Certo a molta gente può non piacere, ma si tratta solo di bigotteria perchè nel film i protagonisti e non solo si ammazzano di canne...
inoltre molti patiti di Pazienza possono rimanere delusi dalle incongruenze tra il fumetto ed il film ma, tutto ciò, credo sia dettato dalla loro incompetenza...incapaci di apprezzare l'opera come un film ISPIRATO alle opere del genio e non proprio l'esatta riproduzione delle storie cartacee e nemmeno la bravura o comunque lo stile del regista
Personalmente inoltre non andrei mai a vedere un film che so esattamente come inizia e come va a finire con "colpi di scena" del tutto previsti...
Non essendo un lettore di Pazienza ho subito compreso che il film mi risultava difficilmente intellegibile, che mi mancavano degli elementi chiave e non sarei riuscito ad ottenerli semplicemente dal film, dalla sia visione, anche se attenta. Molti dei commenti sembrano confermare questa mia sensazione.
Ma allora non capisco l'operazione in se, ovvero il senso di costruire un film tenendolo fortemente agganciato ad un preciso riferimento, quello dell'opera di un grande fumettista italiano, senza pero' preoccuparsi di renderlo "pienamente ed autonomamente film" ovvero fruibile anche a chi quel fumetto non lo ha conosciuto. Il film quindi nasce zoppo e privo di individualita' perche' non e' ne un l'uno ne l'altro.
Molto bravi Santamaria e Mazzotta che tengono in piedi il tutto. Per il resto mi sembra solo la solita sfilata di "volti noti amici del regista" e la trita carrellata di consueti luoghi comuni sugli anni 70 gia' visti in 10 film diversi: ampie citazioni da "Porci con le ali", qualcosa di Moretti (la scena dell'esame), la trovata comica della pipi' "molto lunga" che se compare in qualche storia di Fianeschi e' anche vero che sembra copiata di sana pianta da un film di Nuti. Sono sicuro che nei fumetti di Pazienza ci sia ben altro.
Non comprendo se sia una presa per il "chiulo" o un'apologia del nichilismo.
So che esiste Pazienza, non ho mai letto i suoi fumetti.
L'unica cosa intrigante del film è la figura di Rosita Celentano: sembra uscita da una tragedia greca. Coraggiosa e oltraggiosa.
Il film diverte solo quando mostra gli incontri dei politicamente impegnati: l'arroganza delle idee da chi non ha proposto alcunchè alla propria vita fa meditare e ci riporta ad altri personaggi dei nostri tempi, che bevono coca cola e sparlano di globalizzazione.
A parte il fatto che per poterlo vedere in tv ho dovuto aspettare tipo l'una di notte su Rai3(ovviamente), ero nelle condizioni perfette per gustarmi un film perfetto in tutto, certo per gli amanti di Pazienza, magari qualcosa poteva non quadrare alla perfezione, ma penso che gli attori e il regista abbiano davvero espresso al meglio tutto quello che secondo me Andrea viveva e pensava in prima persona, in poche parole l'ho vissuto dall'interno e non è così facile "entrare" in un film, ma penso che questo sia dato dal fatto che, nonostante sia alla soglia dei 36, mi ha fatto rivivere cose che nella vita ho vissuto anche io ed alcune continuo a viverle, quelle cose che "ah quanto vorrei avere una telecamera, qui, adesso!!" beh meno male che ci ha pensato qualcun altro...
Povero Paz si starà rivoltando nella tomba. Il film non si avvicina minimamente alle atmosfere terrifiche e allucinate delle storie di Pazienza. Completamente spezzettato, non ha un filo logico, non entri mai nel film. La colonna sonora deludente, a parte i pezzi del malcapitato Giovanni Lindo Ferretti.Il compito non era facile, ma un po' più di rispetto per Pazienza era il minimo.L'unico film che in qualche modo mi ha ricordato quelle atmosfere è stato il grande "Paura e delirio a LasVegas".