Capace di scalzare registi molto più blasonati come, tra gli altri, i Coen, Fincher, Kusturica e Gus Van Sant, Cristian Mungiu è stato la rivelazione di Cannes 2007, dove si è aggiudicato la Palma d’oro. In realtà non si tratta di un caso isolato, perchè il cinema dell’europa dell’est, in particolare quello romeno, ha raccolto recentemente grandi consensi a livello internazionale (l’anno scorso ad esempio “Il caso Kerenes” ha vinto l’orso d’oro a Berlino).
4 Mesi, 3 Settimane, 2 Giorni è un film crudo, asciutto ed essenziale, che racconta con estrema durezza la Romania che sotto il regime di Coeausescu sembra aver perso ogni dimensione morale (il tema dell’aborto è al centro della vicenda ma funge soprattutto come simbolo di un dramma sociale più ampio). La forma spoglia, quasi documentaristica, con lunghi piani sequenza e camera a mano, potrebbe inizialmente disorientare, ma col passare dei minuti fa crescere la consapevolezza del dramma imminente, e l’interminabile cena finale porta la tensione a livelli altissimi.
Dolorosa sorpresa, non è un film per tutti.
La bellezza e la forza di questo film e'la sua naturalezza , non e' un film politico ma fa riflettere (anche') su cio' che una dittatura e' in grado di generare , film consigliato.
Veramente intenso e molto bello questo film, pur trattando un argomento terribile e doloroso.
la regia asciutta, la mancanza di musica, gli attori, tutti calati nei ruoli, fanno vivere a chi vede il film il dramma di un aborto clandestino in condizioni disperate. ho finito di guardare il film con un senso profondo di ansia e partecipazione con le due ragazze. non capisco come un film cosi' possa lasciare qualcuno indifferente!!!
4 mesi, 3 settimane e 2 giorni, specialmente in questo periodo, merita di essere visto, poichè racconta la storia di un aborto senza essere retorico e senza prendere posizione. Sono proprio questi due aspetti a rendere il film particolarmente intenso, crudo, vero e, quindi, bello.
E' una storia semplice (per quanto una storia di aborto possa essere definita così) in cui imperano l'ottusità e la crudeltà del "medico" abortista e la solidarietà (portata agli estremi) tra le due amiche.
Da una parte c'è quella stanza d'albergo, il dramma, l'impotenza, il dolore e dall'altra c'è il mondo reale, le cene in famiglia, i discorsi dei benpensanti.
Film dalle atmosfere cupe, dalle ambientazioni angoscianti che lasciano sicuramente un senso di oppressione, solitudine e tristezza nello spettatore.
Palma d'oro meritata. Sicuramente da vedere.