Conoscevo Malick soltanto per sentito dire, per quel suo essere un regista poco prolifico, ma tra i più apprezzati nel panorama cinematografico internazionale. Accostarsi al suo modo di fare cinema è stato come per un bambino venire a contatto con le piccole conquiste del quotidiano. Ogni dettaglio, ogni singola inquadratura lascia a bocca aperta e mantiene fortemente vive la curiosità e la voglia di far proprio ogni elemento. In un'epoca in cui ad imporsi sono solo i rumori, la frenesia, la spettacolarità eccessiva, gli effetti speciali a tutti i costi, grazie a questo film, immacolato locus amoenus tra le proiezioni di inizio d'anno, si riscopre con immenso piacere il gusto di "esplorare" la pellicola, di lasciarsi guidare dalla possente forza evocativa delle immagini, sentendosi quasi padroni della scena. I dialoghi supportano l'azione senza prevaricarla, e si pongono perfettamente al servizio della narrazione. La potenza dei gesti, degli sguardi e dei movimenti la fa da padrona. E poi, come tralasciare la splendida location, non ridotta, come spesso accade, a mero accessorio? Ci si trova immersi in un magnifico pot-pourri di colori, che invita lo spettatore a riappropriarsi di quel rapporto simbiotico con la natura, che secoli di civilizzazione hanno quasi del tutto cancellato a queste latitudini.
Questo film è pura poesia, e lo si nota anche dalla tenerezza dei gesti e delle innocenti affettuosità che si scambiano i due protagonisti. Un rapporto amoroso quasi infantile, fatto di delicati abbracci e muti colloqui di sguardi. Inoltre il regista è stato abile nel restituirci un'immagine degli antichi abitatori degli Stati Uniti ben lontana da quella stereotipata e banale, che il cinema ci propone di consueto, e quanto mai fedele a quella reale.
A tratti il film può apparire un pò statico, ma ci si consola presto lasciandosi coinvolgere dalla ricchezza e dalla magnificenza della fotografia. Rasserena l'animo immergersi nell'ascolto delle voci della natura, che di frequente rappresentano gli unici punti di riferimento sonori. Il vento che sussurra tra gli alti fili d'erba, il lento mormorio delle acque fluviali, il pacato cicaleccio degli uccelli.
Un rilievo particolare va fatto a proposito dell'attrice protagonista che, nonostante l'inesperienza, si dimostra perfettamente calata nel difficile ruolo di ragazza distante dal mondo civilizzato. E' riuscita con naturalezza a mostrarci un personaggio denso di spessore nella sua fragilità ed innocenza. Un personaggio a tutto tondo, che Malick ci aiuta a comprendere a fondo grazie ai numerosi interventi della voce fuori campo, che ci mette a parte dei pensieri più reconditi della principessa dei nativi.
Insomma, ogni possibile chiave di lettura presenta alcuni punti fermi di grande importanza: il naturalismo e la desolazione della civilizzazione.
Conoscevo Malick soltanto per sentito dire, per quel suo essere un regista poco prolifico, ma tra i più apprezzati nel panorama cinematografico internazionale. Accostarsi al suo modo di fare cinema è stato come per un bambino venire a contatto con le piccole conquiste del quotidiano. Ogni dettaglio, ogni singola inquadratura lascia a bocca aperta e mantiene fortemente vive la curiosità e la voglia di far proprio ogni elemento. In un'epoca in cui ad imporsi sono solo i rumori, la frenesia, la spettacolarità eccessiva, gli effetti speciali a tutti i costi, grazie a questo film, immacolato locus amoenus tra le proiezioni di inizio d'anno, si riscopre con immenso piacere il gusto di "esplorare" la pellicola, di lasciarsi guidare dalla possente forza evocativa delle immagini, sentendosi quasi padroni della scena. I dialoghi supportano l'azione senza prevaricarla, e si pongono perfettamente al servizio della narrazione. La potenza dei gesti, degli sguardi e dei movimenti la fa da padrona. E poi, come tralasciare la splendida location, non ridotta, come spesso accade, a mero accessorio? Ci si trova immersi in un magnifico pot-pourri di colori, che invita lo spettatore a riappropriarsi di quel rapporto simbiotico con la natura, che secoli di civilizzazione hanno quasi del tutto cancellato a queste latitudini.
Questo film è pura poesia, e lo si nota anche dalla tenerezza dei gesti e delle innocenti affettuosità che si scambiano i due protagonisti. Un rapporto amoroso quasi infantile, fatto di delicati abbracci e muti colloqui di sguardi. Inoltre il regista è stato abile nel restituirci un'immagine degli antichi abitatori degli Stati Uniti ben lontana da quella stereotipata e banale, che il cinema ci propone di consueto, e quanto mai fedele a quella reale.
A tratti il film può apparire un pò statico, ma ci si consola presto lasciandosi coinvolgere dalla ricchezza e dalla magnificenza della fotografia. Rasserena l'animo immergersi nell'ascolto delle voci della natura, che di frequente rappresentano gli unici punti di riferimento sonori. Il vento che sussurra tra gli alti fili d'erba, il lento mormorio delle acque fluviali, il pacato cicaleccio degli uccelli.
Un rilievo particolare va fatto a proposito dell'attrice protagonista che, nonostante l'inesperienza, si dimostra perfettamente calata nel difficile ruolo di ragazza distante dal mondo civilizzato. E' riuscita con naturalezza a mostrarci un personaggio denso di spessore nella sua fragilità ed innocenza. Un personaggio a tutto tondo, che Malick ci aiuta a comprendere a fondo grazie ai numerosi interventi della voce fuori campo, che ci mette a parte dei pensieri più reconditi della principessa dei nativi.
Insomma, ogni possibile chiave di lettura presenta alcuni punti fermi di grande importanza: il naturalismo e la desolazione della civilizzazione.
Non ho mai sentito alla fine di un film un applauso generale perchè era finalmente finito.
Doppiaggio peggiore della corazzata Cationchi.
Immagini da documentario ,ma mancava Piero Angela.
Sono appena uscito dalla sala, e ho ancora in mente quei paesaggi, quei suoni, quei pensieri espressi in questo film, sicuramente silenzioso di dialoghi ma non di significati. Forse però per me è stato un po' troppo.. vago nell'interpretazione. Comunque merita perchè non è il solito film che si vedono nelle sale.. è per amanti del genere, per gli altri risulterà solo una noia.