non merita 10 solo per la recitazione (davvero inespressiva) della bellucci...
film ben fatto, attori davvero bravi...
un ottimo spaccato sulla fine di Napoleone anke se nn è tutto vero
Davvero una piacevole sorpresa questo film di Virzì, che affronta un aspetto poco noto della grande epopea napoleonica, vale a dire il suo soggiorno all'Elba e, soprattutto, l'impatto con il popolino volubile e pronto ad esaltare il tiranno vanaglorioso e crudele. Straordinariamente brillante l'interpretazione di Sabrina Impacciatore in una commedia godibile e divertente, ma a tratti anche commovente (davvero toccante la scena dell'esecuzione del maestro),con un cast valido all'interno del quale sembra bravo persino Ceccherini!
Molto belo questo film. Non ho apprezato i precednti lavori di Virzì, ma qui tutto è diverso. Innanzitutto la storia che si ntreccia nella Stotia. La vita nel particolare di Martino, maestro, e la parentesi all'Elba di Napoleone. Poi i tratti psicologici molto curati di Martino, del maestro di Martino, una sorta di Socrate moderno, di Napoleone e della bagascia Emilia (Bellucci).
Un Napoleone uomo, pensoso, ma pur sempre tiranno despota e egoista. A tratti fa la figura del santo, ma per fortuna (per il cponto che la Storia ha con lui) alla fine si dimostra quello che è.
Bravissimi gli attori, sonon rimasto stupito da tutti: la Belucci qui recita e nonsi limita a farsi vedere. La Impaccaitore è sopra le righe. Mastrandrea ottimo così com è ottima l'interpretazione del protagonista dell'ancora forse immaturo attore Elio Germano.
discorso a parte per Ceccherini, che fa ridere senza stupidaggini.
Inoltre è portante per il film che latrna molto bene momenti drammatici a momenti comici, proprio grazie a Ceccherini.
Consigliatissimo, da uno che non apprezza di solito il cinema di casa nostra, ma che stavolt è orgolioso di questo prodotto.
Virzì conferma ancora una volta con quest'opera di essere tra i pochissimi della sua generazione che hanno il coraggio (e l'ardire) di confrontarsi con la realtà dei propri tempi. E' chiarissima la metafora con l'oggi(testimoniata anche col "mi consenta" espresso da un personaggio),dove N è Berlusconi Silvio pluri Presidente del Consiglio italiano,il popolo adorante di Portoferraio è la massa di elettori elargenti ad ogni consultazione elettorale pacchi di voti al suindicato,la baronessa "mig***ta" simboleggiante il "tipo femminile" odierno che si lascia plagiare dal ricco e potente,infine il giovane letterato con pulsioni "tirannicide" rappresenta "ciò che non c'è" ma che l'autore "vede" nella sua immaginazione e nella "logica delle cose"...Da notare il personaggio del cattivo-buon maestro cui Antonutti dà il volto,egli muore così come ad esempio oggi si sono abbandonati ad una "morte civile" persone come Curcio,Negri,Sofri,etc.Il finale è triste anche per quell'arma re-impugnata dal giovane sulla tomba del suo "maitre a penser" come sola possibilità di riscatto dell'umanità umiliata,ma...d'altronde,sarebbe stato difficile immaginarne un altro. Sarà per un'altra volta?