Può un film dai personaggi squallidi e biechi, dalle situazioni grottesche e tristemente forzate, non risultare squallido anch'esso? Può, forse. Se si guarda oltre si noteranno i dialoghi azzeccati e qualche citazione degna di essere ascoltata e ricordata; ma il film nel suo complesso è abbastanza lento, noioso in alcune parti. Non è pessimo, ma nemmeno eccellente... Insomma, un film come tanti altri.
Bello e visionario “L'amico di famiglia” di Sorrentino, un film perfetto dal punto di vista delle immagini, anche se la storia non è sempre credibile e se il regista oscilla continuamente dal realismo al grottesco e viceversa. Straordinario il (per me) sconosciuto protagonista.
L'amico di famiglia è un film nettamente differente dalla generalità delle pellicole sfornate dalle produzioni italiane. Senza dubbio originale nello sviluppo, un pò meno nella trama. Il protagonista Rizzo regge in pratica tutto il film, la sua interpretazione è fantastica, estremamente coinvolgente rispetto allo spettatore che, di certo, si sente pienamente coinvolto dall'intera vicenda narrata. Anche la Chiatti (peraltro bellissima) si mostra a proprio agio in una parte difficile ed intensa. Il bravo Bentivoglio, invece, è troppo legnoso, quasi avulso dalla vicenda e, per questo, poco aiutato da una sceneggiatura non sempre all'altezza, appare alquanto mediocre e poco convincente. La regia è originale, quasi onirica, ma Sorrentino pare voler osare troppo tanto da apparire troppo protagonista rispetto alle (esili) vicende narrate. Il grande regista, a parer mio, dovrebbe accompagnare la trama e risultare coinvolgente, non sostituirsi ai protagonisti con riprese azzardate e spesso avulse dal contesto ed incomprensibili. Nel complesso, un film piacevole ma lento, troppo sussurrato, da risultare un pò soporifero, con un finale a mio modo di vedere non convincente.
Sorrentino è un regista atipico. sfugge da quelli che sono i più scontati stereotopi della cinematografia italiana, cercando di mostrare storie a tratti grottesche ma di una realtà "agghiacciante" che puntano il dito sulla fragilità dell'animo umano. che poi ci riesca o no con risultati superlativi può anche starci. tuttavia vale la pena di rischiare purchè le idee ci siano e la mano del regista non sia troppo rigida. geremia de geremei lo incontriamo sempre...in mezzo alla via della nostra città, proprio perchè è tipicamente italiano ed è il tipico esempio di persona repellente ma che non si tira indietro di fronte ai pericoli. l'amico di tutti e a cui tutti si rivolgono pur sapendo di cosa è capace. ritratto feroce della meschinità della falsità dell'opportunismo ma anche della codardia. uno che come altri sfrutta le minaccie per arrivare al suo scopo, come uomo di mafia che cura i suoi interessi facendo uscire ogni tanto un pò di umiltà che però viene immediatamente nascosta. a parte lo straordinario giacomo rizzo che come tutti i bravi attori napoletani riesce a comunicare anche solo con l'espressività, per arrivare ad una convincente( e non me l'aspettavo) laura chiatti icona dei rivoltanti film giovanili, qui invece in una parte decisamente impegnativa. bentivoglio se la cava sempre bene interpretando un ruolo nuovo e strano nonchè difficile e difficilmente definibile del cow-boy che non tramonta mai. tuttavia, una cosa (se la si deve trovare) negativa ci stà...il film si basa su una storia non molto originale e alquanto hollywoodiano, ma vederlo fare in italia mi fa molto piacere. in italia non c'è solo m***a. l'italia è questa, basta muccino o i vanzina o federico moccia.