La trama dell'androide cosciente, il cui design è indubbiamente ispirato al manga Appleseed di Masamune Shirow, ricalca un po' la vicenda del robot meno tecnologico del film Corto Circuito, mentre il suo nemico lo si può considerare una versione più avanzata, devastante e distruttiva dell'ED209 che abbiamo visto in Robocop. Nel film si può apprezzare una splendida Sigourney Weaver, anche se in un piccolo ruolo da non protagonista (quasi un cameo), mentre nella parte del cattivo senza scrupoli abbiamo un insolito Hugh Jackman. Superata l'angoscia per le vicende tristi e sfortunate del povero Androide, il film è bello, con molte scene d'azione e per fortuna con un bel finale (rimediatore).
stroncatissimo per chi si aspettava un film di denuncia dagli alti contenuti sociali, il film non e' niente di tutto questo, ha una trama senza grandi pretese ma che di certo non annoia. Piu' vicino a Corto Circuito che a Robocop, e' un film praticamente per tutti, fluente, che fa divertire e con personaggi ben assortiti. Lasciate perdere le recensioni di chi voleva altro, ogni film dev'essere giudicato a se, e questo nel suo genere e' una pietra miliare
Simpatica commedia ambientata in un futuro robotizzato e futurista dove la Scienza Finzione è il paesaggio.
Il protagonista è Chappie (da cui il titolo originale), un robot che acquisisce coscenza e diventa, suo malgrado, il leader di una banda di gángsters sgangherata. Enigmatica e divertita a parti uguali, risulta una pellicola piacevole da vedere senza troppe pretese.
Non importa che tu sia uomo o androide, quello che importa è sopravvivere.
Il film nel complesso è godibile e scorrevole. Uno stile, in termini di sceneggiatura e trama, simile ai buon vecchi film futuristici anni 80-90: semplici e piacevoli (vedi Corto Circuito). Sono rimasto parecchio deluso dal finale. Potevo accettare la "crescita psicologica" del robot, teoricamente e ingegneristicamente è davvero probabile, ma non la possibilità di far entrare coscienze umane dentro altri robot (qui si è perso quel filo sottile di realismo). Insomma, non all'altezza di Distric 9 ma decisamente meglio di Elysium.
Ok, ci sono un paio di battute che fanno ridere ("c@zzo, è alto") e un paio di situazioni simpatiche che ricordano inevitabilmente a "Corto Circuito". Ma poi si passa a situazioni davvero drammatiche. Ciò fa di questo film un ibrido, un mix tra azione, fantascienza, sentimentale e commedia. Ed è questo secondo me il suo difetto, il suo punto debole, il suo essere tutto e niente. Se avessero puntato principalmente sulla drammaticità, sui conflitti interiori di una macchina senziente e sul dilemma "possiamo spingerci più oltre di così?" sarebbe venuto fuori, secondo me, un capolavoro. Hanno scelto di alleggerire tutto, hanno scelto la strada sicura, hanno scelto di non rischiare. Peccato.