non riesco a non commuovermi in tanti tratti del film.
La recitazione di Girotti e della mezzogiorno è superba, accompagnata da una musica, quella di Giorgia che si attanaglia perfettamente ai momenti cruciali.
E' un bel messaggio, affettivo profondo sui lacci e lacciuoli che non ci permettono di vivere seguendo i nostri veri desideri..I dolci rifugio da una incapacità di poter vivere pienamente un amore sono il leit motiv del film.
Bisogna vivere, e questo messaggio lanciato da Girotti a poco dalla sua morte reale e scenica è quanto di più intimistico si poteva esprimere.
E’ la finestra che rende le cose diverse, più lontane,
più importanti irraggiungibili – fascinose,
sotto un’altra prospettiva, fortunatamente…
Perché si dimentica tutto, ma l’amore resta,
si dimenticano anche i sapori, anche il proprio nome,
ma l’amore resta ,
anche se non c’è rapporto che non lasci traccia
e per coprire l’amaro bisogna darsi da fare
e preparare i “dolci”… , che altro non sono che il surrogato dell’amore.
Il film mi è piaciuto, ma francamente mi aspettavo di più da un regista con dei precedenti come Le fate ignoranti e Cuore Sacro (anche se le recensioni su internet non sono state incoraggianti) e con un cast così ricco e ben fornito. Giovanna Mezzogiorno è stata (come sempre) bravissima, ha interpretato splendidamente la madre stressata che nasconde i suoi desideri dietro una dura facciata di responsabilità, anche Nigro ha recitato bene, mentre trovo la prestazione di Raul Bova un po' meno brillante; forse era il personaggio, ma l'ho trovato freddo, cioè si vede l'impegno, ma a confronto degli altri emerge subito la lacuna. Per il resto mi sono molto piaciute le scene, l'ambientazione che insieme alla storia rendono il film davvero piacevole. Forse l'unica cosa che non mi è piaciuta è stata la “veridicità” di alcuni dialoghi. Perchè li ho trovati molto reali e persino scostanti, fastidiosi poiché non seguono il filone romantico e dolce di tutta la vicenda. Mi è spiaciuto non piangere perchè penso che un racconto del genere meritava qualche lacrima, però l'eccessivo realismo ha tolto molta magia.
Comunque rimane un bel film toccante che può essere un'ottima terapia di coppia per chi ha problemi simili a quelli dei protagonisti. Bella anche la scelta di affiancare due vicende che si intrecciano anche se il tutto è un po' confuso.
che noia che mancanza di struttura è tutto accennato e poi lasciato li ad appassire fino alla fine meno male che la colonna sonora era davvero bella e sono una gran golosa gli do un 2 io lo sconsiglierei ma il mondo è bello perchè vario e a molti a toccato qualche corda che io forse non ho!quindi vedetelo pure almeno per tutti quei dolci!
Apprezzabile la tecnica narrativa di Ozpetek, capace di raccontare con garbo l'evoluzione delle vicende e i sentimenti dei protagonisti; ma se si vuole leggere un' analisi veramente incisiva della psicologia omosessuale, meglio riprendere in mano "gli occhiali d'oro" , scritto da Bassani (autore a cui Ozpetek pare in certi punti ispirarsi) parecchi decenni fa, e ben più penetrante, reale e struggente del film di Ferzan; la bella colonna sonora rende comunque intensi alcuni momenti ; e come non apprezzare una pellicola che in ogni caso prende le distanze dalla becera commedia all' italiana? Non ritengo efficace la scelta del non doppiaggio; la registrazione "sul campo" delle voci degli attori, tanto cara alla "fiction televisiva all'italiana" non fa che inserire una nota (piuttosto triste) di approssimazione,senza raggiungere l'intento di accentuare l'effetto- realtà. Mezzogiorno e Nigro sono bravi ed efficaci; Girotti (malato, durante le riprese del film) non esalta; Bova mostra una beltade spenta e un' imbarazzante goffaggine.