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Ultimo tango a Parigi

Opinioni presenti: 11
Media Voto: Media Voto: 7.5 (7.5/10)

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Brando nella sua migliore interpretazione

(10/10) Voto 10di 10

Questo film per me è uno dei 10 più belli nella storia del cinema. Marlon Brando è spettacolare, credibile, emozionante, ma anche filosofico. La vicenda di due persone che si incontrano e decidono di non sapere niente l'uno dell'altra, persino i nomi, e fare solo sesso. Credo che nella vita reale non sia possibile incontrare persone che si fidino l'uno dell'altra all aprima vista, almeno che non sia un vero colpo di fulmine. Bertolucci avrebbe dovuto avere l'oscar come miglio regia e Brando uguale. Molto brava anche la Schneider che si è presa un david di donatello. Bellissimo. Guardatelo e se è possibile compratelo in dvd originale per poterlo vedere in versione integrale senza l'omissione di scene come quella del burro.



Aal, 18 anni, Pisa (PI).




IL SESSO ALLO STATO PURO

(10/10) Voto 10di 10

Mi sono piaciuti e mi piacciono moltissimi film. ma nessuno ha mai avuto, su di me, un impatto forte come "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci. Qui siamo di fronte ad una vera opera d'arte, non di cinema pornografico, ma di cinema erotico, la quale cosa è veramente diversa. Il cinema pornografico non dice niente, fa solo vedere. Il cinema erotico, quando è splendido come questo, ti fa partecipare, ti avvince ed è indimenticabile. In un appartamento spoglio di Parigi (spoglio come l'anima dei protagonisti), decidono di incontrarsi due persone per fare l'amore, e decidono di non dirsi nulla l'uno dell'altra. Fanno, quindi, parlare solo i loro corpi, le loro sensazioni e mettono in atto, come scrive Coelho in "Undici minuti", il vero atto più comunicativo che ci sia, ovvero il sesso. Sì, qui cìè una vera e propria comunicazione visiva, c'è il sesso allo stato puro, elementare e poetico, che è in grado di far parlare e mettere in atto sensazioni che sono alla base della nostra psiche e del nostro vero modo di essere. In base a tutto ciò, i dialoghi sono formidabili, perchè sono i corpi ed, attraverso questi, le anime che parlano. Questo è vero cinema d'autore. I protagonisti, Marlon Brando e Maria Schneider, sono di una bravura eccezzionale. Marlon Brando, con il suo viso plasticissimo, sa ben caratterizzare il piacere, il dolore, la solitudine - altro tema del film. Maria Schneider, nella parte della ragazzina che scopre il sesso, è quasi angelica, anche perchè questo è un film decisamente romantico. Dire opera d'arte è dire poco. Ci fa vedere e partecipare ad una visiva storia d'amore, e l'amore si fa attraverso il sesso. Il sesso ci parla, quindi. E, ripeto, come scrive Coelho, è la più grande forma di comunicazione che ci sia.



Alessandra, 51 anni, Savona (SV).




...

(10/10) Voto 10di 10

Assolutamente il più bel film di sempre. Assolutamente insuperabile. Assolutamente imperdibile. Assolutamente commovente, eccitante, realista. Quando l'ho rivisto per la seconda volta ci è mancato poco che mi mettessi a piangere nella sequenza iniziale in cui Brando (che supera se stesso) mostra il suo volto straziato dai pensieri.il silenzio è rotto soltanto dal rumore assordante della sopraelevata.....emozionante a dir poco....a leggere alcune recensioni mi sono tornate in mente le vicissitudini giudiziarie che ha dovuto passare a causa del bigottismo puritano sempre difficile a scacciare da opere talmente emozionanti da diventare disturbanti......



Andrea, 21 anni, Badia Polesine (RO).




