Film onesto che racconta una realtà impiegatizia molto vera nelle sue miserie e meschinità.
forse chi ha espresso il commento sotto il mio ignora che sotto una punta di yuppies c'era un iceberg di travet.
da vedere, sperando di poter dire "no, da me non è così".
Film triste di Avati ancor più tristemente recitato. Ma dove sono finiti i giovani rampanti impiegati di banca degli anni '80? Gli yuppies arrampicatori e carrieristi? In questo film non ci sono vincitori, i personaggi risultano antipatici, vuoti, spenti, perdenti nati. Da una trama pressochè inesistente il regista non riesce a tirar fuori l'anima dei personaggi, avvinti da una sceneggiatura zoppicante e ordinaria. Il protagonista è del tutto monocorde e monoespressivo (e ci sarà un motivo se l'attore Botosso si è perso nella notte dei tempi, sciolto come neve al sole). Gli altri sono dei comprimari appena tratteggiati. L'unico personaggio di poco fuori dalle righe, appena fuori dagli schemi andrà incontro ad una tragica fine, quasi a testimoniare che vivere al di là dalla barbara monotonia è pericoloso e, addirittura, letale. Brutto passo falso di Avati che ci ha abituato a ben altri approfondimenti e ben diverse caratterizzazioni. Yuppies anni '80? meglio i Vanzina.