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Ogni cosa é illuminata

Opinioni presenti: 62
Media Voto: Media Voto: 8 (8/10)

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un grande ...piccolo film

(9/10) Voto 9di 10

Concordo con le opinioni che sono già state date del film. Mia figlia lo aveva visto per puro caso al cinema con altri ... 3 spettatori. Lo ha rivisto ancora e per un anno abbiamo cercato il dvd che era quasi introvabile. Poi quest'estate me lo ha regalato. pochi film possono commuovere e far sorridere allo stesso tempo, come questo piccolo capolavoro ebraico. L'altra sera l'ho rivisto, un po' come una partecipazione personale alla giornata della memoria. La memoria è proprio ciò che ci propone l'autore, facendoci vedere le cose tramite quei buffi occhiali del grande Elija Wood. E' da vedere anche le scene censurate, sicuramente le più costose da realizzare, ma che giustamente, a mio avviso, il regista ha preferito ignorare nel montaggio finale. vedetelo, e fate un passa parola fra coloro che possono apprezzare le ...cose belle.



vito, 57 anni, Taranto (TA).




Interessante ma con uno iato troppo pesante tra una parte e l'altra

(10/10) Voto 10di 10

L'avevo perso a dicembre ma è stato riproposto ad agosto e mi ci sono avvicinata senza preconcetti nè pregiudizi, non sapevo nè chi fosse il regista ne che fosse tratto da un romanzo nè di cosa trattasse; sapevo solo che l'interprete era lo stesso del Signore degli Anelli; all'inizio mi sono trovata davanti ad una farsa, anche se dai toni pesanti (morte della nonna e morte del nonno rivista in flashback) maniacalità della raccolta degli oggetti; viaggio in Ucraina, con arrivo alla stazione accolto da orchestrina; la cagna di cui è terrorizzato; chi gli chiede se è ammalato perchè è vegetariano, etc. ; e poi l'improvvisa rivelazione della memoria; ma il vecchio che si suicida? perchè nega le sue origini anche al figlio ? e perchè finge di odiare gli ebrei? e soprattutto che cattivo gusto la scena della vasca piena di sangue; troppo repentino il passaggio di tono da farsesco-comico a nostalgico e poi tragico; forse il vecchio si è sentito di colpo inutile perchè mentre lui rinnegava la sua origine ebraica, la vecchia del campo di girasoli aveva preservato la memoria dell'eccidio? Forse dovrei leggere il libro per capire veramente il movente psicologico che spinge il vecchio a uccidersi; mi sembra del tutto gratuito, visto che tutta la sua vita la aveva spesa accompagnando turisti ebrei americani alla ricerca delle loro origini. A parte queste considerazioni, il film è interessante e benissimo recitato; esilarante l'inglese-russizzato parlato dal traduttore, anche se probabilmente il parlato sarà più interessante nell'originale che non nella traduzione italiana oltretutto con i sottotitoli dal russo che anticipano quello che poi il doppiato esplicita.... un pochino pesantuccio ma interessante, l'unico film in programmazione a Milano in agosto che valesse la pena di andare a vedere. Quindi un bel dieci nonostante la discontinuità del tono. Ah dimenticavo: veramente di cattivo gusto e gratuita la scena del protagonista che afferra la povera cavalletta e la mette ancora viva in busta chiusa... ma dico? cosa significa? non poteva metterci un girasole o un pezzetto di terra? O ha un significato anche questo?



Anna, 55 anni, Milano (MI).




la memoria è vita

(9/10) Voto 9di 10

Intensissimo, iniizialmente ironico e divertente, diventa poi una drammatica rappresrnatzzione di persone e di un paese senza memoria; il nonno che rifiuta sè stesso e le sue origini, il nipote che nulla conosce, la sopravvissuta che rappresnta gli altri e il paese cancellato dalla furia nazista;un film da far vedere in occasione della Giornata della Memoria. fotografia bellissima.



Silvio, 55 anni, Bernareggio (MI).




E' un film che illumina

(9/10) Voto 9di 10

Penso che il film dia un saggio di poesia che credo, venga colto solo in parte dai critici. Le parole spesso divertono ma pesano, le inquadrature pure. E' tutto bello e dolce e induce a gradevoli sensazioni. Scene come quella del nipote che si accascia al suolo e si protegge da un improbabile attacco da parte del nonno, sotto gli occhi di un sensibile giovanotto americano che porterà in america il senso perduto del rispetto verso il ricordo, non sono più facili da vedere al cinema o, figuriamoci!, in televisione. Lui, il vecchio, cercava di concludere la sua esistenza in modo ignavo e all'improvviso arriva il giovane collezionista; come il contadino trova la fede nuziale mentre semina girasoli, lui viene trovato dal giovane americano che gli permetterà di trovare il senso vero, profondo e gratificante della sua esistenza, una carezza al nipote e poi via, verso gli amici persi allora. Il dramma dello sterminio è a mio parere raccontato in modo deciso ma al tempo stesso delicato , si coglie il dramma totale, muoiono quasi tutti, ma non tutti, sopravvivono quelli che racconteranno, conserveranno e cercheranno di non fare dimenticare il male passato che dovrebbe trasformarsi in bene futuro. Chi tenta di non farlo ha l’occasione per ravvedersi ed esprimersi in modo ancora più forte. Chi conserva alla fine ha il piacere di sapere che la guerra è finita. E finalmente il frutto matura, i due giovani si caricano di un bene interiore che pur nella diversa cultura li porterà a seminare per un proficuo raccolto, in terre e in coscienze ancora profondamente diverse.



Orazio, 54 anni, Vico Equense (NA).




non è il romanzo di Janathan Safran Foer

(7/10) Voto 7di 10

Ugo Guanda editore, pubblicò l'opera prima di Janathan Safran Foer "Ogni cosa è illuminata" nel 2002. Jonathan è nato nel 1977 a Washington, giovanissimo e speriamo gran promessa del cinema e della letteratura. Il romanzo è esilarante con un ritmo avvincente, magnifico, mette di buon umore, il cervello produce “endorfine”, molecole dalle proprietà biologiche analgesiche simili a quelle della morfina e delle sostanze oppiacee, lasci il romanzo solo se sei arrivato all’ultima pagina. Ho lasciato la poltrona del cinema annoiato perché non ho trovato la struttura avvincente del romanzo. Il regista Liev Schreiber delude nel copione perché scarico, didascalico e frammentario. Il romanzo di Jonathan Safran Foer meritava una lettura più attenta ed un regista con un’esperienza un po’ più solida di chi ha fatto: Scream 1, Scream 2, Scream 3, Scream 4 …



Paolo, 52 anni, Cosenza (CS).





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