Dire capolavoro è poco

(10/10) Voto 10di 10

Uno dei più bei film del cinema italiano: assolutamente un capolavoro. Marlon Brando al meglio di se stesso per realismo interpretativo, grande spessore psicologico con il personaggio di Paul, espressività massima!. Maria Schneider è altrettanto brava, di una sensualità tenera e innocente al tempo stesso. Entrando nel merito, c'è subito da dire che il film mette a nudo un argomento difficile da affrontare, e da raccontare: la solitudine umana.O per meglio dire l'incontro casuale fra due solitudini,molto differenti tra loro;da un lato, un americano "trapiantato" da anni a Parigi, solo(la moglie si è tragicamente suicidata alcune ore prima), disilluso e depresso. Dall'altro lato, una ragazza borghese, fidanzata con un giovane aspirante regista cinematografico esistenzialista, che non le da per nulla calore e affetto. Tra queste due persone si instaura un rapporto sessuale profondo:periodicamente,senza sapere niente l'uno dell'altra, si rivedono in un appartamento sfitto, fanno l'amore e,attraverso questa fusione corporale, cercano una valvola di sfogo, o un rifugio intimo da una vita che,per differenti ragioni,opprime entrambi.Paul e Jeanne(questi i loro nomi)attraversano momenti di irripetibile felicità, anche di confidenze delicate(i ricordi familiari tristi di lui, quelli nostalgici sull'infanzia di lei),ma non dura in eterno,purtroppo.Quando lui deciderà di tornare a riaffacciarsi alla vita e alla felicità,e ad una rinascita della sua giovinezza interiore, con lei e per sempre, quest'ultima lo ucciderà, stanca di lui e di un'esperienza che era da considerarsi come una semplice parentesi. Ogni immagine,ogni frase di questo film è da incorniciare.La storia è quella di un crudele dramma,in cui il protagonista maschile tenta di sfuggire alle sue infelicità ricorrendo al linguaggio sessuale.L'erotismo della pellicola è poetico, mai(affatto)marcato o volgare,nemmeno nella scena del "burro".Da ricordare le parole che,nella scena del "burro", Brando scaglia contro la società,la famiglia ed alcuni valori falsi della società!.Molto buono l'apporto dato da Massimo Girotti, nel film l'amante della moglie suicida di Paul. Sono molti anche gli interrogativi, i dubbi,le inquietudini che attanagliano la vita di Paul:come quelli di non riuscire a capire le motivazioni del suicidio della moglie. Sentimenti e paure, che potrebbero riguardare la vita di ciascuno di noi,magistralmente raccontati da un Bertolucci unico e dalla bravura registica,in questo caso, ineguagliabile. Insomma,un film che vuole trasmettere(e ci riesce)tante riflessioni sulla fragilità umana, le illusioni sessuali e sentimentali, la perdita della felicità e l'illusione di averla riconquistata, attraverso un rapporto erotico.Memorabile anche la sequenza dell'ultimo tango: Brando si da ad un ballo provocatorio con la Schneider, scandalizzando tutti e mostrando il sedere nudo.A proposito: è da vedere nella sua versione integrale, di 124 minuti.Spero che i cinefili lo riscoprano.Un film da amare.



Daniele, 22 anni, Napoli (NA).




Tagliare non si può

(9/10) Voto 9di 10

Mi è capitato di rivedere Ultimo tango in versione integrale dopo averlo visto anni fa quando passò in televisione con il taglio della famosa scena del burro. Ricordo bene che il film allora non mi aveva particolarmente colpita. Ma rivisto oggi nella sua integrità mi rendo conto che il taglio di quella scena deturpava in maniera irremediabile tutto il film, lo privava del suo senso più profondo, del suo valore ideologico, toglieva l'effetto catartico che l'uccisione di Brando assume alla fine. Perchè non è solo la violenza a cui la protagonista è sottoposta (che con il taglio di fatto non si vede) ma le frasi "blasfeme" sull'istituzione familiare che è costretta a ripetere che non possono essere omesse senza snaturare irrimediabilemte il senso di tutto il film. Insomma se per far passare in tv un film del genere lo si deve rovinare con dei tagli che di fatto lo sfigurano, meglio lasciarlo chiuso nei VHS o DVD a disposizione della curiosità dei maggiorenni consenzienti. E ne consiglio proprio la visione.



Cinzia, 35 anni, Rimini.





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