Il film racconta la storia di una ragazza madre che, per reagire ad una situazione di oppressione familiare e di indigenza, decide di fare da corriere della droga tra la Colombia e gli Stati Uniti. Viene descritto senza mezzi termini il modo terribile con cui le ‘mule’ si prestano questo servizio, e sarà proprio il triste destino capitato ad una sua amica a spingere Maria alla più importante (e coraggiosa) delle sue decisioni.
Questo film è la dimostrazione di come con un budget evidentemente risicato, un pugno di attori discreti ma motivati e una storia di elevato significato, si riesca a fare un buon film.
L'ho visto dopo che mi era stato consigliato, e non ne sono rimasto deluso,ma nemmeno entusiasmato. La trama non ha nulla di particolare rispetto ad altri del genere, tranne appunto la parte in ci viene beccata in aereoporto, ma nonostante tutto scorre via liscia, senza punti morti o scene noiose (questo forse anche perchè è abbastanza breve). Brava e bella la protagonista, da scoprire.
Drammatico e reale: la disperata Maria, che senza lavoro accetta di prendere un rischio assurdo, diventa l'eroina pur non dovendo esserla. Sfruttata, costretta. Grandiosa la parte in aeroporto, quando viene fermata e sospettata di essere una mula, ma si salva solo perché è incinta e non possono esserle fatti i Raggi X. La fuga dopo la morte di Lucy, il tentativo di fare qualcosa, di migliorare una vita disperata.
E una speranza restano alla fine a New York, dove forse non avrà un futuro roseo, ma almeno c'è la speranza..