante del cinema "lento" di scuola orientale. Ho un grande limite verso questo tipo di cinema: non riesco minimamente ad immedesimarmi. Così quando vedo due persone che si guardano insistentemente con espressione addolorata per più di sette minuti tendo a considerare l'eventualità che possa trattarsi di due pazienti, sofferenti di emorroidi, in attesa di entrare nello studio del medico. ...E non che si struggono per un amore impossibile che le convenzioni di Hong Kong ostacolano. Ripeto, è un mio limite. Tuttavia premiare entrambi i protagonisti con il premio di miglior interprete mi sembra un tantino eccessivo. Non sono uno di quelli che ritiene sia necessario rappresentare uno schizofrenico muto, omosessuale e paralitico per vincere il premio...ma almeno esibire più di una sola espressione nell'arco del film sarebbe cosa gradita. Eppoi rivendico il mio diritto di poter dire: "Sarà...però che p***e!". Come con Elephant e Mulholland Drive, tié.



Marco, 27 anni, Roma.




IL NULLA IN MOVIMENTO

(2/10) Voto 2di 10

Direi che questa pellicola è il classico film con cui i critici si riempiono la bocca di paroloni tanto esagerati quanto insignificanti. "In the mood" è un vero disastro! E' difficile che capiti di annoiarsi per un film che dura appena 1h 30m, eppure il regista Kar-Wai riesce a (non) trattare un tema come questo in modo a dir poco irritante,dipingendo la superficialità di fondo con immagini bellissime(anche al ralenty)e una musica insistente e affascinante. Perndiamo allora come esempio "L'Età dell'Innocenza" di Scorsese:il tema è lo stesso ,un amore impossibile ridotto al silenzio dalle convenzioni della società;bene,quest'ultimo ha una storia,più o meno interessante-a seconda dei punti di vista. In the moood for love non ha niente,è solo una galleria di belle immagini e 2 personaggi che verrebbe voglia di prendere a schiaffi per la loro inettitudine. I soliti critici della domenica rimarranno estasiati da chissà quali profonde metafore emana quest'oggetto misteroso che non oserò più chiamare nemmeno film; in realtà quest'operazione scade solo nel cinema di maniera,quando non si sa più cosa raccontare ma ci si affanna a nascondere un'enorme voragine come presenta questa sceneggiatura in una galleria di belle immagini in movimento. Questo film è il nulla in movimento.



Simone, 27 anni, Bologna.




una elegante storia d'amore

(8/10) Voto 8di 10

>Si può raccontare un amore senza far vedere scene di sesso o di nudo all'alba del nuovo millennio?Si può.E nell'ultima opera dell'hongkongese Wong Kar-Wai,tornata onusta di premi da Cannes,in effetti immagini simili avrebbero stonato.La sensualità e l'erotismo sono infatti garantiti dalla presenza magica della bellissima Maggie Cheung inguainata in splendidi abiti cinesi che l'attrice indossa con ineguagliabile grazia ed eleganza:per una ex miss che aveva cominciato con le pellicole all-action di jackie chan è un gran bel salto di qualità....La storia è in fondo convenzionale:un adulterio vissuto da due vicini di casa,entrambi sposati,entrambi sospettosi del proprio coniuge(che non si vede mai),negli anni precedenti la guerra del vietnam.Ma il modo di raccontarla è senz'altro originale:senza scadere troppo nel melò,per tutta la visione si respira un'aria rarefatta e i personaggi si muovono in un'atmosfera onirica fatta di vicoli bui,specchi,fumo,colori intensi e pioggia.Evidentemente affezionato alle atmosfere sudamericane(nel film precedente, happy together ,i due amanti omosex vivevano a buenos aires),Kar Wai mesce nella colonna sonora violini classici e suadenti tanghi d'epoca,che si alternano tra rallenty,fermi immagine e piani sequenza.Simile come struttura all'assedio di bertolucci,che guarda caso si è sempre dichiarato fan del regista,In the mood for love,gioca più sulle emozioni che sulla storia,più sui rimpianti che sulle passioni ma che riesce nel suo geometrico equlibrio persino ad essere ironico come nella scena in cui i due "provano" il colloquio chiarificatore da fare al coniuge assente con risultati disastrosi e nella caraterizzazione dei pettegoli ed invadenti vicini di casa..



andrea, 27 anni, milano.




