Hanno ragione, a mio avviso, quelli che osservano che il film non e' un film storico, ma una commedia in costume. Di Napoleone (Auteuil bravo come sempre) Virzi' da' una presentazione grottesca e da commedia all'italiana: il grande personaggio visto attraverso il buco della serratura e caricato di tratti e vezzi che rimandano a un Cavaliere di nostra conoscenza. Molto "politically correct" la deplorazione dei settantamila morti della campagna dei Cento giorni e il resoconto allegro della cattività in Algeri del personaggio interpretato da Mastandrea.
In compenso scene, colonna sonora, alcuni degli attori (Germano e Antonutti soprattutto, ma anche Mastandrea e Ceccherini) funzionano bene. Ma forse Virzi fa meglio a tornare alle ambientazioni di attualita'.
E' un film gustosissimo, ben girato e soprattutto ben interpretato. La cosa più notevole è proprio la galleria di personaggi che presenta, l' occhio sottilmente ironico con cui vengono seguiti, le sfaccettature della loro personalità. Così Martino subisce suo malgrado l'attrazione verso il potere, il fratello nasconde un cuore di romanziere sotto la veste da mercante, la sorella è al tempo stesso despota e figura teneramente materna, la baronessa attraversa la vita e la storia con candida impudicizia. Napoleone è un uomo profondo e meschino, vecchio leone coi rimpianti del bambino, odioso e amabile al tempo stesso.
Il tutto è condotto con leggerezza, senza gravosi giudizi morali o storici, con bella fotografia e bei costumi. Decisamente da vedere anche per apprezzare la bellezza e la simpatica autoironia di Monica Bellucci
Mi piacciono i film italiani, mi piace Virzì, attori bravi........ma la storia non c'è. Annoia, interessa poco, fa ridere pochissimo, la Bellucci finalmente parla come mangia. Confrontato con altri recenti film italiani (vedi sempre con Elio Germani: Mio fratello è figlio unico) non c'è paragone! Pollice in giù.
Virzì conferma ancora una volta con quest'opera di essere tra i pochissimi della sua generazione che hanno il coraggio (e l'ardire) di confrontarsi con la realtà dei propri tempi. E' chiarissima la metafora con l'oggi(testimoniata anche col "mi consenta" espresso da un personaggio),dove N è Berlusconi Silvio pluri Presidente del Consiglio italiano,il popolo adorante di Portoferraio è la massa di elettori elargenti ad ogni consultazione elettorale pacchi di voti al suindicato,la baronessa "mig***ta" simboleggiante il "tipo femminile" odierno che si lascia plagiare dal ricco e potente,infine il giovane letterato con pulsioni "tirannicide" rappresenta "ciò che non c'è" ma che l'autore "vede" nella sua immaginazione e nella "logica delle cose"...Da notare il personaggio del cattivo-buon maestro cui Antonutti dà il volto,egli muore così come ad esempio oggi si sono abbandonati ad una "morte civile" persone come Curcio,Negri,Sofri,etc.Il finale è triste anche per quell'arma re-impugnata dal giovane sulla tomba del suo "maitre a penser" come sola possibilità di riscatto dell'umanità umiliata,ma...d'altronde,sarebbe stato difficile immaginarne un altro. Sarà per un'altra volta?
Ho trovato il film molto deludente. Si aspetta sempre che decolli e... non decolla mai, dopo venti minuti sembrano siano già passate tre ore. Decisamente noioso, non si capisce cosa voglia dire. Inutilmente melodrammatico il finale...
Salvo solo la colonna sonora e qualche battuta qua e là