Il film d'esordio di W. Craven come regista è piuttosto brutale e violento: la sua mano è inconfondibile in alcune scene che hanno ancora molto da insegnare agli odierni horror/splatter. Oltre al buon horror però, qui troviamo anche qualcosa di più: una denuncia aspra e forte agli eccessi dei giovani degli anni '70. Non è una pellicola che tutti possono apprezzare e vedere ma, a mio parere, merita la visione anche solo per dare un'occhiata a, come dice Luigi, uno dei capostipiti del cinema horror.
Sicuramente uno dei capostipiti dell'horror anni '70, "L'ultima casa a sinistra" costituisce l'esordio di Wes Craven alla regia. Un film certe volte ingenuo, chiara opera di un'esordiente, (anche se già si vede la mano di Craven, qua e là) che ricalca in sostanza la stessa storia di "la fontana della vergine" di Berman, ma capace di shokkare sicuramente lo spettatore con immagini molto forti, ricadendo talvolta nel sensazionalismo.
Rimane un documento secondo me molto importante per gli anni '70, un bel ritratto molto amaro dell'America di quel periodo.
Comunque non è un film bellissimo, e nonostante lo si accosti spesso al capolavoro di Tobe Hooper "Non aprite quella porta", secondo il mio parere ogni paragone è superfluo.
io lo accosterei piuttosto a Sam peckinpah e al suo "Cane di Paglia"che viene esattamente 1 anno prima, ma anche in questo caso ogni paragone è assolutamente inutile.
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