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Il grande silenzio

Opinioni presenti: 22
Media Voto: Media Voto: 6.5 (6.5/10)

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La chiesa è giovane

(10/10) Voto 10di 10

Il film è un capolavoro di attenzione, rispetto e grande capacità di resa cinematografica di uno dei valori primi del cristianesimo: la preghiera e la contemplzione. La Chiesa ha un patrimoni nascosti che Groninbg ha saputo intuire e documentare in modo straodinariamente efficace. Grazie. Il cinema ha davvero potenzialità enormi.



Livio, 70 anni, Firenze (FI).




fantastico

(9/10) Voto 9di 10

ieri, giorno di pasquq, ho visto il grande silenzio. sono volate le quasi tre ore di proiezione.l'atmosfera, quasi surrele, mi ha preso sin dall'inizio, ed alla fine ero soddisfatto e rilassato per quelle visioni,per quei tagli di riprese poetiche e dirette.un gran bel film.



Rossi, 69 anni, Ferrara (FE).




E' grande il silenzio ?

(1/10) Voto 1di 10

Sono molto in imbarazzo perché le intenzioni del film sono certamente sincere, ma il risultato (per me) è certamente deludente. Le intenzioni sono nel titolo : il silenzio è grande. Il silenzio parla. Il silenzio è vita più intensa : ti coinvolge, ti conquista. Più volte un cartello ripete : “Tu mi hai sedotto e io mi sono lasciato sedurre”. Il fatto è che io ce l’ho messa tutta per lasciarmi sedurre. Ci ho messo 164 minuti (due ore e quarantaquattro minuti) di concentrazione spasmodica per cogliere ogni più impercettibile immagine (il puntino rosso quasi invisibile sul gigantesco schermo nero) e soprattutto per non cedere alla voglia di alzarmi ed uscire (come alcuni hanno fatto) o peggio ancora per non piombare nel sonno profondo. Ce l’ho messa tutta, ma il film non mi ha sedotto. Non mi sono quasi mai emozionato. E quando è successo, è stato per lievi infantili sorprese : i monaci che giocano come bambini sulla neve. Nulla di nemmeno lontanamente paragonabile alle profonde e queste sì indicibili emozioni di un altro film, ‘visto’ solo alla radio “Clausura“ di Sergio Zavoli. Nulla della poesia e magia del silenzio e della voce della Natura nei film di Franco Piavoli. Mi chiedo : perché questa quasi dolorosa delusione per film da cui tanto mi aspettavo ? Ho incerte risposte. Forse un peccato di superbia di un regista che pure ha umilmente dedicato mesi della sua vita a questi monaci santi ed umilissimi. Forse tagliare la metà dei 164 minuti (lo so, è difficile tagliare, quando ogni singola inquadratura ti è costata tanta passione e tanto tempo) darebbe ai restanti minuti una profondità ed una intensità che oggi non ci sono. Forse non è questione di durata, ma di coinvolgimento. La totale mancanza di un qualsiasi filo narrativo rende impossibile l’adesione e lo sprofondarsi in quello che potrebbe essere (ma non è) un musicalissimo viaggio nel regno del silenzio. Forse, e sarebbe l’ipotesi più triste, sclerotizzati ormai come siamo dall’assordante civiltà del rumore e dell’apparire – il contatto con i valori profondi della solitudine e del silenzio sono ormai, per noi, per me, caduti aldilà della soglia di percezione. Se così fosse, vorrebbe dire che il film è stupendo, ma che io non ho visto, non ho sentito, non ho capito nulla. Per concludere consiglio a chi mi legge : vai a vederlo. Comunque vada, non saranno soldi spesi male. Siediti in una posizione da cui non senti il rumore del proiettore : le ultime file potrebbero essere disturbate dallo scorrimento della pellicola. Spera anche che la tua sala non sia invasa dall’odore dolciastro e nauseabondo dei pop corn : le immagini silenziose sarebbero profumate, se solo potessimo percepire l’odore della pioggia, della neve, dei pesanti bianchi tessuti, del silenzio. E, prova estrema, vai da solo. La solitudine, più ancora del silenzio, è forse il vero tema di questo film.



Franco, 66 anni, Milano (MI).




Ammirata

(10/10) Voto 10di 10

La composizione delle inquadrature mi fa pensare a certa pittura, la ricerca del particolare mi fa capire quanto sia importante ogni attimo e ogni gesto della vita, anche se ripetitivo, il convergere dell'attività individuale nella Liturgia comune mi ricorda che faccio parte della comunità umana che è la famiglia di Dio Padre. Grazie!



Amgela, 56 anni, Roma (RM).




I tempi sono maturi

(10/10) Voto 10di 10

Quando si è a contatto diretto con il silenzio dentro, Dio è più vicino. Lo si comprende chiaramente dal film, e risulta chiaro anche perchè i monaci dissero tanti anni fa che i tempi non erano maturi. Negli anni '80 del secolo scorso, in pieno materialismo, l'umanità doveva ancora completare il ciclo dell'ubriacatura della corsa al successo, del rumore, dei consumi, dell'esteriorità. Adesso sta rinascendo, dalle rovine fumanti di una felicità cercata solo fuori di sè e mai trovata, la ricerca del Dio vivente che ci attende chiuso nel profondo di ognuno di noi. E' un Dio che chiede trasformazione, coraggio, anticonformismo vero. Il grande Silenzio indica la via: osservazione di sè, autoconoscenza, semplicità, silenzio per capire e per accogliere. Non deve necessariamente accadere nel chiuso di un monastero, se no non sarebbe stato girato un film. Ogni uomo può ritrovare il senso di Dio all'interno della propria vita e delle proprie occupazioni quotidiane. Dio è dovunque, e attende con pazienza che lo lasciamo parlare dentro di noi. Solo un mondo materiale costruito sul senso delle Leggi che ci governano ci può dare quella gioia e quella sicurezza che cerchiamo come bambini sperduti. "Il Regno dei Cieli è dentro di voi".



Graziella, 56 anni, Modna (MO).





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