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Ogni maledetto Natale











Può l’amore resistere al Natale?
Con un titolo che richiama inevitabilmente alla memoria “Ogni maledetta domenica” (1999) di Oliver Stone ed una sequenza d’apertura ambientata nell’era preistorica, prima ancora di un passaggio nell’antica Roma, provano a risponderci Giacomo Ciarrapico, Mattia Torre e Luca Vendruscolo, i quali tornano dietro la macchina da presa cinematografica a tre anni da “Boris-Il film” (2011), derivato dall’omonima serie tv.
Provano a risponderci ponendo il televisivo Alessandro Cattelan nei panni del giovane Massimo, che, in seguito ad un colpo di fulmine che ha finito per legarlo sentimentalmente a Giulia alias Alessandra Mastronardi, si ritrova a dover trascorrere le festività natalizie presso i rozzissimi familiari di lei, fuori città.
Rozzissimi familiari che, con i volti di Valerio Mastandrea, Stefano Fresi, Francesco Pannofino, Andrea Sartoretti, Laura Morante, Marco Giallini, Corrado e Caterina Guzzanti, non possono fare a meno di strappare risate già dal momento del primo impatto che hanno con il protagonista; costretto a prendere parte a riffe, grottesche partite a carte e pericolose battute di caccia al cinghiale.
E non si può fare a meno di avvertire l’aria di una quasi parodia dei film horror a stelle e strisce alla “Non aprite quella porta” (1974) nel corso di questa esilarante prima parte dell’operazione, destinata, poi, a lasciare spazio ad una seconda in cui, invece, è la ragazza a fare conoscenza con i parenti del fidanzato, miliardari residenti in un lussuoso palazzo nel centro di Roma.
Parenti interpretati dallo stesso, citato ottimo cast, impegnato a passare dai trasandati, tenebrosi campagnoli armati di fucili e pistole ad un nucleo di individui ben vestiti ma fuori dal mondo; tra cui un Mastandrea profondamente devoto a Dio, un Giallini in aria di personaggio proto-Christian De Sica ed un Guzzanti orientale con tanto di occhi a mandorla (!!!).
Quindi, man mano che viene ribadito che a Natale la gente impazzisce e che la colonna sonora sfodera evergreen del calibro di “Nowhere to run” di Martha and the Vandellas e “Gimme some lovin’” dello Spencer Davies Group, non si fatica affatto ad intuire il tentativo di sfruttare l’intramontabile tematica dell’incontro-scontro tra due distinte classi sociali al fine di confezionare su suolo tricolore una commedia dal respiro internazionale.
Una commedia che, non priva di tragici imprevisti in agguato e di esilaranti stranieri interrogati dalla polizia, riesce nell’impresa di regalare oltre un’ora e mezza di divertente e veloce spettacolo... pur rischiando a tratti di infiacchirsi e commettendo l’errore di eccedere un minimo nel voler apparire pretenziosa.

La frase:
"Il Natale è rimasto lo stesso: il momento più spaventoso dell’anno".

a cura di Francesco Lomuscio

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