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Gocce d'acqua su pietre roventi

Opinioni presenti: 4
Media Voto: Media Voto: 8.5 (8.5/10)

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Sublime

(10/10) Voto 10di 10

Grande cast, ottima regia per un film che a tutti gli effetti ha il sapore di una pièce teatrale di grande livello. Un must.



Andrea, 33 anni, Riva del Garda (TN).




prova di stile

(8/10) Voto 8di 10

Ottima trasposizione cinematografica dell'opera teatrale del grande regista tedesco Fassbinder. Si racconta la relazione omosessuale fra il maturo Leopold e il ventenne Franz che con l'arrivo delle rispettive ex fidanzate cambiera in modo sorprendente. Film di stampo teatrale che si snoda esclusivamente all'interno dell'abitazione di Leopold, pellicola dai tono freddi e glaciali dove dramma e grottesco si alternano e si mescolano fra di loro. Cast perfetto e regia sublime, sicuramente da vedere.



Andrea, 29 anni, Milano.




a teatro con Fassbinder

(8/10) Voto 8di 10

François Ozon ha recuperato una vecchia sceneggiatura di un diciannovenne R.W.Fassbinder e l'ha trasposta su grande schermo; nonostante le perprlessita' iniziali dell'ultima compagna di R.W.F., Juliane Lorenz, che ne ha ceduto i diritti. Ottimo lavoro invece, nonostante i temi difficili quali la dipendenza affettiva, l'egoismo nei rapporti di coppia e di sesso, e la claustrofobica noia di vivere. Il tutto visto sia in chiave omosessuale che eterosessuale. Leopold, cinquantenne di vaste esperienze rimorchia Franz eterosessuale (!!!) ventenne idealista e sognatore ma soprattutto fiducioso negli altri. Il primo convince il ragazzo a una convivenza che col tempo si trasforma in una gabbia di checche isteriche, al limite della vicendevole sopportazione ma unito il tutto da un filo di sadomasochistica dipendenza. Leopold catalizza su di se le personalita' di Franz e altri due personaggi, l'ex di Franz giovane perbenista che sogna matrimonio e figli ma che si trasforma alla conoscenza di Leopold, e un Transessuale ex di Leopold che ha cambiato sesso per amore del DonGiovanni cinquantenne quando erano ambedue ragazzini. Leopold e' dunque figura cardine di plagiatore, simbolo di falsa felicita' dove si riversano le aspettative e la devozione incondizionata di fragili emotivita' disponibili a modificare la propria esistenza per amore (ehm!). Ozon strizza l'occhio ad Almodovar, narrazione, temi e distribuzione di personalita' sono cari anche al regista spagnolo, e anche qui l'ambientazione kitsch anni '70, l'ironia e la caratterizzazione quasi demenziale di alcune scene la fa da padrona tanto da poter godere di un film nonostante le tematiche forti e toccanti. Splendida fra tutte la scena del balletto dei quattro personaggi al ritmo di una vecchia canzone della Carra' degli anni '70 rivisitata in chiave germanica. Le musiche patetiche e da amori infranti avvicinano ancora alle pellicole di Almodovar ma le riprese e le ottime interpretazioni ci riportano ai toni teatrali piu' consoni a Fassbinder con simbologie e immagine iconiche come le finestre dell'appartamento, il soprabito usato come gioco erotico e altri ancora. Il film si conclude proprio con una metafora simbolica, il transessuale tenta la fuga tramite una finestra che pero' non si apre, la forza interpretativa dell'attore ci chiarisce e definisce gli stati d'animo claustrofobici di tale invinghiata situazione somma di parvenze di amore. Da vedere tra il riso e l'amaro.



Stefano, 31 anni, Firenze.




Tu hai bisogno di me!

(8/10) Voto 8di 10

Sono pochi i film che nonostante si svolgano nello stesso ambiente, con pochi attori e neanche un esterno che riescano a non cadere nel banale facendoti scivolare in quel baratro più propriamente chiamato noia!Il film in questione è uno di questi.Sono bastati 4 attori, di teatro presumo, per rendere una storia morbosa un inno all'amore libero e senza tabù.Azzeccata la figura carismatica del personaggio di Leopold che pavoneggia una naturale predisposizione a capeggiare situazioni erotiche ed irritanti al tempo stesso.



Francesco, 27 anni, Rivoli.





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