Cronaca di un amore perduto.

(8/10) Voto 8di 10

Il settimo lungometraggio del regista cinese Wong Kar-wai (dopo il pluripremiato "Happy Together" del '97) è un'opera di straordinaria raffinatezza stilistica che ha concluso il Festival di Cannes di quest'anno diventando il vincitore morale di critica e pubblico..Ambientato nella Hong Kong degli anni '60, il film è una di quelle storie d'amore eternamente irrisolte ed estremamente pudiche, ma non per questo vissute senza passione ed erotico desiderio..Su Lizhen (interpretata con mirabile dolcezza da Maggie Cheung, attrice che in Oriente è più famosa di Gong Li) e Chow (l'inaspettata Palma d'Oro come miglior attore Tony Leung) diventano casualmente vicini di casa e scoprono dopo qualche incontro che i rispettivi consorti (sempre all'estero per motivi di "lavoro") hanno una relazione segreta..<br>Da questo semplice nucleo della sceneggiatura, si dipana un rapporto che, pian piano, attraversa le fasi canoniche di conoscenza, frequentazione, amicizia, intimità e amore. Un amore talmente puro e struggente da rimanere platonico e mai consumato veramente, se non attraverso i fuggevoli sguardi, gli ammiccamenti, lo sfiorarsi delle mani: l'abilità di Wong Kar-wai è costruire e raccontare una storia passionale senza baci e senza sesso, mostrando una complicità nascosta, difficilmente rivelata, fatta di continue sottrazioni e privazioni affettive..<br>Lo sfondo della vicenda è, come detto, la Hong Kong anni '60 (in cui Wong Kar-wai si trasferisce sin dall'infanzia), dipinta in tutto il suo splendore di tipica colonia britannica di quegli anni, frenetica e immersa negli affari (Su Lizhen è la segretaria tuttofare di un'efficiente ditta import-export). E la magia di un film del genere nasce anche dalla cura maniacale dei dettagli: una luminosissima fotografia, dedita ai primi piani insistiti e compiaciuti dei particolari "ambientali", alterna i toni verde pistacchio di lampadari, tazze e fioriere (e per giunta dei taxi!) a quelli rossastri e accesi delle sequenze più drammatiche (sin dal loro primo appuntamento in cui scoprono l'adulterio dei rispettivi coniugi)..Fedele testimonianza di quegli anni sono i tubini attillatissimi e damascati (con tanto di inseparabile pistagna) di lei e dei completi elegantissimi e incravattati di lui, per non dire delle rispettive acconciature: perennemente raccolta e pudica quella di Maggie Cheung e avvolta di brillantina quella di Tony Leung..<br>La perfezione è anche nel taglio delle inquadrature "corporee": i protagonisti sono ripresi sempre a partire dai fianchi, da piedi, mani o caviglie e gli spazi vengono compressi da improvvisi "frames" rallentati e ristretti dalle linee verticali delle pareti domestiche, metafora del senso di inavvicinabilità, dell'innamorarsi a distanza e dei baci desiderati e mai concessi..<br>La colonna sonora la fa da padrona rivelandoci i gusti insospettabili di quegli anni nelle canzoni in versione spagnola di Nat King Cole ("Qui sas") e nel suadente tema violoncellistico di Michael Galasso, una linea musicale che si rigira su se stessa come il loro amore rimasto inespresso. Nella bellissima sequenza finale dell'intimo racconto di Chow dei suoi segreti alle colonne di un immaginario tempio greco, il tema musicale cambia timbro: il violoncello diventa un contrabbasso scuro e nostalgico che conduce lo spettatore, in preda all'immaginazione su tutto ciò che poteva essere e non è stato, alla nostalgia finale di Su Lizhen: "Il passato è come un vetro impolverato, è qualcosa che si può vedere ma non si può toccare, e in cui tutto quanto è sfuocato"..Un film che colpisce alla distanza, da decantare nella propria mente, da vedere e rivedere..



Livio, 26 anni, Bari.




Però va visto più di una volta!

(10/10) Voto 10di 10

Incomparabile! La più bella storia d'amore, fatta di silenzi e di sguardi, e di accenni molti pudici, che sia mai stata realizzata per il grande schermo!



Amanda, 25 anni, Milano (MI).





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