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Tra le nuvole

Opinioni presenti: 49
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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viaggiar leggeri... e colpir pesanti

(8/10) Voto 8di 10

Il film drammatico, ma non angoscioso, scivola via su battute intelligenti nella prima parte, sul versante amaro nella seconda, seguendo lo sguardo con cui il regista abilissimo concilia la storia di una crisi individuale con quella globale di cui gli Usa sono autori e vittima insieme. Autore giovanissimo ma già determinato nelle scelte, “ho deciso di realizzare solo film in cui credo”, (i due precedenti sono Thank you for smoking e Juno), Reitman si è ispirato a un romanzo di Walter Kirn, ma alla fine di un lavoro di sei anni ne ha fatto una sceneggiatura quasi riscrivendolo. Via via che la storia cresceva tra le sue mani, montava anche la depressione economica mondiale che, pur non essendone il centro, ne ha condizionato in qualche modo la stesura. Non a caso i lavoratori licenziati che vi compaiono sono “veri”, i dialoghi sono ciò che hanno detto o avrebbero voluto dire al datore di lavoro, la canzone che chiude i titoli di coda è stata scritta da un disoccupato sulla cinquantina. E veniamo al resto, non prima di un cenno al titolo, metafora di tutto il racconto. Dove “nuvole” è la realtà della vita del protagonista che per lavoro viaggia in aereo circa 320 giorni l’anno ed ha come massimo obiettivo il record di dieci milioni di miglia aeree per essere uomo simbolo delle American Airlines. Ma nuvole significano anche altezza, solitudine, bellezza suggerita da questi morbidi e mobili arredi celesti. Tra di esse si muove come a casa propria il protagonista. Questa è l’unica dimora che ha, il non-luogo degli aeroporti, terminal lussuosi, grandi alberghi, ascensori e parcheggi. Questo cinico dei giorni nostri con valigia incorporata, carte di credito e non di tutti i tipi, tecnologie a portata di mano, è preparatissimo nell’ottimizzare i tempi e le operazioni di imbarco ed è un professionista di ferro nel suo lavoro che svolge con rodata competenza… Salvo che il suo compito è quello di licenziare personale per conto di aziende in crisi i cui manager non vogliono sporcarsi le mani personalmente. Ryan Bingham (Gorge Clooney) si muove per questo da un luogo all’altro degli States là dove c’è bisogno (soprattutto di questi tempi) di procedere al più lacerante dei compiti: privare qualcuno della sopravvivenza e della dignità. Ma Ryan lo fa con stile, con formule che attutiscono l’impatto e costituiscono quello che nella sua filosofia da venditore egli definisce il “limbo” dove si accompagna la vittima prima della voragine.. Il bravo Clooney con qualche piega in più sul bel viso e al di fuori di ogni gigioneria da strapazzo ci regala così un personaggio di forte espressività. Mai sopra le righe, il giusto tocco di cinismo mescolato alla classe naturale si unisce alla bontà dello sguardo che nemmeno il ruolo di tagliatore di teste riesce ad eliminare.



Olga, 64 anni, Perugia (PG).




Film intelligente

(10/10) Voto 10di 10

E'un film "intelligente"in quanto riesce con sobrietà a descrivere il dramma dei numerosi licenziamenti registrati a causa della crisi.Il protagonista,che in apparenza sembra un mostro senza cuore, dimostra con l'evolversi della trama debolezze ed incertezze come le sue vittime. Splendida la colonna sonora;Clooney recita magnificamente.



Michele, 60 anni, Chiavari (GE).




Opinione a caldo su questo film, visto oggi pomeriggio

(10/10) Voto 10di 10

Per la prima volta in vita mia, ho fatto l'esperimento di andare al cinema senza sapere assolutamente niente del film che andavo a vedere, tranne che l'attore protagonista era George Clooney. Pensavo, per associazione mentale, che si trattasse di un film che avesse a che fare ancora una volta con un programma radiofonico (come Good night and good luck, anch'esso con George Clooney, ) forse perchè in inglese "to be on the air" significa essere in onda. Sapevo anche che era candidato a parecchi premi Oscar, e tra me e me mi congratulavo con George Clooney, che sforna films popolari tipo la serie Ocean, per poi poter concedersi films meditati, come Syriana, Men who stare at the Goats, Where are thou brother? Good night and good luck. Quindi piuttosto sopresa trovarmi ad assistere ad una vicenda ambientata per lo più nelle sale congressi, negli aeroporti americani, nelle stanze delle grandi catene alberghiere, sugli aerei. Un film che mi ha dato una tremenda sensazione di solitudine e spaesamento, perchè ho riconosciuto il tipo di fauna munita di ventiquattrore e laptop che popola gli aeroporti, cui appartengono parecchie persone di mia conoscenza, tra cui mio marito; il mondo visto dall'alto, frettolosamente, intrecciando relazioni con "conosciuti per caso", mentre la realtà (famiglia) rimane a terra. Fino al rendez-vous in cui il protagonista si rende conto di essere anche lui "un diversivo, una parentesi". La recitazione è superba, anche se di maniera, di indubbio impatto l'avvenenza fisica del protagonista, inossidabile da vero divo di Hollywood, invece di invecchiare, misteriosamente ringiovanisce e non mostra il passare del tempo, ma visto come nel suo caso l'effetto "ringiovanente" del capello grigio che in noi comuni mortali fa tanto "terza età". Brave le co-protagoniste, Vera FArmiga, con i suoi occhi naturalmente vampireschi senza bisogno di lenti a contatto colorate, forse spargente un paio di sorrisi di troppo; molto bravina l' Apprendista licenziatrice", già intravista in parte minore come Jess in Twilight. Qui impegnata in ruolo drammatico ne viene fuori in maniera eccellente. Come voto dò un dieci perchè il prodotto è pregevole, il montaggio spedito, e non cade nel banale del lieto fine. Vedremo se mieterà allori all'Academy Award.



Anna, 59 anni, Milano (MI).




intelligente

(9/10) Voto 9di 10

Forse molti approveranno il suo significato finale, ma poi nella realtà quotidiana si comportano nello stesso modo e non fanno nulla per cambiare. Film intelligente; con leggerezza affronta temi dominanti della nostra epoca o universali dalla nascita del mondo. Drammaticamente registra la crisi della fine prima decade 2000 e la ricollega alla dimensione ancestrale dell'uomo. Mi sono piaciute immensamente queste visioni dall'alto sulle città pianure montagne laghi. Come un grande occhio che scruta la piccola umanità che laggiù mangia respira, in definitiva vive. Ed il matrimonio. Così provinciale e reale. Con le debolezze di una non cultura che non sa affrontare le vere prove della vita e che ha bisogno del sapere. E molte cose ancora. Film di cui consiglio la visione e spero per Clooney un riconoscimento che ben si merita, dicasi Oscar.



Bellim, 58 anni, Cabiate (CO).




Una buona prova

(8/10) Voto 8di 10

Buon film, ben costruito, forse un po' debole nel finale. Notevole l'interpretazione di Clooney, ma anche delle due co-protagoniste. Vale la pena di vederlo.



Rita, 57 anni, Novara (NO).





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