Calarsi all'interno di questo film significa incunearsi furtivamente in una delle storie d'amore più tenere e sincere di sempre, significa aver voglia di prendere le difese a spada tratta di questa fragile coppia, significa rendersi conto amaramente della società in cui viviamo e capire che parzialmente anche noi purtroppo facciamo parte del mostro cinico e falso che alla fine del film non possiamo che disprezzare nella maniera più assoluta.
Paradossalmente la scena iniziale sulla tentata violenza carnale l'ho trovata una delle più toccanti e commoventi in questo suo tentativo di non volersi sentirsi solo ed emarginato.
Grandissima prova degli attori protagonisti(meritatissimo il premio Mastroianni conferito a lei), da applausi le scene fantastiche che popolano tutto il film.
film stratosferico, stupendo e intimista dove si racconta l'amore il dolore e la passione di una coppia,lei affetta da paralisi, lui leggermente ritardato, che assisteranno inerti senza poter far nulla alla fine del loro amore. Film dal tono "disperato" il tutto circondato da familiari che esibiscono il peggio che l'essere umano è in grado di fare e pensare. Altra prova di granidissimo cinema targato estremo oriente.
La luce è la protagonista di Oasis, film sublime del possibile che irrompe nelle nostre vite socialmente e moralmente condizionate.
La luce che, riflessa da uno specchio, si fa compagna di giochi della giovane spastica e consente aperture fantastiche grazie alle quali fuggire dalla propria condizione.
La luce che chiede con insistenza di poter illuminare in modo definitivo il sogno di uno sconfinamento intravisto nell'immagine di un'oasi.
La luce interiore dei protagonisti contrapposta al buio nel quale sono relegati i familiari ipocriti e meschini.
Ottima regia.
Intensamente drammatico. Fotografia disperante di un amore impossibile, ad handicap, assediato dai pregiudizi della modernita' e dall'idiozia della gente comune (cioe' noi). Angoscia e lirismo, poesia minimale e grandezza shakespeariana made in korea. Piu' che antisociale, realmente misantropico. Cattivi tutti, non cattiva la societa'. Quasi indigeribile per un pubblico medio, abituato a Julia Roberts. Regia maniacale, perfetta, attentissima, di classe. Sceneggiatura fine, psicologia non dozzinale. Cortocircuiti di stupefacente visionarieta', che quasi ti fanno piangere. Forse un po' lento a meta' pellicola, da tagliuzzare. Ma veramente grande. Bravo Chang-Dong. Per me, una sorpresona.
ho visto il film da qualche tempo e ricordo nitidamente la bravura dell'attrice, i prolungati silenzi, la ricchezza del non detto. Un film dal tono sommesso, ma grida più di qualunque altra pellicola costruita su un sentimento in scatola. A me è molto piaciuto, è stata una magnifica esperienza entrare in una sala e godermi quelle 2 ore di cinema del "vero".
PS: anch'io ho creduto l'attrice veramente malata, fino a che ....