Ancora un esempio di film più famoso dei suoi meriti. e un po' in nome del papa re e un po' amici miei: ma dell'uno non ha la cattiveria, dell'altro non ha la disperazione.
non è fra le cose migliori di monicelli, ma il film è gradevole e divertente.
Il "Marchese del Grillo" di Mario Monicelli rappresenta molto bene il cinema popolare e grottesco, così raro e prezioso da trovare.
E' senz'altro, insieme al "Malato immaginario", "Polvere di stelle" e a "Un borghese piccolo piccolo", una delle migliori interpretazioni di Alberto Sordi, cos' abile nel tratteggiare vizi e virtù dell'uomo italiano e, quindi, abilissimo nel disegnare un personaggio satirico, divertentissimo e allo stesso tempo senza scrupoli.
Si tratta di un personaggio realmente vissuto nella Roma della seconda metà del 1800, un nobile che viveva di scherzi, insofferente e, allo stesso tempo, gaudente e ben consapevole del suo posto nella società di quel tempo.
Siamo all'epoca dell'invasione napoleonica e della diatriba tra Napoleone e Papa Pio VII.
Non si può, in questo film, dare spazio alla vera storia di quel tempo, ma si può senz'altro avere un'idea fondamentale di un periodo e di due figure così importanti come Napoleone e Pio Vii, il cui rapporto è stato spesso e a torto dimenticato nei libri di storia.
Paolo Stoppa, anche se comicamente, è bravissimo a tratteggiare la figura di un Papa bonario e severo al tempo stesso.
Ed ecco un'immagine della Roma popolaresca e gaudente, caratterizzata da figure indimenticabili come la madre del Marchese, così comicamente austera, dell'amante Faustina, del bell'esempio di francesità del capitano Blanchard ed, infine, di una delle più stupefacenti trasformazioni di Alberto Sordi: il carbonaio Gasperino.
La vera Roma di Trastevere è sotto i nostri occhi, quella Roma fatta di osterie, di battute esilaranti, della poesia di un modo di vivere genuino, allegro, senza problemi ma solidamente ancorato ai valori fondamentali del saper vivere.
Quella Roma che, nello spirito, è rimasta sempre la stessa.
Che dire di Alberto Sordi, il nostro attore più popolare e, forse, il più importante?
E' semplicemente stupefacente nella sua comicità esilarante e satirica.
Mario Monicelli ci sa regalare quasi tre ore di comicità ininterrotta, popolaresca, condita di situazioni e di battute gustose, semplici e, allo stesso tempo, sofisticate nella loro semplicità: questa è Roma, e questi sono i romani. Così allegri, satirici, gaudenti e ben consapevoli della vita e del tempo che passa.
Un capolavoro di allegria ed un inno ad una città, la nostra città più amata ed odiata, ma che abbiamo tutti nel cuore: la nostra splendida Roma.
E' uno di quei casi, sempre più rari, in cui uno spettacolo gratificante di per sè ha anche un significato meno appariscente. Pur essendo un film in costume, è molto attuale, ed è notevole il personaggio del marchese, apparentemente superficiale e anche prepotente, ma in fondo consapevole dei tempi nuovi che stanno arrivando. Certe scene sembrano scritte oggi... Ma naturalmente il film non sarebbe quel capolavoro che è senza la grande interpretazione di Sordi e di tutti gli altri comprimari.
Sordi giganteggia fra ottimi attori tutti protagoisti di un´ottima prova. Flavio Bucci é maestoso, nelle scene fra lui e Sordi le scintille illuminano lo schermo. Raramente il cinema si é espresso a questi livelli. Di fronte a certi colossi il cinema italiano di oggi sembra davvero piccolo piccolo...
l'ho rivisto per la dodicesima olta e mi sembra di essere come una bambina che si vede il suo cartone preferito, che anticipa le battute e ride sempre di cuore ad ogni battuta... bella la regia, la scenografia con quei fondali teatrali e le interpretazioni magistrali.