Il cast eccezionale di questo film (Dunaway, Brando, e un meraviglioso Johnny Depp) non poteva esibirsi in nient'altro che in un toccante capolavoro. La malizia dei programmatori della Rai l'ha fatto piazzare a notte fonda, senza che il largo pubblico potesse gustarsi questo poetico racconto, in cui vengono accarezzate le sfumature tra realtà e fantasia, tra follia e sanità mentale. In questo film si riflette su quelli che sono i valori imporanti nella vita, e tutto questo viene detto nella luce semplice e meravigliosa di una favola, che - come sempre accade nelle favole - riesce anche a regalarci un meraviglioso happy end. Non voglio dire di più perché chi non l'ha visto non merita di conoscere neppure un dettaglio sulla trama. Non ci sono colpi di scena o intricate sequenze: tutto scorre semplicemente; comunque raccontarlo sarebbe privare lo spettatore della possibilità di immergersi in una storia che lo coinvolgerà completamente, senza possibiltà di non immedesiamarsi in uno dei personaggi, o meglio ancora, in tutti.
Una vera delusione, ero partito con le migliori intenzioni ma col passare dei minuti andavano scemando sempre più; già di per sè la monotonia del racconto è sintomo di poca fantasia, e la storia inventata da Don Juan non si può dire sia delle più intriganti. Davvero una delusione, dalle recensioni mi aspettavo ben altro. Finale scontato e discutibile.
Prendete uno psichiatra americano sulla sessantina, alle soglie di una tanto agognata pensione da condividere con una moglie affascinante e amorevole degna del miglior Mulino Bianco.
Aggiungeteci un ragazzo sulla ventina, vero profeta d'amore, che fa del fascino la propria missione.
Mischiate tutto in una pellicola gestita alla perfezione da Jeremy Leven, condite con una colonna sonora in cui Michael Kamen da il meglio di se.
Otterrete un cocktail paradossale e commovente, in cui Marlon Brando si esprime al meglio delle proprie capacità, ben spalleggiato da una stupenda Faye Dunaway. In Don Juan, personaggio ben condotto da Johnny Depp, potrete rivedere la fiaba di ognuno di noi. Sicuramente non riguardo alle 1503 donne di Don Juan, ma rispetto all'unica che il personaggio ha mai amato: l'ormai mitica DONA ANA, angelicata quanto basta per un film troppo sottovalutato, forse proprio per la mancanza di un personaggio femminile forte che faccia sentire la propria presenza scenica oltre le poche battute dell'attrice di cui nessuno ricorda il nome.
Lo consiglierei a tutti coloro che non hanno ancora perso la speranza di un amore sincero e a chi vuol rinverdire i ricordi degli amori adolescenziali.
Fiore di Milano ha avuto le stesse mie impressioni: il finale, così raccontato potrebbe indurre a pensare alla scontatezza di un happy end, ma straordinariamente, in questo film non è così! Credo che oltre alla storia decisamente originale, la causa sia dovuta alla grande interpretazione di Marlon Brando e Johnny Depp, poetici e intensi.