Ragazzi, a me ha fatto davvero un effetto 'falqui': un minestrone di luoghi comuni: il lavoro da pubblicitario, gli amici amorfi pettegoli e doppiogiochisti, il matromonio carino, le difficolta' di un figlio, il divorzio: uffa: e' solo un gigaspot insipido e inutile: volo poi che vuol fare il bravo ragazzo innamorato e' credibile zero e se non facesse piangere farebbe ridere: la rocca un po' sopra lo zero assoluto, ma insomma. per ragazzine cretine e con una morale ipocrita. da vedere solo se sei un amante della pubblicita tv (in questo caso povero te :) )
Davvero poetico questo film,flash di emozioni e di voci di coloro che ruotano attorno alla vita di Tommy e di Stefania,che simulano la vita quotidiana e ti trasportano in un film come se lo stessi vivendo in prima persona..con i tuoi occhi.
Lo consiglio a tutti coloro che da tempo o per circostanze che lo cirocndano nonn ricordano più cosa vuol dire amare , essere felici e godersi tutti i piccoli momenti della ita che ci cirocnda.
E' la vera smeplicità che colpisce, basta siamo stufi di effetti speciali e di miti per ragazzine.
Mi ha reso felice in una domenica pomeriggio d'agosto lontana da tutti e soprattutto dal mio uomo.
Vi siete mai chiesti perché fino agli anni settanta il cinema italiano andava a gonfie vele e poi pian piano è andato spegnendosi, entrando in una specie di tunnel buio da cui non ne è uscito ancora oggi ?
La risposta è nella stessa definizione di cinema che gli sceneggiatori, i produttori e i registi sembra abbiano dimenticato. Il cinema è emozioni, è intrattenimento, è sceneggiatura, recitazione, colonna sonora, scenografia, costumi, regia e chi più ne ha più ne metta, tutti fatti con professionalità e fantasia.
Per la recitazione il problema non esiste poiché gli attori e le attrici italiane sono bravissimi, stessa cosa dicasi per il montaggio, i costumi e tutto ciò che riguarda gli aspetti più tecnici di un film. Le dolenti note arrivano invece dalle sceneggiature: mediocri (tranne eccezioni), senza fantasia e con una tendenza a parlare di politica certe volte assillante che non provoca interesse nello spettatore il quale la maggior parte delle volte preferisce storie di tutti i giorni, semplici e di vita comune, con una certa dose di fantasia che non guasta mai.
Molte volte per seguire un film bisogna munirsi di termos pieno di caffè per non addormentarsi, tanto sono lenti i tempi e i ritmi imposti dal regista. E a proposito dei registi, la generazione post-sessantottina è stata una vera e propria piaga per il cinema nostrano. Senza fantasia, senza idee e senza quella carica e passione che invece erano caratteristiche principali della generazione precedente. Sostituire storie dove si raccontava la vita di tutti i giorni con sceneggiature prettamente politiche, pesanti e con ritmi da lumaca ha portato ad un lento degrado da cui ora non è facile uscirne. Un’eccezione ultimamente è stato il film di D’Alatri “Casomai”, che ha una sceneggiatura discreta, un’ottima colonna sonora, una bella scenografia e un’idea veramente originale di associare momenti di vita comune con la danza sul ghiaccio dei due campioni del mondo italiani con in sottofondo una bellissima canzone cantata da Elisa.
E allora poi ci si lamenta che gli spettatori molto spesso preferiscono il cinema americano, per forza, non bisogna dimenticare che un film d’amore o di fantasia provoca molte più emozioni di un film politico che ha come unico pregio quello di far da sonnifero nei casi in cui si voglia andare a cinema per riposare o schiacciare un pisolino in santa pace.
Negli ultimi quindici anni ricordo solo due grandi film italiani: “Nuovo cinema Paradiso” e “La vita è bella”, qualcun altro discreto e niente più.
Un’ultima osservazione sulle colonne sonore: la musica è fondamentale in un film e tanto più riesce a descrivere le immagini, migliore è il film stesso; abbiamo dei grandi compositori, sfruttiamoli di più.
Per concludere, un invito a registi e sceneggiatori, che ne dite di ritornare sui banchi di scuola e imparare a scrivere per creare emozioni e fantasie ?.